FAZZINI, Gaetano Emanuele
Nacque a Vieste in provincia di Foggia l'11 die. i 806 da Tommaso, nobile signore del luogo, e da Porzia Medina. Dopo aver studiato a Vieste, verso i vent'anni si trasferì a Napoli, chiamato dal fratello Lorenzo, famoso matematico e direttore di una propria scuola di fisica e matematica, dove iniziò la sua attività di insegnante di fisica. Nella stessa scuola insegnò anche un altro fratello Antonio.
Il suo interesse per la ricerca scientifica lo portò a intraprendere continui viaggi all'estero. Intorno al '30 si recò a Londra per conoscere lo scienziato M. Faraday e per approfondire con questo i suoi studi sull'elettricità e sul magnetismo.
Alla scomparsa del fratello Lorenzo, morto di peste nel 1837, fece domanda al re Ferdinando II per riaprire, sotto la propria direzione, la scuola fondata dal fratello. Il 24 genn. 1838, con un decreto, il re gli concesse il permesso di tenere a Napoli una "Scuola privata di matematica, fisica e architettura". Inclusa l'architettura tra gli insegnamenti della nuova scuola, l'interesse del F. non sarà solo per la fisica ma anche e soprattutto per la progettazione architettonica.
Nel 1839, appena seppe della scoperta del "dagherrotipo", partì per Parigi dove conobbe J.-M. Daguerre e con questo eseguì alcuni esperimenti con la nuova tecnica. Tornato a Napoli, eseguì, tra i primissimi in Italia, due dimostrazioni pratiche perfettamente riuscite il 28 novembre e il 14 dic. 1839 alla presenza di personalità illustri. Il Polioramo del 21 dicembre, dedicato a questi esperimenti, riproduce anche in litografia il dagherrotipo eseguito il 14 dicembre.
In quello stesso anno F. Cirelli segnala (in Il Lucifero, II [1839], 3, pp. 22 s.) una sua traduzione annotata degli Elementi di fisica sperimentale e di meteorologoia di C.-S.-M. Pouilliet, ma dopo aver fatto ulteriori esperimenti di fisica e dopo aver letto il discorso su Come voglia essere insegnata e studiata la fisica a' nostri giorni (pubblicato in Lucifero, III [1840], 40, pp. 316, 320; 41, p. 328), per il nuovo anno scolastico, verso la fine del 1840 abbandonò la cattedra di fisica e si dedicò completamente all'architettura.
Fece il suo "apprendistato" nello studio dell'architetto napoletano Pietro Valente, di cui diventò, in breve tempo, uno dei migliori allievi insieme con M. Ruggieri. Il suo primo e più importante incarico fu il progetto per il reale osservatorio metereologico vesuviano.
Il progetto ricalca quel gusto neoclassico che contrassegnò sia l'architettura privata sia gli edifici pubblici della Campania nella prima metà dell'Ottocento. Già dall'inizio del sec. XIX il governo borbonico aveva espresso l'intenzione di costruire un osservatorio metereologico a Napoli. Il più qualificato architetto del momento per un'opera di tale importanza era il F., data la sua esperienza di fisico.
Il F. ebbe l'incarico del progetto nel 1841. I lavori di costruzione terminarono nel 1845. Nello stesso anno il F. progettò per il camposanto di Poggioreale "una sepoltura... per ventitré conservatori" (Venditti, 1961, p. 401).
Il progetto (mai realizzato, conservato presso l'Archivio comunale di Napoli) era stato approvato il 29 sett. 1842 dal Consiglio edilizio napoletano. Il disegno per il sepolcreto, da edificarsi in uno spazio di "inezzo moggio e palmi centosessanta", si presenta come un semplice rettangolo con un pronao dorico a quattro colonne.
Sempre in questi anni il F. realizzò il progetto di restauro della chiesa di S. Giovanni dei Fiorentini a Napoli, approvato nel 1845, che prevedeva il completo rifacimento della chiesa in stile neoclassico. La chiesa venne demolita negli anni 1952-53, nell'ambito del piano di bonifica del vecchio rione Carità.
Nel 1839 la Real Casa santa dell'Annunziata prese fuoco; l'incendio divampò nelle sale dell'amministrazione e nella zona del conservatorio. Il F., chiamato già allora a verificare i danni e stimare la spesa occorrente per il restauro, fu successivamente incaricato, nel 1852, del progetto di risanamento e di restauro del chiostro e di alcune sale del conservatorio.
Il progetto definitivo del F. prevedeva una ristrutturazione dell'intero complesso dell'Annunziata. All'interno il F. cercò, senza danneggiare le decorazioni murali esistenti, di riqualificare gli spazi esistenti; per l'esterno cercò di mettere in risalto le forme architettoniche dei Vanvitelli e di F. Manlio, senza però riuscirci, essendo difficile raccordare stili architettonici completamente differenti fra di loro. La parte dell'edificio che meglio risponde al gusto neoclassico napoletano è la corte interna del conservatorio.
Contemporaneamente il F. procedette alla costruzione di alcuni stabilimenti termominerali a Casamicciola e a Lacco Ameno nell'isola d'Ischia; sempre ad Ischia elaborò un progetto per la rete stradale di collegamento fra i vari centri urbani (non realizzata).
Nel corso della sua attività il F. continuò a lavorare anche ad opere pugliesi. Verso la fine del 1850 progettò una ferrovia che doveva attraversare tutto il Gargano e arrivare fino a Vieste. Sempre per Vieste, nel 1862 propose la costruzione di un porto commerciale da costruirsi nella zona della Marina Piccola. Nessuno di questi progetti venne mai realizzato.
Nel 1864 fu affidato al F. il progetto di un restauro definitivo della chiesa di S. Gennaro dei Poveri a Napoli, progetto che venne però limitato al solo intervento sulle strutture che presentavano gravi problemi di stabilità. Uno degli ultimi lavori di restauro commissionati al F. fu quello del 1870 chiesto dall'Ordine dei celestini di S. Pietro a Maiella, con il quale vennero ripristinate le forme architettoniche gotiche originarie della chiesa (Glijses, 1978).
Negli ultimi anni della sua vita costruì la chiesa dei protestanti e il palazzo Achard, al vico Freddo, sulla riviera di Chiaia (Dell'Erba, 1950).
Morì a Napoli il 24 dic. 1878.
Oltre ai citati scritti del F. si ricordano: Perfezionamento del dagherrotipo (lettera al Cirelli), in Il Lucifero, II (1840), 50, p. 497; Sul Ginnoto ed ultimi lavori del Faraday, ibid., 28, p. 22; 29, p. 230; Cenno sulla pozzolana della baia di Napoli, Napoli 1857.
Fonti e Bibl.: Vieste, Arch. della Cattedrale, Registro dei battezzati, vol. XIV (1801-11), c. 83; Napoli, Arch. comunale, Progetto di sepoltura da erigersi nel Camposanto di Poggio Reale per ventitré conservatori, cart. XI, n. 227; R. L., Iscrizioni sul dagherrotipo, in Annali civ. del Regno delle Due Sicilie, XXIII (1840), 45, p. 90; C. Malpica, Necr. Antonio Fazzini, in Il Lucifero, III (1840), 3, p. 28; Napoli e i luoghi celebri delle sue vicinanze, Napoli 1845, p. 95; C. Malpica, Inaugurazione del Reale Osservatorio metereologico alle falde del Vesuvio, in Annali civ. del Regno delle Due Sicilie, XXXIX (1845), 78, pp. 126 s.; G. Nobile, Descrizione della città di Napoli e delle sue vicinanze, Napoli 1855, p. 985; L'Osservatorio di Napoli, Napoli 1855, p. 333; G. B. Chiarini, in C. Celano, Notizia del bello dell'antico e del curioso della città di Napoli... [1692] con aggiunzioni... [1856-60], Napoli 1970, II, p. 1204; III, pp. 1461, 1972, 2131; G. Petroni, Della Casa santa dell'Annunziata in Napoli, Napoli 1863, p. 48; G. A. Galante, Guida sacra della città di Napoli [1872], a cura di N. Spinosa, Napoli 1985, pp. 168, 214, 310; G. Filangieri, Documenti per la storia, le arti e le industrie delle provincie napoletane, Napoli 1884, II, pp. 280, 287; Id., Indice degli artefici delle arti maggiori e minori, Napoli 1891, I, p. 190; G. Ceci, Saggio di una bibliografia per la storia delle arti figurative nell'Italia meridionale, Bari 1911, p. 126; Napoli e dintorni, Milano 1938, p. 361; F. Dell'Erba, Profili di viestani illustri, in Il Faro di Vieste, II (1950), 12, p. 3; C. Lorenzetti, L'Accademia di belle arti di Napoli (1752-1952), Firenze 1952, p. 319; A. Venditti, Architettura neoclassica a Napoli, Napoli 1961, pp. 152, 214, 372, 401; V. Gleijses, Chiese e palazzi della città di Napoli, Napoli 1978, p. 119; M. Siena, Storia e folklore di Vieste, Vieste 1978, p. 113; G. C. Alisio, Napoli e il risanamento, Napoli 1981, p. 443; M. Miraglia, Note per una storia della fotografia italiana..., in Storia dell'arte italiana (Einaudi), pt. 3, II, t. 2, pp. 430, 447; F. Strazzullo, La chiesa di S. Giovanni dei Fiorentini a Napoli, Napoli 1984, p. 18; I. Zannier, Storia della fotografia italiana, Roma-Bari 1986, pp. 9 s.; R. Santoro, Lorenzo Fazzini, Vieste 1987, pp. 51, 56, 63, 65 s., 73 s., 77, 82 ss.; P. Sorrenti, Pittori, architetti e artigiani pugliesi dall'antichità ai nostri giorni, Bari 1990, p. 212; Italien. Sehen und sterben. Photographien der Zeitdes Risorgimento (1845-1870), a cura di B. V. Dewitz-D. Siegert-K. Schuller-Procopovici (catal. mostra Colonia e Mannheim), Köln 1994, pp. 49 s., 56 nn. 17 ss.