GAETANO MARIA da Bergamo (al secolo Marco Migliorini)
Marco Migliorini nacque a Bergamo il 25 febbr. 1672, primogenito di Marco Antonio e Lucia Maffeis, agiati mercanti di tessuti. Fu avviato agli studi per l'insistenza dello zio don Stefano Migliorini, allora rettore del collegio della Magione di Bergamo. A diciotto anni, diplomatosi brillantemente in retorica, logica, filosofia e diritto, scelse la vita religiosa nell'Ordine dei frati minori cappuccini, rivelando una vocazione maturata attraverso la frequentazione dei teatini della sua città. Proprio in onore di Gaetano da Thiene, il 3 maggio 1691, in occasione della vestizione nel convento di Trenzano, assunse il nome di Gaetano Maria.
G. studiò filosofia nel convento cappuccino S. Alessandro di Bergamo nel 1695, quindi teologia e apologetica a Brescia nel 1697, dove fu ordinato sacerdote. Nel 1701 infine, ricevette l'"obbedienza" per la predicazione, che per vent'anni fu la sua attività principale, svolta quasi sempre nell'ambito del territorio della propria diocesi.
Furono anni intensi: nonostante i continui spostamenti, egli continuò a studiare, intrecciando contatti epistolari con personalità quali A.M. Querini, G. Lami, A.P. Berti, D. Concina, S. Maffei, P.A. Serassi, G. Tiraboschi, F.A. Zaccaria e L.A. Muratori.
Nel 1720, quasi cinquantenne, decise di studiare le scienze matematiche il cui rigore, pensava, avrebbe giovato alla sua oratoria. Così, in appena un anno, scrisse le Euclidianae geometriae, un manoscritto di 410 pagine ripartito in 13 libri e 2 codici (conservato nella Biblioteca di S. Alessandro in Bergamo), che è la sua prima opera, datata 1721. Ammalatosi di tisi nel 1722, la malattia lo condusse alle soglie della morte. Guarì, convinto d'aver ricevuto una grazia dalla Madonna.
Per salvaguardare la sua salute i superiori gli imposero di astenersi dalla predicazione e il G. pensò di dedicarsi all'insegnamento tramite i suoi scritti. Nella sua cella in S. Alessandro, durante i restanti trent'anni di vita, licenziò almeno quaranta volumi di meditazioni, opere teologiche e sussidi per religiosi che lo resero in breve tanto popolare e conosciuto da diventare consultore del S. Uffizio, consigliere del vescovo di Bergamo A. Redetti, delle curie di Brescia, Padova, Venezia e della provincia lombarda dei cappuccini.
Nel luglio 1753, ormai malato e presago della fine imminente, smise di scrivere e, non volendo lasciare memorie di sé, fece bruciare il suo importante epistolario.
Il medico pittore C. Ferni lo ritrasse in un quadro, poi esposto nel refettorio del convento poco prima della morte, che sopravvenne a Bergamo il 10 sett. 1753.
Il G. fu oratore, scrittore ascetico e teologo. Diffidava della mistica e predicò la "via ordinaria della perfezione", da percorrersi con l'aiuto dell'umiltà, della carità e della pietà del cuore in tre fasi: la meditazione sui propri peccati e il pentimento, l'imitazione di Cristo con la pratica delle virtù, il raggiungimento dell'unione con Lui attraverso l'esercizio della vera e propria santità.
In teologia il G., avverso al rigorismo giansenista, aderì a un moderato probabilismo. In nome della povertà francescana, inoltre, si schierò contro l'usura e gli interessi sul denaro ma, di fronte a questo come agli altri peccati, insieme con la radicalità del giudizio negativo sull'atto, raccomandava sempre la dolcezza dei modi e la comprensione verso il penitente.
Opere. I libri del G. ebbero uno straordinario successo: fino alla prima metà di questo secolo se ne contavano ben 397 edizioni. I titoli più importanti sono: L'uomo apostolico istruito nella sua vocazione al confessionario (Bergamo 1726; prima della morte dell'autore ebbe 11 edizioni autorizzate e altre clandestine; nel 1872 a Magonza L. Ohler ne curò la traduzione tedesca); L'uomo apostolico istruito nella sua vocazione al pulpito (Venezia 1729; dedicato a Benedetto XIII; queste due opere, tese a istruire i religiosi sulle loro due primarie funzioni di confessione e predicazione, furono riunite in seguito in un'unica edizione latina a Monaco di Baviera, da F. Burghausen, nel 1750); Riflessioni sopra l'opinione probabile (Brescia 1739); La morale evangelica predicata (Padova 1743, dedicata a Benedetto XIV); Pensieri ed affetti sopra la Passione di Gesù Cristo per ogni giorno dell'anno (Bergamo 1733; è l'opera ascetica più nota di G.; vide 66 edizioni di cui una tedesca, due olandesi, una portoghese, tre spagnole, otto francesi e due inglesi).
Tutti gli scritti del G. furono riuniti nei 12 volumi delle Opere del p. f. Gaetano Maria da Bergamo, a cura di A. Viscardi, che vi aggiunse una biografia dell'autore (Roma 1766-80; ristampa in 36 volumi, Monza 1838-46).
Fonti e Bibl.: E. D'Alençon, in Dictionnaire de théologie catholique, VI, Paris 1920, coll. 985-987; Ilarino da Milano, Biblioteca dei frati minori cappuccini di Lombardia (1535-1900), Firenze 1937, pp. 119-188; Metodio da Nembro, G. Migliorini da B. nel '700 religioso italiano, Milano 1959; C. Cargnoni, Antologie teologiche ed ascetiche di G. da B.…, in Collectanea franciscana, XLII (1972), pp. 69-85.