PONTE, Gaetano
PONTE, Gaetano. – Nacque a Palagonia (Catania) il 21 giugno 1876, primogenito di Giovanni Giuseppe, proprietario terriero, e di Raffaela Casabene.
Il padre era un appassionato di scienze naturali che realizzò nel 1878 a Palagonia un osservatorio geodinamico e meteorologico attivo fino al 1898. Nel 1898, ancora studente liceale, Ponte iniziò la sua carriera scientifica come assistente nel Regio Osservatorio astrofisico e geodinamico di Catania, allora diretto da Annibale Riccò.
Nel 1903 si laureò in scienze naturali presso l’Università di Catania, per passare immediatamente all’Università di Lipsia, dove ebbe come maestro il petrografo Ferdinando Zirkel; frequentò anche l’istituto chimico-fisico per esercitarsi nelle analisi quantitative. Rientrato in Italia, nel 1905 vinse il concorso per l’insegnamento di chimica e fisica applicata alla scuola d’arti e mestieri di Catania, dove mantenne l’incarico per 13 anni; nel 1907 fu nominato assistente presso l’Istituto di mineralogia dell’Università di Catania. Gli studi che realizzò sulle eruzioni dell’Etna del 1908 e del 1910 lo imposero all’attenzione di studiosi italiani e esteri. Nel 1911 ottenne l’incarico per la libera docenza in mineralogia presso l’Università di Catania, mentre dal 1915 iniziò il monitoraggio dell’attività dell’Etna. Nel 1919, su richiesta della facoltà di scienze dell’Università di Catania, ebbe l’incarico dell’insegnamento di vulcanologia, il primo nella storia dell’ateneo catanese.
Nella sua brillante carriera scientifica Gaetano Ponte fu autore di circa 150 pubblicazioni su svariate tematiche delle scienze geologiche e vulcanologiche. I suoi studi furono pubblicati anche su diverse riviste internazionali, aspetto non comune ai suoi tempi. Gran parte della sua attività di ricerca fu focalizzata allo studio delle eruzioni dell’Etna e dello Stromboli; per quanto riguarda l’Etna, Ponte studiò le eruzioni laterali avvenute durante la prima metà del XX secolo, dalla breve eruzione del 1908 fino alla grande eruzione del 1950-51. Si occupò anche dell’attività eruttiva e delle evoluzioni morfologiche dei crateri sommitali dell’Etna, divenendo nel 1911 testimone diretto della formazione del cratere di Nord-Est. Le ricerche di Ponte spaziarono dagli studi petrografici delle formazioni vulcaniche dell’altopiano Ibleo e di Capo Passero, in Sicilia sudorientale, alle ricerche geochimiche sui gas vulcanici, sui processi di intrusione magmatica delle eruzioni laterali etnee, dagli studi petrografici della cenere vulcanica alla genesi e formazione delle gallerie di scorrimento lavico e delle bombe vulcaniche. Fortemente innovative furono le tesi di Ponte sulla necessità della sorveglianza sismica nei vulcani attivi, nonché sull’utilizzo dei sorvoli aerei per meglio studiare e monitorare i fenomeni eruttivi più pericolosi, come nel caso dell’eruzione laterale del 1928 che causò la distruzione del paese di Mascali. I rilievi fotografici aerei, realizzati sull’Etna a partire dagli anni venti del Novecento, furono pionieristici per il monitoraggio dei fenomeni eruttivi: nel dicembre del 1931, Ponte realizzò una convenzione a titolo gratuito con la Compagnia per il turismo aereo della Sicilia orientale (Aero Sicula S.A.).
I diversi studi condotti, nonché le ampie vedute scientifiche, ne fecero un fautore dell’approccio allo studio multidisciplinare dei fenomeni vulcanici. Questa sua lungimiranza lo portò a sentire l’esigenza di creare un progetto per la realizzazione di un istituto di vulcanologia all’Università di Catania: la vivacità eruttiva dell’Etna avrebbe costituito una palestra di inestimabile valore per tutta la comunità scientifica sia nazionale che internazionale. Ponte svolse un’azione di sensibilizzazione a vario livello presso istituzioni pubbliche e private per avviare in modo stabile la costituzione di un istituto vulcanologico. Un primo importante passo fu realizzato da Ponte nel 1926, quando riuscì ad annettere alla cattedra di vulcanologia l’osservatorio Etneo, costruito nel 1879 dall’astronomo Pietro Tacchini a 2942 metri s.l.m. per le osservazioni astrofisiche, allora abbandonato. Nel 1933 Ponte vinse il concorso per la cattedra di vulcanologia e nello stesso anno fu resa esecutiva la convenzione per il mantenimento dell’istituto di vulcanologia nell’Università di Catania, la prima e unica struttura universitaria europea dedicata allo studio e monitoraggio dei vulcani. L’istituto, oltre a essere dotato di un museo, comprendeva l’osservatorio Etneo e la casa cantoniera, a quota 1880 m, destinati, secondo il progetto di Ponte, a divenire delle stazioni vulcanologiche di alta quota dove posizionare la strumentazione scientifica. Nel 1939 stipulò una convenzione con L’Istituto nazionale di geofisica, diretto da Antonino Lo Surdo, per l’impianto di stazioni sismiche presso i locali dell’Università di Catania e della casa cantoniera, completando in questa maniera il suo ambizioso progetto scientifico. L’istituto vulcanologico divenne una moderna organizzazione di monitoraggio sistematico dei vulcani siciliani (Etna, Stromboli e Vulcano), dettagliatamente rendicontato nel bollettino mensile dell’istituto secondo criteri scientifici validi ancora oggi. Dal 1929 al 1932 il bollettino fu pubblicato nella Rivista dell’industria, dal 1933 al 1935 nel notiziario economico del Consiglio provinciale dell’economia corporativa e dal 1936, fino al 1942, dall’Accademia Gioenia di scienze naturali. La pubblicazione del bollettino venne sospesa e cessò nel 1943. L’ultima nota realizzata da Ponte sull’attività dell’Etna dal 1943 al 1946 verrà pubblicata nel 1947 negli Annali di geofisica e nel Bollettino dell’Accademia Gioenia. Ponte fu in stretto contato dapprima con Alessandro Malladra e successivamente con Giuseppe Imbò, direttori dell’Osservatorio vesuviano di Napoli, per la redazione delle note sullo Stato attuale dei vulcani italiani pubblicate nella Rivista italiana di vulcanologia.
Oltre all’attività di ricerca scientifica, propugnò diverse valide iniziative in altri campi come quello dello sviluppo tecnico-industriale della Sicilia attraverso diversi studi concernenti la possibilità di sfruttamento delle ricchezze del suolo siciliano. Si dedicò alla famosa mofeta dei Palici nel territorio di Mineo, in provincia di Catania, che costituiva la più ricca sorgente naturale di anidride carbonica in Europa, per un suo possibile sfruttamento industriale. Realizzò i primi studi geologici e chimici sugli scisti bituminosi di Sicilia evidenziando la possibilità di derivarne tutti gli oli affini al petrolio. Inoltre, sostenne la creazione di un museo vulcanologico presso il proprio istituto universitario, e realizzò un centro di divulgazione presso la casa cantoniera dell’Etna a quota 1880 m, esibendo fotografie e plastici esplicativi dell’attività del vulcano. Grazie a una convenzione con l’Associazione per lo sviluppo del turismo in Sicilia (ASTIS), nel 1927 ottenne i fondi per comprare della strumentazione scientifica e per restaurare l’osservatorio Etneo e la casa cantoniera al fine di utilizzarli come rifugi per gli escursionisti dell’epoca. Fu, inoltre, presidente della Sezione universitaria del Club alpino italiano (SUCAI), sostenendo le prime attività turistiche invernali e organizzando pionieristiche manifestazioni sportive montane e gare sciistiche.
Ponte fu anche un esperto fotoamatore, attività che iniziò da giovane come testimoniano il ruolo di membro-corrispondente dell’esclusivo Photo-Club di Parigi e della Photo-Gesellschaft Atlantic di Berlino. L’archivio fotografico di Ponte, costituito da oltre 3000 immagini realizzate dalla fine del 1800 fino al 1950, è conservato presso l’Archivio fotografico toscano di Prato, dove è pervenuto attraverso donazioni successive da parte di Nicoletta Leonardi e Stefano Branca. Costituisce un patrimonio unico di documentazione storica dei vulcani siciliani, e non solo, recuperato e valorizzato grazie a una collaborazione fra l’Archivio fotografico toscano e l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania attraverso la realizzazione di un catalogo informatico disponibile on-line (http://www.aft.it/fondi/ponte/home.htm, 20 ottobre 2015).
Fu un personaggio ecclettico e illuminato, vissuto a stretto contatto con le élites intellettuali e aristocratico-borghesi della Catania della prima metà del XX secolo, amico di Giovanni Verga e Federico De Roberto, con i quali condivideva la passione per l’Etna e la fotografia. Messo a riposo nel 1951 e nominato professore emerito di vulcanologia, continuò a studiare l’attività dell’Etna fino a quando morì il 18 luglio 1955 a Transacqua, in provincia di Trento, dove era sua abitudine trascorrere le vacanze estive insieme alla sua adorata consorte Giuseppina Gulizia, dalla quale Ponte non ebbe figli.
Alla memoria di questo eminente scienziato è stata dedicata a Palagonia una scuola, l’istituto comprensivo Gaetano Ponte.
Opere. Sulla cenere emessa dall’Etna la sera del 5 Gennaio 1906, in Bollettino dell’Accademia Gioenia di scienze naturali in Catania, 1906, vol. 89, pp. 1-5; I basalti globulari e i tufi palagonitici in Val di Noto, in Atti della Accademia Gioenia di scienze naturali in Catania, s. 5, 1910, vol. 3; Sull’eruzione etnea del 1910, in Atti della R. Accademia dei Lincei. Memorie della classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, s. 5, 1911, vol. 9; Sulla cenere vulcanica dell’eruzione etnea del 1911, in Atti della R. Accademia dei Lincei. Rendiconti della classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, s. 5, 1912, vol. 21, 3, pp. 209-216; Meccanismo delle eruzioni etnee, in Zeitschrift fϋr Vulcanologie, 1914, vol. 1; La stereocinematoscopia e la proiezione Stereocinematografica, in La tecnica cinematografica, I (1914), 2; Lo Stromboli dopo il parossismo del 1916, in Atti della R. Accademia dei Lincei. Rendiconti della classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, s. 5, 1916, vol. 25; Sulla fontana di lava etnea del 1917, in Atti della Accademia Gioenia di scienze naturali in Catania, s. 5, 1919, vol. 12, Memoria XVIII, pp. 1-9; Il cratere centrale dell’Etna. Suoi cambiamenti e sue eruzioni, ibid., 1920, Memoria III, pp. 1-12; La formidabile esplosione dello Stromboli del 1916, in Memorie per servire alla descrizione della Carta geologica d’Italia, Roma 1921, vol. 7; The recent eruption of Etna, in Nature, 1923, vol. 112, pp. 546-548; Il vulcaloro sull’Etna e la utilizzazione del suo vapore acqueo, in Bollettino dell’Accademia Gioenia di scienze naturali in Catania, 1927, f. 57; L’eruzione etnea del Novembre 1928, in Atti della Accademia Gioenia di scienze naturali in Catania, s. 5, 1929, vol. 16, Memoria XII bis, pp. 1-6; Per la difesa contro i danni delle eruzioni etnee, in Bollettino dell’Accademia Gioenia di scienze naturali in Catania, s. 2, 1932, f. 64; Sulla genesi delle bombe vulcaniche, in Bollettino del Comitato geofisico, s. 2, IV (1934), 1-2; Sulla Mofeta dei Palici e la sua utilizzazione, in Bollettino della Società geologica italiana, 1934, vol. 53; L’Istituto vulcanologico, l’Osservatorio etneo e l’attività scientifica del personale, in Bulletin volcanologique, 1937, vol. 2, 1, pp. 201-204; L’eruzione laterale dell’Etna del 30-6-1942 e susseguenti fenomeni esplosivi al cratere centrale, in Annali di geofisica, I (1948), 1, pp. 103-115; Riassunto delle principali osservazioni e ricerche fatte sull’Etna, in Bulletin volcanologique, 1949, vol. 9, 1, pp. 65-80; Sull’eruzione etnea del 1950-51, ibid., 1953, vol. 13, 1, pp. 121-128.
Fonti e Bibl.: G. P., Operosità scientifica e carriera didattica, Catania 1934; N. Leonardi, G. P. vulcanologo e fotografo, in AFT. Rivista di storia e fotografia, IX (1993), 17, pp. 11-35; L. Patanè - R. Cristofolini, Ritrovamenti di raccolte mineralogico-petrografiche d’interesse storico nel Dipartimento di Scienze Geologiche dell’Università degli Studi di Catania, in Il Naturalista siciliano, s. 4, XXVIII (2004), pp. 931-946; A. Bonaccorso - S. Branca, Fotografia storica alla luce del vulcano. Fondo fotografico G. P. (1876-1955), Catania 2010; A. Bonaccorso - S. Branca - O. Goti, Il Fondo fotografico G. P. (1876-1955): fotografia e scienza dei vulcani attivi italiani, in Forme e modelli. La fotografia come modo di conoscenza, Atti del Convegno SIFS..., Noto... 2010, a cura di F. Faeta - G. D. Fragapane, Roma-Messina 2013, pp. 259-266.