PUGNANI, Gaetano
PUGNANI, Gaetano (Giulio Gaetano Gerolamo). – Nacque a Torino il 27 novembre 1731, primogenito di Giovanni Battista (1707/1708-1783) e di Angela Borri (morta nel 1789), sposatisi l’anno precedente; dal matrimonio nacquero in seguito Vittorio ed Elisabetta.
Compì gli studi musicali dapprima con Tommaso Gelosio (1707-1747), violinista di Cumiana (luogo di origine della famiglia Pugnani), poi con Giovanni Battista Somis. Il suo esordio sarebbe avvenuto il 15 dicembre 1741 in una prova della Zenobia di Gaetano Latilla al Regio di Torino (Cordero di Pamparato, 1930, p. 44), ma l’archivio del teatro lo cita solo dal carnevale 1743, quando è registrato come ultimo violino dell’orchestra diretta da Somis.
Nominato violinista della Regia Cappella il 19 aprile 1748, dal maggio 1749 all’aprile 1750 fu a Roma per un soggiorno di studio destinato, nelle intenzioni di Carlo Emanuele III, a farne la futura guida delle compagini orchestrali di corte; fitti carteggi diplomatici (pp. 47-58, 219-226) danno conto delle lezioni di contrappunto impartitegli dal «Sig.r Ciampi» e dei contatti con «Pasqualino» (presumibilmente Francesco Ciampi e Pasquale Bini, allievo di Giuseppe Tartini).
Come molti virtuosi coevi, nel 1754 fece il suo debutto internazionale al Concert Spirituel di Parigi, dove si esibì con successo il 2 febbraio, il 25 marzo e il 23 maggio. L’assenza del suo nome dagli elenchi degli orchestrali impegnati nei teatri torinesi sino al carnevale 1757 fa ipotizzare viaggi nelle città d’Oltralpe; tra il 1754 e il 1756 (certamente nel 1756) suonò a Vienna nelle accademie quaresimali al Burgtheater e nei concerti invernali del principe Joseph Friedrich von Hildburghausen.
La promozione, Somis vivente, a primo violino dell’orchestra del Regio dalla stagione 1758, gli impegni presso il teatro Carignano e la Cappella non gli impedirono di proseguire l’attività concertistica: suoi soggiorni e concerti sono attestati a Ginevra (giugno 1759), Casalmaggiore e Mantova (settembre 1760), Vienna (1762), Berna (1763, post 15 aprile).
Nell’autunno 1767 la fama gli procurò un ingaggio come primo violino al King’s Theatre di Londra, dove l’8 aprile 1769 esordì come operista con Nanetta e Lubino (libretto di Carlo Francesco Badini). Nella capitale britannica prese parte ai concerti diretti da Carl Friedrich Abel e Johann Christian Bach, guidò l’orchestra e suonò nella stagione di oratori al Covent Garden (febbraio-marzo 1769); né mancò di dirigere in importanti rassegne come il Salisbury Festival (23-25 agosto 1769).
Rientrato a Torino alla fine del 1769, il 7 maggio 1770 fu nominato primo violino della Cappella. Fatto salvo un ulteriore soggiorno a Londra (via Parigi) dall’ottobre 1772 al giugno 1773, negli anni Settanta fu impegnato per lo più in patria: l’8 aprile 1771 andò in scena al Regio la favola pastorale Issea (Vittorio Amedeo Cigna Santi), per le nozze di Giuseppina di Savoia con il futuro Luigi XVIII (poi Palácio de Queluz, 29 giugno 1772, e Londra, King’s Theatre, 30 marzo 1773); il 1° febbraio 1772 fu la volta di Tamas Kouli-Kan nell’India (Cigna Santi) e il 2 ottobre 1775 della festa teatrale L’Aurora (Giandomenico Boggio), per le nozze del futuro Carlo Emanuele IV con Maria Clotilde di Francia.
Ottenuta anche la nomina a primo virtuoso della Camera di S.M. e direttore generale della musica strumentale (19 gennaio 1776), nel dicembre 1779 il violinista affrontò una lunga tournée europea con l’allievo Giovanni Battista Viotti. I due si esibirono a Ginevra (gennaio-febbraio 1780) e Berna (fine febbraio-marzo) e furono apprezzati a Dresda da Federico Augusto III, elettore di Sassonia, e a Berlino e Potsdam da Federico il Grande e dal nipote Federico Guglielmo (aprile-luglio). Le tappe seguenti furono Varsavia, dove fu ripresa la Nanetta e Lubino (con il titolo Annetta e Lubino); Pietroburgo, dove tra febbraio e marzo 1781 maestro e allievo suonarono al cospetto di Caterina II e del granduca Paolo; Mosca, dove Pugnani fornì ouverture e entr’acte per l’opera pastorale Tščetnaja revnost′, ili Perevozčik Kuskovskoj (L’inutil gelosia o Il traghettatore di Kuskovo; libretto di Vasilij Kolyčev, musica da opere francesi), allestita d’estate nella residenza dei Šeremetev, a Kuskovo. Sulla via del ritorno, dopo ulteriori soggiorni e concerti a Varsavia e Królikarnia (settembre), Wiśniowiec (ottobre-inizio novembre) e Berlino (dicembre), i due si separarono: Viotti si avviò a conquistare il pubblico parigino, Pugnani rientrò a Torino e alle incombenze istituzionali. Meta dei suoi allontanamenti successivi fu Napoli: fra ottobre e novembre 1782 suonò a corte, per l’Accademia dei Cavalieri e si esibì alla Reggia di Caserta; nel dicembre del 1783 tornò nella città partenopea, dove il 12 gennaio 1784 debuttò al teatro di S. Carlo con il dramma per musica Adone e Venere (Gabriele Boltri).
Per il Regio di Torino intonò negli anni seguenti – segnati dalla nomina, il 17 agosto 1786, a direttore della musica militare – i metastasiani Achille in Sciro (15 gennaio 1785; poi Vienna, teatro di Porta Carinzia, 6 marzo 1795) e Demofoonte (26 dicembre 1787), e la festa teatrale Demetrio a Rodi (Boggio) per le nozze del futuro Vittorio Emanuele I con Maria Teresa d’Asburgo-Este (2 maggio 1789).
Nel 1796 si recò a Vienna per l’esecuzione, il 22 marzo al Burgtheater, del melologo Werther, da Goethe; nato in ambiente massonico (fin dal 1768 il violinista fu affiliato alla prima loggia massonica torinese, St. Jean de la Mystérieuse), il melologo viene citato in due lettere di Isabelle de Charrière a Jean-Pierre Chambrier d’Oleyres (31 dicembre 1791) e di Pugnani a Viotti (16 ottobre 1793) e si presume che a quelle date fosse già stato eseguito a Torino.
Morì il 15 luglio 1798 nella sua abitazione torinese (oggi via Bogino 4); essendo rimasto celibe, nel testamento aveva nominato erede universale la nipote Marianna, figlia della sorella Elisabetta.
Esponente di spicco del violinismo settecentesco, interprete capace di dirigere con maestria le compagini orchestrali, Pugnani trasmise l’eredità di Somis a una schiera di allievi che contò fra gli altri, oltre a Viotti, Luigi Borghi, Antonio Bartolomeo Bruni e Giovanni Battista Polledro. La sua produzione strumentale, imprescindibile per la conoscenza delle forme cameristiche e sinfoniche del secondo Settecento, annovera a stampa tre raccolte di sei sonate per violino e continuo, una di sei sonate per due violini, quattro di sei sonate in trio a due violini e continuo (più una di attribuzione dubbia), sei sonate per clavicembalo, violino o flauto e violoncello, due raccolte di tre quartetti d’archi, otto quintetti per organici vari, un concerto per violino, due serie di sei Overtures (catalogo tematico in Zschinsky-Troxler, 1939, pp. 72-101; Colturato, 2001). Ebbe un ruolo non secondario nello sviluppo del violino, che armava di corde grosse, capaci di sopportare una forte pressione, e soprattutto dell’arco, più lungo e diritto del solito e, come quello dei parigini Tourte, dotato di una vite per regolare la tensione dei crini.
Numerosi i ritratti pervenuti, fra cui merita ricordare il dipinto d’incerto autore conservato al Royal College of Music di Londra e la tela di Giovanni Comandù al Museo della musica di Bologna. Stando a ricerche recenti, sarebbe effigiato anche in un quadro di Pietro Fabris raffigurante un concerto napoletano con i Mozart (Edimburgo, Scottish National Portrait Gallery) e in una boiserie di Dalberg al castello di Jouxtens-Mézery (Vaud).
Fonti e Bibl.: Fatti salvi alcuni contributi fondamentali, per la bibliografia anteriore al 2005 si rimanda ad A. Colturato, G.P., in Die Musik in Geschichte und Gegenwart. Personenteil, XIII, Kassel 2005, coll. 1036-1039. P. Ferrero, Brevi cenni su G.P., celebre sonatore di violino, Torino 1847; A. Bertolotti, G.P. e altri musici alla corte di Torino nel secolo XVIII, in Gazzetta musicale di Milano, XLVI (1891), pp. 353-355, 422-424, 441 s., 455-458, 486-488, 520-522, 537 s.; D. Carutti, Della famiglia di G.P., in Miscellanea di storia italiana, s. 3, t. II, Torino 1895, pp. 335-346; S. Cordero di Pamparato, G.P. violinista torinese, in Rivista musicale italiana, XXXVII (1930), pp. 38-58, 219-230, 350-371, 551-561; E.M. von Zschinsky-Troxler, G.P. (1731-1798). Ein Beitrag zur Stilerfassung italienischer Vorklassik. Mit thematischem Verzeichnis, Berlin 1939; A. Müry, Die Instrumentalwerke G. Pugnanis. Ein Beitrag zur Erforschung der frühklassischen Instrumentalmusik in Italien, Basel 1941; G. Pugnani, Werther, melologo in due parti da Goethe, Milano 1985 (in partic. A. Basso, Introduzione, pp. V-XXI); L.A. Lepskaja, Repertuar krepostnogo teatra Šeremetevych, Moskva 1996; A. Colturato, I concerti per violino e orchestra di G.P. Ricognizione delle fonti, in G. Pugnani, Concerto in La maggiore per violino e orchestra, a cura di L. Mangiocavallo, Lucca 2001, pp. VII-XIV; S. McVeigh, Italian violinists in eighteenth-century London, in The eighteenth-century diaspora of Italian music and musicians, a cura di R. Strohm, Turnhout 2001, pp. 139-176; D. Burrows - R. Dunhill, Music and theatre in Handel’s world. The family papers of James Harris, 1732-1780, Oxford 2002, ad ind.; M.G. Sità, I filarmonici in trasferta. Le uscite dei sinfonisti milanesi nel 1760 e nel 1765, in Giovanni Battista Sammartini and his musical environment, a cura di A. Cattoretti, Turnhout 2004, pp. 363-416; D.A. d’Alessandro, I Mozart nella Napoli di Hamilton. Due quadri di Fabris per Lord Fortrose, Napoli 2006, ad ind.; W. Lister, Amico. The life of Giovanni Battista Viotti, Oxford 2009; A. Colturato, Mettere in scena la regalità. Le feste teatrali di G.P. al Regio di Torino, Lucca 2012; B. Lovis, Les boiseries peintes du château de Mézery, in Monuments vaudois, 2013, n. 4, pp. 5-23; O. Baird, P. and Viotti’s European tour: new materials from the memoirs of Ludwig-Wilhelm Tepper de Ferguson, in The Musical Times, CLV (2014), 1926, pp. 95-98.