Famiglia di scultori e architetti, originaria di Bissone (Lago di Lugano) e operante a Genova e in Sicilia nella seconda metà del sec. 15º e per tutto il sec. 16º. Domenico, scultore (Bissone, fra il 1420 e il 1425 - Palermo 1492), fu il capostipite del ramo della famiglia G. trasferitosi in Sicilia; in gioventù operò a Genova col nipote Elia; nelle prime sue opere si notano arcaismi di gusto lombardo; poi lo stile si modifica e arricchisce per i contatti con F. Laurana e per gli influssi che esercitò su di lui l'arte catalana. Fra le sue opere più significative: alcune sculture della cappella di S. Giov. Battista (Genova, duomo, 1456); il fonte battesimale per Salemi (1463); la Madonna di San Mauro Castelverde (1480); l'arca di S. Gandolfo a Polizzi Generosa (1482); gli ultimi lavori furono quelli dell'Annunziata, a Palermo. Suo figlio fu Antonello (Palermo 1478 - ivi 1536), tra le cui opere giovanili, ancora quattrocentesche e lombarde ma sotto l'influsso di F. Laurana, è da ricordare la Madonna della Scala (Palermo, duomo), e tra le opere mature il S. Giovanni Battista (Castelvetrano), il Crocifisso (Alcamo) e il monumento dell'arcivescovo Paternò nel duomo di Palermo; famosa la decorazione, con settantacinque statue, della tribuna del duomo di Palermo (attualmente i rilievi sono nel duomo diocesano). Figlio di Antonello fu Giacomo, scultore (Palermo 1517 - ivi 1598), attivo in Sicilia, autore dell'ancona di Roccella Valdemone (1542). Vincenzo, scultore (Palermo 1527 - ivi 1595), figlio e aiuto di Antonello, fece il balcone del Palazzo Arcivescovile di Palermo. Fazio, scultore (Palermo 1520 - ivi 1567), figlio di Antonello, fece in gioventù le statue della Vergine e di S. Michele a Mazara del Vallo; aiutò il padre per la tribuna del duomo di Palermo e scolpì numerose statue per diversi comuni dell'isola. Elia, scultore (m. 1511 ca.), attivo nel sec. 15º a Udine, in Spagna, ma soprattutto a Genova, ove aiutò lo zio Domenico. Giovanni, scultore e architetto operoso a Genova (seconda metà del sec. 15º), è autore di una serie di portali di palazzi e chiese, inquadrati da una ricca decorazione. Pace, scultore, figlio di un Beltrame (notizie dal 1493 al 1521), lavorò con l'Amadeo alla Certosa di Pavia. A Genova è associato (dal 1501) con Antonio Della Porta, con cui eseguì numerose opere, inviate in Francia (altare nell'abbazia di Fécamp, 1507; fontana nel castello di Gaillon, 1506) e in Spagna (mausoleo De Ribera, oggi nella chiesa dell'univ. di Siviglia).