Prete romano, che sotto il papa Zefirino (198-217) scrisse un Dialogo (noto ad Eusebio) contro i montanisti e il loro millenarismo, in cui respingeva come apocrifi l'Apocalisse (da G. attribuita a Cerinto) e altresì (come appare da un frammento di Ippolito, avversario di G.) il Vangelo giovanneo. Ma nel combattere il profetismo dei montanisti, che si richiamavano a Filippo Diacono e alle sue figlie, G. rivendicava alla Chiesa di Roma il possesso dei "trofei" (τρόπαια) degli Apostoli, quello di Pietro sul Vaticano, quello di Paolo lungo la Via Ostiense: le parole di G., riferite da Eusebio, sono la testimonianza letteraria più antica di queste tombe.