DUILIO, Gaio (C. Duilius M. f. M. n.)
Fu console con Gneo Scipione Asina nel 260 a. C., in cui Roma si accinse a disputare a Cartagine il dominio del mare con la nuova flotta di 100 quinqueremi e 20 triremi. D. ebbe dapprima in Sicilia il comando di due legioni, alla testa delle quali egli liberò Segesta assediata da Amilcare e nel ritorno prese Macella. Quando nella prima azione navale a Lipari una squadra romana di 17 navi, col console Scipione, dovette arrendersi ai Cartaginesi, D. passò al comando del grosso della flotta, che egli preparò allo scontro con ogni cura e dotò dei famosi corvi, congegni per afferrare le navi nemiche e facilitare l'arrembaggio ai legionarî imbarcati. Le due flotte (130 navi i Cartaginesi, secondo Polibio, circa 100 i Romani) si scontrarono presso Mylae (Milazzo); soprattutto per l'uso dei corvi, i Cartaginesi furono battuti, 30 loro navi con una ricca preda furono catturate, compresa la nave ammiraglia, una eptere, 13 o 14 affondate, 3000 dei loro uomini morirono, 7000 rimasero prigionieri. Fu la prima vittoria marittima dell'Italia romana. La guerra navale però non fu continuata; la flotta cartaginese si rifugiò a Palermo, la romana si ancorò a Messina, e D. nel febbraio 259 tornò a Roma e trionfò: primus... navalem de Sicul(is) et classe poenica egit. (Fasti triumph. capit.). In suo onore fu innalzata una colonna ornata dei rostri delle navi catturate e con un'iscrizione, di cui un cospicuo frammento fu scoperto nel foro, inciso su un blocco di marmo pario, in lettere dell'età imperiale, in cui si procedette al restauro della colonna, e si riscolpì l'iscrizione arcaica originale (Corpus Inscr. Lat., I, 2ª ed., nn. 25, p. 384 e Notizie scavi, 1930, p. 346). Gli fu poi concesso a vita l'onore di farsi accompagnare a casa la sera da un suonatore di flauto e da un fiaccolaio, gli onori cioè del magistrato supremo. Fu infine censore nel 258 con L. Cornelio Scipione e nel 231 dictator comitiorum habendorum causa. Morì molto vecchio.
Fonti: Polibio, I, 20 seg.; Livio, Per., 17; Orosio, IV, 7, 7-10; Futropio, II, 20; Zonara, VIII, 10, 8 seg.; Elogio, in Corpus Inscr. Lat., I, 2ª ed., p. 123, n. XI.
Bibl.: F. Münzer, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., V, 1903, col. 1777; O. Meltze, Gesch. d. Karthager, II, Berlino 1896, p. 278; G. De Sanctis, Storia dei Romani, III, 1, Torino 1916, p. 126; J. Beloch, Griechische Geschichte, IV, 1, Berlino 1925, p. 653; E. Pais, Storia di Roma durante le guerre puniche, I, Roma 1927, p. 113 seg.