MANILIO, Gaio
Tribuno per il 66, legò il suo nome alla famosa lex de imperio Cn. Pompei. Altra legge, de libertinorum suffragiis, aveva proposto già nel dicembre del 67, appena entrato in carica, legge che, distribuendo i libertini in tutte le tribù, invece che nelle 4 urbane, ne aumentava l'influenza. Ma, approvata frettolosamente da una folla raccogliticcia l'ultimo giorno dell'anno, la legge fu annullata il 1 gennaio 66 dai nuovi consoli, per la mancata osservanza dei termini legali. Appena uscito di carica fu accusato de repetundis. Il processo, rinviato al 65, e in cui Cicerone avrebbe dovuto difenderlo, fu interrotto con la violenza: ma al processo de maiestate, che ne seguì, M. fu condannato in contumacia.
Bibl.: Drumann-Groebe, Geschichte Roms, IV, Lipsia 1908, p. 429 segg.; V, ivi 1919, p. 399 segg.; E. Ciaceri, Cicerone e i suoi tempi, I, Milano 1926, pp. 117 segg., 138 seg., 150 segg.