Vedi MUCIUS, Gaius dell'anno: 1963 - 1995
MUCIUS, Gaius (v. vol. V, p. 251)
Dalle poche informazioni deducibili da Vitruvio (III, 2, 5 e VII, praef. 17) si è cercato di precisare aspetti dell'opera e dell'identità stessa di questo architetto.
La sua personalità viene concordemente legata a quella generazione di artefici più o meno direttamente formata alla scuola dei grandi maestri ionici Hermodoros di Salamina e Hermogenes di Alabanda, generazione in larga misura responsabile della sperimentazione artistica romana della tarda repubblica.
Per la sua identità, si tende a vedere in M. un ingenuus, forse cliente di quel Q. Mucius Scaevola detto l'Augure (console nel 117 a.C.), fortemente legato a Mario anche per parentela. Una proposta, avanzata ipotizzando un errore di Vitruvio o dei suoi copisti nella trascrizione del prenome dell'architetto (C. al posto di Q.: Richardson, 1978), arriva addirittura a vedere in M. un membro della gens, forse lo stesso console del 117. Su questi dati poi, la scelta da parte di Mario di un architetto romano è stata interpretata (Gros, 1976) come risposta politica ai troppo grecizzati imperatores romani dell'epoca.
La recente individuazione di un'iscrizione parietale musiva in un ninfeo repubblicano a Segni, databile tra la fine del II e gli inizî del I sec. a.C., può ora contribuire a chiarire e forse in parte modificare alcuni aspetti di questa problematica. In una tabella conservata in posizione centrale nel prospetto principale del monumento si legge, in lettere greche formate da tessere di blu egiziano: Κόιντος Μούτιος / ήρχιτηκτόνε[...], integrabile in ήρχιτηκτόνε[ι] ο ήρχιτηκτόνε[υσεν]. Dalla grafia adottata si è visto in questo personaggio un greco, venuto in possesso della cittadinanza, per adozione o per manomissione, grazie all'intervento di qualche membro della famiglia dei Mucii Scaevola. L'attività svolta nella provincia d'Asia dai due ultimi consoli della famiglia, e in particolare dallo stesso Q. Mucius Scaevola l'Augure fra 120 e 119 a.C., può segnalare l'occasione della venuta a Roma di questo artista, nonché indicare approssimativamente la sua area di provenienza. Se il differente praenomen ha sconsigliato l'identificazione in una sola persona dei due architetti, è stata avanzata l'ipotesi, anche in base alla probabile comune appartenenza alle clientele della stessa famiglia se non dello stesso personaggio, di estendere all'architetto di Mario quanto deducibile dall'iscrizione di Segni; sarebbe in particolare di estrema importanza poter verificare la possibile grecità d'origine del personaggio, che stringerebbe ancor più i già citati legami di quest'ultimo con la scuola ionica.
Aspetti di sintesi fra caratteri architettonici greci ed elementi tipici della tradizione romana, già rilevati nell'opera di C. Mutius, sono stati individuati anche nel ninfeo di Segni; è lecito pensare, data la cronologia alta di questo monumento, che l'opera di Q. Mutius possa aver in qualche modo contribuito alla formazione del tipo architettonico del ninfeo.
Nuove proposte sono state infine avanzate circa la localizzazione dell'aedes Honoris et Virtutis a Roma. Alle consuete localizzazioni sull'Arce o sulle sue pendici sud-orientali si è ora aggiunta, grazie a osservazioni del Richardson, la proposta di posizionare il tempio lungo il primo percorso della Sacra Via, più probabilmente nella zona dell'arco di Tito.
Bibl.: M. H. Crawford, Roman Republican Coinage, Cambridge 1974, p. 413, n. 403; P. Gros, Les premières générations d'architectes hellénistiques à Rome, in Mélanges J. Heurgon, I, Roma 1976, p. 378 ss.; L. Richardson jr., Honos et Virtus and the Sacra Via, in AJA, LXXXII, 1978, pp. 245-246; B. Wesenberg, Bäträge zur Rekonstruktion griechischer Architektur nach literarischen Quellen, Berlino 1983, p. 171 ss.; H. Knell, Vitruvius Architekturtheorie, Darmstadt 1985, pp. 17, 71, 73; P. Gros, Vitruve. De l'Architecture, livre III, Parigi 1990, p. 87; C. Stampolides, Hermogenes, sein Werk und seine Schule vom Ende des 3. bis zum Ende des 1. Jhs. v. Chr., in Hermogenes und die hochhellenistische Architektur. Internationales Kolloquium, Berlin 1988, Magonza 1990, p. 115; G. Gullini, L'architettura e l'urbanistica, in Princeps Urbium. Cultura e vita sociale nell'Italia romana, Milano 1991, p. 488 ss. - Per l'iscrizione del ninfeo di Segni si veda: F. M. Cifarelli, Un ninfeo repubblicano a Segni con la firma di Q. Mutius architetto, in Tra Lazio e Campania. Quaderni del Dipartimento di Scienze dell'Antichità, Università di Salerno, XII, 1995, pp. 159-188. - Per il Tempio di Honos et Virtus si veda ora la sintesi delle conoscenze in D. Palombi, in E.M. Steinby (ed.), Lexicon Topographicum Urbis Romae, III, in corso di stampa, s.v. Honos et Virtus, aedes, Mariana.