GALATEA (Γαλάτεια, Galatēa)
Nereide, figlia di Nereo e di Donde, in origine personificazione della lattea spuma del mare, in seguito considerata anche in relazione con il latte degli animali.
Secondo una versione, in cui appare come protettrice delle greggi, G. è amata dal pastore Polifemo, e genera il figlio Galas o Galato; secondo un'altra, diffusasi sotto l'influsso del ditirambografo Filosseno di Citera (435-380 a. C.), G. è amata dal ciclope Polifemo, del quale si beffa preferendogli il giovinetto Aci, che sarà ucciso dal ciclope con un masso e tramutato nel fiume omonimo.
I monumenti figurati, quasi esclusivamente pitture, conoscono le due versioni. Il ciclope seduto su roccia a cui G. si appressa, vestita di chitone e himàtion e con in mano una larga foglia a mo' di ventaglio (suo attributo quasi costante), incoraggiata da una accompagnatrice, è rappresentato in una pittura di Ercolano. Nella Casa di M. Lucrezio a Pompei la stessa scena è divisa in due quadri su diverse pareti e G., che l'intermediaria indica a Polifemo, è raffigurata in groppa a un delfino. In tre pitture di Pompei i due amanti si abbracciano; in un'altra pittura della stessa città e in un rilievo di Torino la ninfa è seduta sulle ginocchia del ciclope. I medesimi personaggi sono forse da riconoscere in una pittura di Ercolano dove è dipinto un giovane che fa profferte di amore a una donna, con in mano il consueto ventaglio, seduta su una roccia. Frequente nella pittura pompeiana la scena di Eros cavalcante un delfino che porge a Polifemo un messaggio dell'amata. La più bella pittura con tale mito è nella Casa di Livia sul Palatino. Il ciclope, tenuto alla cavezza da Eros, è sceso nel mare dove, G., circondata da altre Nereidi, naviga sull'ippocampo beffandosi di lui. Questa pittura si distacca dalle altre in cui, con poche varianti, è ripetuto lo stesso motivo, poichè quelle, in qualche particolare, ricordano la descrizione di Filostrato (Eik.,II, 18): Polifemo in piedi o seduto sulla riva rocciosa, spesso con il gregge, talvolta con la zampogna o la lyra, guarda G. che, sola o con altre Nereidi, cavalca un delfino sul mare. La ninfa ha il ventaglio e un manto la ricopre quasi sempre al disotto della cintola. In alcune rappresentazioni G. si allontana dal Ciclope, in altre è rivolta verso di lui. La più notevole di queste pitture è quella della Casa dei Capitelli colorati, in cui G. è preceduta da un Tritone che suona la conchiglia. Polifemo seduto su una roccia mentre suona la lyra e G. su delfino sono rappresentati anche su una gemma di Berlino. Su un rilievo di sarcofago di Palazzo Mattei il ciclope vuole conquistare con doni l'amore di G., anche qui rappresentata in groppa al delfino; mentre in un altro rilievo di Palazzo Mattei, che pare rappresenti Polifemo e G., questa cavalca un centauro marino. L'iscrizione ci assicura che la Nereide rappresentata sola su un grifo marino in un mosaico di Elche è G., forse raffigurata, sulla stessa cavalcatura, anche in una pittura di Pompei. È da ricordare anche il rilievo di Villa Albani, in cui Polifemo siede su una roccia con la lyra e guarda lontano sul mare verso G., che un Erote gli indica. In un rilievo proveniente da Nemi, ora a Roma del Museo delle Terme, sono rappresentate le maschere dei due innamorati. L'identificazione con G. della dea che cavalca un kètos scortata da un Tritone su un vaso etrusco a Volterra è incerta.
Monumenti considerati. - Pittura di Ercolano: W. Helbig, Wandgemälde, Lipsia 1868, n. 1050; S. Reinach, Rép. Peint., 172, 2; W. Helbig, in Symbola, cit. nella bibl., p. 364. Pittura della Casa di M. Lucrezio: W. Helbig, Wandg., nn. 1051 e 1037; A. Trendelenburg, in Arch. Zeit., xi, 1876, p. 89; B. Sauer, op. cit., nella bibl., p. 56. Pitture di Pompei con G. abbracciata: W. Helbig, Wandg., n. 1052, tav. xiii; S. Reinach, op. cit., 172, 4; A. Sogliano, Pitt. mur. camp., Napoli 1879, p. 475; A. Mau, in Bull. Inst., 1884, p. 20, I. Ma il Rossbach, in Jahrbuch, viii, 1893, p. 51 s., in queste e in altre pitture non ha voluto riconoscere Polifemo e G.; cfr. B. Sauer, op. cit., p. 58. Pittura con G. sulle ginocchia di Polifemo: A. Sogliano, op. cit., p. 474; B. Sauer, op. cit., p. 57; K. Schefold, Die Wände Pompejis, Berlino 1957, p. 372. Rilievo di Torino: H. Dütschke, Ant. Bildw. in Oberit., iv, 172; T. Schreiber, Hellen. Reliefb., Lipsia 1889, tav. 55; cfr. B. Sauer, op. cit., p. 57. Pittura di Ercolano: W. Helbig, op. cit., n. 1053; S. Reinach, op. cit., p. 124, 3. Pitture con consegna del messaggio: W. Helbig, op. cit., n. 1048; G. E. Rizzo, Pittura, p. 64, fig. ‛33; W. Helbig, op. cit., n. 1049; S. Reinach, op. cit., p. 172, 5; R. Engelmann, Bilder Atlas zu Ovid. Metamorphosen, Lipsia 1890, tav. xxvi, 156; A. Sogliano, op. cit., p. 472. Pittura del Palatino: G. E. Rizzo, Pitture "Casa di Livia", p. 35 ss., figg. 25-29. Pittura della Casa dei Capitelli colorati: W. Helbig, op. cit., n. 1042; S. Reinach, op. cit., p. 172, 6. Altre pitture con medesimo soggetto: W. Helbig, op. cit., n. 1043; S. Reinach, op. cit., p. 172,8; W. Helbig, op. cit., nn. 1044-1047; A. Sogliano, op. cit., pp. 470-471; G. E. Rizzo, Pittura, p. 76, tav. 165; M. Della Corte, in Simbolae in hon. De Petra, p. 220, fig. 2; Chr. Alexander, in Metropol. Mus. Studies, i, 2, 1929, p. 181, figg. 9-10. Gemma di Berlino: E. H. Tölken, Antike geschnitt. Steine, III, 191; cfr. B. Sauer, op. cit., p. 102, n. 147. Sarcofago di Palazzo Mattei: C. Robert, Sarkophagr., II, 6o, 182 a-d; B. Sauer, op. cit., p. 52. Rilievo di Palazzo Mattei: W. Helbig, in Symbola, cit., p. 370. Mosaico di Elche: S. Reinach, op. cit., p. 399, 3. Pittura di Pompei: W. Helbig, op. cit., n. 1040. Rilievo di Villa Albani: Helbig-Amelung, Führer, 1895. Rilievo di Nemi: Not. Sc., 1931, p. 269, fig. 29. Vaso di Volterra: J. D. Beazley, Etrusc. Vase-Paint., p. 68; cfr. K. Wernicke, in Jahrbuch, II, 1887, p. 116, n. 3, e Fehrle, in Roscher, col. 1191, s. v. Triton.
Bibl.: W. Helbig, Polyphemos u. Galateia, in Symbola Philogorum Bonnensium, 1864-67, pp. 359-372; B. Sauer, Der Torso v. Belvedere, 1894, p. 50 s.; Weicker, in Pauly-Wissowa, XIII, 1910, c. 518, s. v. Galateia; K. Scherling, ib., XXI, 1952, c. 1810 ss., s. v. Polyphemos, n. 2.