GALENO (Γαληνός; il nomen Κλαύδιος è del tutto letterario e appare soltanto dal Rinascimento)
Medico nativo di Pergamo, vissuto dal 129 d. C. al 201.
Dopo un periodo di studi filosofici e quindi di anatomia, ad Alessandria, esercitò la professione a Pergamo e poi a Roma alla corte di Marco Aurelio. Gli sono attribuiti numerosissimi scritti (circa 400), dei quali circa un quarto ci sono pervenuti, talora nella traduzione araba. Rarissimi i manoscritti anteriori al sec. XV (v. Diels, Die Handschriften der antiken Ärtze, i, in Abhandl. der Berl. Akad. d. Wiss., 1906, p. 58 ss.).
La sua iconografia ci è trasmessa dalla miniatura a fol. 3 del codice Med. gr. i della Nationalbibliothek di Vienna. G. vi compare al centro di un consesso di medici, tra Cratevas ([Κρατ]εύας) e Dioscuride, cioè proprio i due celebri autori di erbari, vale a dire i due scrittori di medicina più letti al tempo di Galeno. Gli altri medici rappresentati sono: Nicandro, Rufo, Andrea, Apollonio (cfr. dioscuride). La posizione preminente di G. nella composizione è ancora accentuata dal fatto che egli siede su una cattedra e posa i piedi su una pedana, mentre tutti gli altri personaggi sono seduti su massi di roccia. Il Buberil ritenne che la raffigurazione fosse venuta al codice di Dioscuride dal frontespizio di un'opera dello stesso Galeno. Ma è possibile che la composizione sia un centone di singole figure, ognuna concepita a sé, che l'autore del prototipo della miniatura attuale avrebbe appena modificato per dare unità alla scena, ed è perciò difficile stabilire se questa raffigurazione di G. maestro tra i maestri comparisse sin dall'inizio nell'edizione di G. o non sia invece un contributo celebrativo di un editore più tardo.
Estendendo un'osservazione del Goldschmidt, lo Schefold ritiene che G. sia raffigurato, con Ippocrate, a folii i v e 2 r del cod. Ms. Phys. Fol. 10 nella Landesbibliothek di Kassel (Erbario di Apuleio, del IX sec., ma derivato da fonti antiche). G. e Ippocrate sono anche raffigurati in un affresco del duomo di Anagni (sec. XIII) con copricapo assai simile a quello di una delle figure di Kassel.
La rarità dei manoscritti di G. restringe moltissimo gli esempi della sua iconografia: il codice greco E 37 sup. della Biblioteca Ambrosiana di Milano, del sec. XVI, ha (a fol. 82 r), un'imago clipeata di G. in abiti "moderni", per la quale K. Weitzmann ha proposto un antico prototipo; il ritratto di G. entro un clipeo appare anche in una serie di nove ritratti di medici illustri nel codice arabo A F 10 (fol. i v) della Nationalbibliothek di Vienna. Questo codice fu a lungo ritenuto un'opera di G. riordinata da Giovanni Grammatico (Philoponos), vissuto nel VI sec., sinché il Meyerhof dimostrò l'inconsistenza dell'attribuzione tradizionale. È ricchissimo di miniature, molte con scene di genere riferibili forse, in parte, a un prototipo bizantino, altre (figure di serpenti) riferibili a una antica illustrazione sul tipo del prototipo del "Nicandro" della Bibllothèque Nationale di Parigi (v. codice).
Infine non è comune un illustrazione di G. contenuta nel cod. Vaticano gr. 199, dove al disotto di una raffigurazione della Deesis è rappresentata una curiosa scena di genere con medici al lavoro, che ha qualche affinità con i manoscritti medici arabi, dei quali può rammentare il prototipo. La stessa composizione fu replicata come illustrazione di un'opera medica di Nicola Mirepso, medico bizantino del XIV sec. (Parigi, Bibliothèque Nationale, gr. 2243).
Bibl.: Mewaldt, in Pauly-Wissowa, VII, 1912, cc. 518-591, s. v. Galenos, n. 2; J. J. Bernoulli, Gr. Ik., II, pp. 217, 220; P. Buberl, Die Antiken Grundlagen der Miniaturen des Wiener Dioskurides, in Jahrbuch, LI, 1936, p. 114 ss.; id., Beschreibendes Verzeichnis der Illum. Hss. in Oesterreich, n. s., IV, I, 1937, pp. 3-55; A. Goldschmidt, Die deutsche Buchmal., I, Monaco 1928, p. 37, tav. 20 (cfr. Ch. Singer, The Herbal in Antiquity, in Journ. Hell. Stud., XLVII, 1927, I, p. 43 ss.); K. Schefold, Die Bildnisse d. Antiken Dichter, Redner u. Denker, Basilea 1943, p. 217; K. Weitzmann, Islamic Scientific Illustrations, in Archaeologica Orientalia in memoriam E. Herzfeld, New York 1952, p. 244 ss. (specialmente pp. 262-64, e tav. XXXVI, 17-18; ivi riferimento alla bibl. precedente sullo Pseudo Galeno di Vienna); G. Elmer, in Am. Journ. Arch., LIX, 1955, p. 322, tav. 94, 3-4 (tentativo di identificazione con G. di una testa ritratto di filosofo greco, nella Galleria di Rochester); su Bibl. Nat., gr. 2243: J. Porcher, Byzance et la France médiévale, Parigi 1958, p. 84; su Pal. gr., 199; C. Bertelli, in Bollettino d'Arte, XLIV, 1959, p. 85, fig. A. Sugli affreschi di Anagni; P. Toesca, Gli affreschi del duomo di Anagni, Roma 1903; A. Grabar, La peinture romane, Losana 1958, p. 61.