BEACQUI, Galeotto (Teofilo da Milano)
Nacque, come conferma l'appellativo assunto in religione, a Milano intorno al 1400. Studiò legge probabilmente a Pavia conseguendo la laurea in utroque iure ed ivi negli anni 1444-45 e 1447 fu incaricato "ad lecturani iuris civilis extraordinariani" (Prelini, p. 50). Lo troviamo poi a Ferrara al tempo di Leonello d'Este, restauratore dello Studio universitario, ad insegnare diritto civile nell'anno accademico 1449-50 (Borsetti, II, p. 32).
Durante questi anni ebbe modo di formarsi una buona biblioteca che egli legò al monastero di S. Benedetto in Polirone nel Mantovano, dove si fece monaco il 30 genn. 1452.Entrando in monastero, forse l'anno precedente, aveva portato con sé una parte dei libri lasciando temporaneamente il resto a Ledrisio Crivelli, anch'egli dottore in utroquee collega nell'insegnamento, ma non concittadino (Borsetti, I, p. 46; II, p. 341)come vuole l'Armellini (II, p. 106).Con la professione monastica anthe questi libri passarono al monastero mantovano, insieme con "molte altre cose di gran valore" (Lucchini, p. 130).
Fu ordinato sacerdote nel 1453. La sua scienza giurichca, per cui venne chiamato "celeberrimus iuris utriusque doctor" (Lucchini, p. 129; Armellini, II, p. 106), gli aprì la via alle cariche supreme dell'Ordine (1457), mettendolo a contatto con i Gonzaga di Mantova e con i dogi di Venezia. Per circa quattro lustri egli governò alternativamente le abbazie di S. Benedetto in Polirone (dal 21 maggio 1457) e di S. Giorgio Maggiore di Venezia, allora fiorenti per la riforma iniziata da Lodovico Barbo, e fu presidente della recente Congregazione monastica di S. Giustina, in seguito chiamata cassinese (Ordinationes, pp. 188-288, passim).
Per comprendere la molteplice attività svolta dal B. conviene tener presente l'influsso esercitato dalla riforma benedettina nei primi anni del sec. XV e la riorganizzázione del regime abbaziale.
Nella realizzazione di tale programma di rinnovamento spirituale il B. si distinse per il saggio governo e per le fabbriche da lui erette: in Mantova costruì, per la munificenza, dell'abate commendatario Guido Gonzaga, parte del dormitorio e l'irifermeria, completando il secondo chiostro, chiamato "di S. Simeone" per esservi dipinta la vita di quel santo monaco armeno, fece altre costruzioni necessarie a un monastero in sviluppo e dotò l'abbazia di alcuni poderi. Durante il suo governo ospitò Pio Il col seguito mentre si recava alla dieta di Mantova, il 22 ott. 1459, ed eresse a ricordo una statua del papa.
Nel 1461 il B. fu eletto abate di S. Giorgio Maggiore di Venezia, ove cominciò a far costruire il campanile terminato nel 1467 dall'architetto Giovanni da Como (Cicogna, IV, p. 613). Nell'anno seguente fu nominato presidente della Congregazione monastica di S. Giustina; trattò l'aggregazione dell'abbazia di Moguzzano che più tardi fu affidata all'abate di S Benedetto (Lucchini, pp. 133 S.). Sempre nel 1462 procurò alla chiesa l'insigne reliquia del cranio di s. Giorgio (Acta Sanctorum, 3 ed., aprilis, III, pp. 133-135; cfr. B. H. L., n. 3406), ottenendo appoggio e finanziamento dal Senato veneto (Corner, VIII, pp. 173 ss., 270 s.). Nel 1463 consegnò al papa Pio II i beni lasciati dal defunto cardinale ruteno Isidoro di Tessalonica (ibid., p. 271).
Il Rossi e il Corner (VIII, pp. 194 s.) sembrano attribuire la fondazione della biblioteca monastica ai Medici esuli in Venezia nel 1464, ma il Cicogna (IV, p. 595) la fissa al 1433.
Riconfermato abate di S. Giorgio per il triennio successivo, il B. fu pure rieletto presidente della Congregazione di S. Giustina per l'anno 1465. Del 12 marzo 1465 è una sua convenzione libraria con Girolamo Michiel, fratello del defunto abate Giovanni Domenico, "ut de libris Io. Michaelis abbatis fratris sui uteretur in vita, sed post obitum daret monasterio centuni duc. curr., nain plurimi perierunt ut de eis controversuin est" (Cicogna, IV, p. 596).
Nel 1467 e nel 1468, pur rimanendo "visitatore" della Congregazione, viene nominato priore di S. Pietro in Glassiate di Milano (Ordinationes, pp. 255, 263); nel 1469 per la terza volta è nominato presidente essendo abate di S. Benedetto (Wion, p. 589; Ordinationes, p. 268).
Nel 1471 è di nuovo eletto abate di S. Giorgio (Ordinationes, 282; Rossi, p. 261). L'ultimo lavoro da lui compiuto fu la foresteria dei pellegrini nel 1475 a S. Benedetto; però nelle Ordinationes (p. 287) appare, per l'ultima volta, come definitore nel capitolo del 1472 ed incaricato di ricevere nella Congregazione il monastero di S. Vitale di Ravenna (ibid., p. 288).
In anno imprecisato l'Armellini lo dice morto a S. Giorgio, mentre il Lucchini ricorda che l'erezione della suddetta foresteria avvenne, sotto il B., nel 1475.
Fonti e Bibl.: La fonte più ricca rimane B. Lucchini, Cronica della vera origine... del famoso monastero di S. Benedetto Mantovano, Mantova 1592, pp. 127-137. Per il Periodo pavese: C. Prelini, Serie cronol. deiprofessori di giurispr., in Mem. e doc. per la storia dell'univer. di Pavia..., I, Pavia 1878, p. 50. Per il periodo ferrarese: F. Borsetti, Historia almi Ferrariae gymnasii, Ferrariae 1735, II, p. 32; G. Pardi, Lo studio di Ferrara nei secc. XV e XVI, Ferrara 1903, p. 97. Per il periodo mantovano: G. B. Intra, Il cenobio di San Benedetto Po, Mantova 1897, p. 10; R. Bellodi, Il monastero di San Benedetto in Polirone nella storia e nell'arte, Mantova 1905, pp. 58 s., 284. Per il periodo veneziano: F. Corner, Ecclesiae Venetae antiquis monumentis... illustratae, VIII, Venetiis 1749, pp. 173-95, 270-72; G. Rossi, Storia del monastero di San Giorgio Maggiore, in E. A. Cicogna, Delle Inscriz. veneziane, IV, Venezia 1836, p. 261 (con le note del Cicogna a pp. 316 ss., e l'epigrafe n. 33 a p. 613 riguardante il campanile); G. Damerini, L'isola e il cenobio di San Giorgio Maggiore, Venezia 1956, pp. 54, 137 (campanile), pp. 95 s., 136 (reliquia di s. Giorgio), 191. Per l'elez. a presidente della congreg. di S. Giustina: A. Wion, Lignum vitae, II, Venetiis 1595, pp. 588 s.; M. Armellini, Catalogi tres episcoporum, reformatorum et virorum sanctitate illustrium e Congregatione Casinensi, II, Romae 1755, p. 106 (per la cronologia i due autori non concordano pienamente con le Ordinationes Congregationis S. Iustinae de Padua O. S. B. capitulorum generalium [1424-1474], a cura di T. Leccisotti, in Miscellanea cassinese, 16-17, Montecassino 1939, v. Indice; ciò è dovuto probabilmente alla diversità del computo cronologico).