GALERIO (Galerius Valerius Maximianus)
Imperatore romano, nato presso Serdica nella Dacia Ripensis, da famiglia di oscura origine. Ignoto l'anno della nascita. Nominato Cesare da Diocleziano il 1° marzo del 293, gli fu assegnato il governo delle province danubiane. Chiamato in Oriente per guidare una campagna contro i Persiani, dopo essere stato in un primo tempo battuto, riusciva l'anno successivo a sconfiggerli. Ritornato nelle sue province, combatteva contro i Marcomanni e i Sarmati. In seguito all'abdicazione di Diocleziano, nel maggio 305, veniva proclamato Augusto. Moriva nel maggio 311 dopo lunga malattia.
Le fonti cristiane lo descrivono grasso e di aspetto feroce (Eus., Hist. eccl., viii, 16; id., Vita Constantini, I, 57; Lact., De mort. perf., ix: et verbis et actibus et aspectu terrori omnibus ac formidini fuit). Aurelio Vittore (Epit., 40) invece lo dice: pulcher corpore. È probabile che gli autori cristiani abbiano alquanto accentuato le caratteristiche di forza selvaggia e di aspetto terribile proprie di Galerio.
Di G. non si conoscono monete anteriori al 1° marzo 293. La sua effigie appare solo sulle monete emesse dalle zecche esistenti nelle province sotto il suo diretto governo, meno regolarmente appare sui pezzi delle zecche orientali appartenenti a Diocleziano e poi a Massimino Daza; dopo il 305 vennero in suo possesso anche le zecche di Nicomedia e di Cizico. Non la si trova invece nei pezzi battuti, anche a suo nome, nelle zecche occidentali.
Sulle prime emissioni, subito dopo il 293, G. ha già l'aspetto di un uomo maturo. Dal complesso delle monete di sicura attribuzione, oltre le differenze di stile dovute alle singole zecche, appaiono alcuni caratteri comuni: fronte bassa e rugosa, naso corto e dritto, mento grosso, occhio rotondo, linee delle arcate sopraccigliari molto accentuate e ricongiungentisi alla radice del naso, collo corto e grosso, barba corta che incornicia il volto e si riunisce con i capelli.
Il ritratto di G. ci è conservato in una delle erme di Salona e nei gruppi in porfido di Venezia e del Vaticano. Il tipo dei Cesari si distingue da quello degli Augusti per forme più slanciate e per una costruzione più triangolare del viso. Entrambi i Cesari sono sbarbati. Nei gruppi in porfido, specie in quello Vaticano, domina anche tra i Cesari un tipo unico, quello di G., che corrisponde al tipo di Diocleziano per gli Augusti.
G. era rappresentato più volte nei rilievi dell'arco eretto in suo onore a Salonicco (v.) ma nessuna testa ci è stata conservata integra. Infine G. era raffigurato insieme alla moglie Galeria Valeria su una gemma di cui si conserva l'impronta nel Kunstmuseum a Bonn.
Recentemente è stato rinvenuto a Salonicco un piccolo arco marmoreo sul quale, oltre a varie rappresentazioni, è raffigurato il busto di un personaggio, con ogni probabilità Galerio.
Bibl.: E. Ensslin, in Pauly-Wissowa, XIV, 1928, cc. 2516-2528, s. v. Maximianus Galerius; R. Paribeni, Da Diocleziano alla caduta dell'Impero d'Occidente, Roma 1941, p. 20 ss.; J. J. Bernoulli, Röm. Ik., p. 205 ss.; K. F. Kinch, L'arc de triomphe de Salonique, Parigi 1890, p. 13; H. P. L'Orange, Die Bildnisse der Tetrarchen, in Acta Archaeologica, II, 1931, pp. 29 ss.; R. Delbrück, Antike Porphyrwerke, Berlino 1932, pp. 84 ss., 122; H. P. L'Orange, Studien zur Geschichte des spätantiken Kaiserporträts, Oslo 1933, p. 16 ss., 103. Monete: H. Cohen, Monn. Emp., VII, p. 99 ss.; I. Maurice, Numismatique Constantinienne, Parigi 1908, I, pp. 46 ss.; G. Castelfranco, L'arte della moneta nel tardo Impero, in La Critica d'Arte, VII, 1937, p. 11 ss. Per il piccolo arco di Salonicco: Bull. Corr. Hell., LXXXII, 1958, p. 759, fig. 4 e 5.