BICHI, Galgano
Nacque a Siena il 16 maggio 1663, da Rutilio e da Caterina Piccolomini. La famiglia, d'antica nobiltà del Monte dei Nove, possedeva il castello di Rocca Albegna, sotto il titolo di marchesato, e la contea di Scorgiano. Laureatosi in diritto canonico e civile il 2 genn. 1686, nel marzo dello stesso anno il B. partì per Osimo con lo zio paterno Antonio, già vescovo di Montalcino e allora presule di quella città. Vi si trattenne per circa sei anni, assistendo lo zio nell'ufficio pastorale e occupandosi con molto zelo della ricostituzione dell'Accademia dei Sorgenti, di cui fu eletto principe nel 1688. Spesso accompagnò a Roma lo zio - che intanto era stato creato cardinale - e vi soggiornò a lungo nel 1686, 1687 e 1690. Nell'ottobre 1692, dopo la morte del suo protettore, tornò definitivamente a Siena. Qui il B. - che era chiamato abate, sia per l'uso corrente di dar questo titolo anche ad alcuni ecclesiastici con la sola tonsura, sia per non confonderlo col coetaneo cugino, il marchese Galgano - riprese gli studi iniziati nel 1683 per completare l'albero genealogico della sua casata; ma i suoi interessi per la storia e i documenti antichi divennero così vasti e profondi da farlo annoverare fra i più illustri eruditi senesi.
Nel 1695 infatti il B. iniziò una sistematica ricerca delle pergamene esistenti negli archivi senesi, facendone egli stesso il regesto o affidando tale incarico ad alcuni preti, esperti paleografi, da lui compensati. Uno di costoro, Antonio Sestigiani, che fu ininterrottamente al servizio del B., come paleografo e copista, fino dal 1695, e che possiamo considerare il suo biografo, illustra in un Memoriale (Arch. di Stato di Siena, ms. D. 97) il metodo seguito dall'abate per raccogliere e compendiare gli antichi documenti e narra come egli si facesse varie volte promotore, a partire dal settembre 1699, di società di nobili e di dotti che contribuivano alla spesa di una ricerca storica, tassandosi per un determinato periodo di tempo; fra i nomi dei partecipanti sono anche quelli, ben noti, di Uberto Benvoglienti e Pirro Maria Gabbrielli. La raccolta di manoscritti che, fra copie di documenti, regesti e notizie, si venne in tal modo formando incasa Bichi, raggiunse ben presto una notevole entità e la sua importanza è dimostrata dal fatto che oggi costituisce, quasi da sola, il consultatissimo fondo dei manoscritti dell'Archivio di Stato di Siena.
Il fine che il B. si proponeva nel compendiare pergamene, costruire alberi genealogici delle famiglie nobili, compilare estratti dei libri dei battezzati, dei matrimoni e dei risieduti nelle magistrature cittadine senesi (opera, questa, già iniziata da un altro suo zio, Francesco, nel 1656) e raccogliere volumi e volumi di "notizie istoriche", non era solo quello puramente cronachistico degli "antiquari" del Seicento; la suggestione dei documenti antichi lo spingeva verso orizzonti più ampi, che provò ad accennare quando, nell'unica introduzione da lui scritta per un volume di compendi di pergamene,(ms. B. 79 dell'Archivio di Stato di Siena), avvertì che tutto quel suo lavoro avrebbe dovuto giovare non solo alla storia politica di Siena e a quella delle sue famiglie nobili, ma anche "a dar cognizione delle costumanze che in ciascun tempo sono state osservate e variate, come fra esse sarebbe 'l descriver la pratica delle civili offiziosità fra le genti; i modi di contrattare la mercatura; l'ordine et il procedere nell'attitare nelle cause civili; il valore delle monete tanto quanto crescevan di prezzo, che quando scemavano; i prezzi de' commestibili... et in somma tant'altri usi del conversare di ciascun tempo dell'età trascorsa, tutti dilettevoli a sapersi".
Il B. riuscì anche a formare una raccolta di 3404 antiche pergamene, acquistandone molte - come egli stesso dice - "da ligrittieri, librari, pizicaioli, speziali e divers'altre persone particolari, per sottrarle al pericolo d'andar male" (ibid.) e ottenendone altre in dono dai nobili senesi, in particolare da Girolamo Allegretti. Queste pergamene, insieme con quelle dell'archivio familiare Bichi, formano la parte più cospicua del legato che il senatore Scipione Bichi Borghesi fece all'Archivio di Stato di Siena nel 1877.
Il B. appartenne all'Accademia senese degli Intronati col nome di Dilatato e ne fu segretario dal 14 luglio 1702 al 10 luglio 1706. Fra le sue opere si ricordano: le Memorie istoriche delle città,fortezze e castelli e terre della città e stato di Siena..., le Notizie istoriche della contea di Santa Fiora,della terra di Lucignano di Val di Chiana e della città di Montepulciano..., le Notizie istoriche de' capitanati della città e stato di Siena... (tutte conservate nell'Archivio di Stato di Siena, mss. D 73-79) e alcuni commenti agli storiografi senesi Giugurta Tommasi e Giacinto Nini e al filologo Celso Cittadini, raccolti nei mss. A. VI. 2, A. V. 27 ed A. V. 25 della Biblioteca comunale della stessa città.
Pochi anni prima della sua morte, avvenuta in Siena il 5 ag. 1727, il B. ottenne un pubblico elogio per le sue fatiche di erudito nel Diario sanese di Girolamo Gigli (I, Lucca 1723, pp. 254 s.).
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Siena, ms. D. 97: A. Sestigiani,Mem. del principio e progresso degli spogli cavati da diversi libri e scritture esistenti in più Archivi della Città di Siena...; Ibid., ms. A. 13: Id.,Ordini,armi,residenze e altre memorie di famiglie nobili di Siena, c. 156-156 v; Siena, Bibl. Com.,Autogr. Porri, IX. 110 e XV. 10, due lettere del B. (1687 e 1718); Ibid., ms. A. V. 25: G. Bichi,Not. informativa a' lettori…, cc. 31ss.; Ibid., ms. H. VII, 32: F. Travaglini,Ragguaglio di tutto ciò che è occorso nell'Acc. di Osimo... (copia ed introduzione di A. Sestigiani); Ibid., ms. P. IV. 10: Bibl. degli scrittori senesi,ad vocem; Ibid., ms. Z. II. 31: Racc. biogr. d'illustri Senesi che fa seguito alle Pompe Senesi del P. Ugurgieri…, I, c. 102-102 v.; Univ. di Siena, Bibl. del Circolo Giuridico, ms. M3 47: A. Sestigiani,Trattati in termine di relazioni; L. De Angelis,Biogr. degli scrittori senesi, Siena 1824, pp. 131-132; G. Prunai,Il legato Bichi Borghesi dell'Archivio di Stato di Siena, in Not. degli Arch. di Stato, II(1942), pp. 156-160; Arch. di Stato di Siena,Guida-Inventario, I, Roma 1951, pp. XV, 46.