galla
Nel senso di " ghianda ", la parola compare esclusivamente in Pg XLV 43 Tra brutti porci, più degni di galle / che d'altro cibo fatto in uman uso, / dirizza [l'Arno] prima il suo povero calle, nella dura requisitoria contro i Toscani del Casentino, porci degni solo di galle, " idest glandibus, quae sunt cibus porcorum " (Benvenuto), dato che " chi tiene costume del porco è degno d'esser cibato come 'l porco " (Buti).
Si tratta di un termine di origine dotta, ancora vivo nel linguaggio scientifico per designare le abnormi " escrescenze per lo più rotonde " (Tommaseo-Bellini, ad l.) che si formano nelle piante per degenerazione dei tessuti o per punture d'insetti e passato a designare per antonomasia, sull'orma dei trattatisti scientifici latini (in particolare Plinio e Columella: cfr. Forcellini, Lexicon), già nella lingua del Trecento, il frutto della quercia, tradizionale cibo dei maiali.