GANDHARVA
. Divinità della mitologia indiana. Nel Ṛgveda il nome compare quasi sempre al singolare, e designa un tipo divino che risale all'età indo-iranica; ma il suo preciso carattere rimane oscuro. In seguito esso serve a indicare tutta una classe di genî celesti, che variano di numero a seconda dei documenti letterarî: 27 in un testo del Yaius, 6333 nell'Atharvaveda. Il processo di moltiplicazione subito dal tipo originario di questa divinità è simile a quello per cui passò anche la figurazione delle Apsaras, di cui dapprima è ricordata una sola. Gandharva e Apsaras sono connessi: il Gandharva ama l'Apsaras come i Gandharva sono gli amanti delle Apsaras. Da questo loro carattere erotico, derivò forse la credenza in un misterioso potere che i Gandharva esercitano sulle donne, e più ancora, i loro rapporti con le cerimonie delle nozze: una delle forme di matrimonio, quella che avviene per il libero congiungimento dell'uomo e della donna, si denomina appunto matrimonio gandharvico. Nella letteratura classica sono immaginati anche come musici e cantori, e dal loro nome deriva quello della musica (gāndharva o gandharva-veda "scienza della musica"). Dimorano nel cielo d'Indra; e poiché la fata morgana è chiamata "città dei Gandharvai" si propende a credere che rappresentassero un tipo divino connesso con fatti meteorologici o celesti.
Bibl.: E.W. Hopkins, Epic Mythology, Strasburgo 1915, pp. 152-157; H. Oldenberg, La réligion du Véda, trad. V. Henry, Parigi 1903, p. 205 segg.; H Jacobi, art. Brahmanism, in Encycl. of Relig. and Ethics, II, p. 809.