GANDINI
Famiglia di musicisti modenesi attivi nei secc. XVIII e XIX.
Antonio, nacque a Modena il 20 ag. 1786, figlio postumo di Antonio di Giovanni. Avviato giovanissimo allo studio della musica, il 5 febbr. 1805 entrò a far parte dell'Accademia dei Filarmonici di Modena. Esentato nel 1807 dal servizio militare perché minacciato di etisia, fu eletto dall'Accademia fra i "regolatori" insieme con G. Rangone. Si perfezionò in seguito presso il Liceo musicale di Bologna - dove ebbe come compagni F. Morlacchi e G. Rossini - sotto la guida del padre S. Mattei, successore del celebre padre G.B. Martini. Nell'agosto 1813, rientrò a Modena con il diploma di maestro compositore. In seguito fu nominato maestro di cappella del nuovo sovrano, Francesco IV d'Austria-Este, il cui favore aveva conquistato con la cantata La caduta dei giganti (testo di Teresa Bandettini), composta ed eseguita in occasione dell'arrivo del duca a Modena (16 luglio 1814). Il 28 febbr. 1815 Antonio fu anche nominato delegato governativo presso il Consiglio comunale di Formigine; pochi giorni dopo, anche la moglie, Benedetta Fontana, fu nominata dama di udienza della duchessa Maria Beatrice. Il 26 nov. 1816 divenne socio ordinario della rinnovata Accademia reale dei Filarmonici di Modena e dopo pochi giorni socio corrispondente della Società filarmonica di Cremona. Nel 1832, fu chiamato a far parte della direzione del teatro Ducale di Modena e più tardi fondò in quella città una cassa di sovvenzione per i componenti dell'orchestra e per i professori della cappella ducale e una società di mutuo soccorso e di ritiro per musicisti vecchi o infermi. Istituì, inoltre, una scuola di canto per la quale scelse alcuni ragazzi dell'orfanotrofio di S. Filippo Neri affidandone l'istruzione ad A. Malagoli. Socio onorario dell'Accademia dei Filarmonici dal 1829, fu nominato in seguito presidente dell'Unione dei professori e dilettanti di musica, i Devoti di S. Cecilia (18 novembre 1839).
Morì il 10 sett. 1842 nella sua villa a Formigine.
Tra le cantate per coro scritte per varie circostanze, eseguite nei locali di S. Chiara o nel palazzo municipale, sede dell'Accademia dei Filarmonici, sono da menzionare la cantata composta per la nascita della principessa Maria Teresa (1817, parole di G. Riva), la cantata per la duchessa di Massa Maria Beatrice d'Este (1819), un'altra cantata per sole voci per la venuta a Modena dell'imperatore Francesco I d'Austria e dell'imperatrice Carolina Augusta di Baviera (teatro di corte, 13 luglio 1825), e infine la cantata eseguita per il passaggio a Modena (16 ott. 1829) del re e della regina delle Due Sicilie. Fu autore anche di tre opere, rappresentate al teatro Ducale di Modena: Erminia (21 ott. 1818); Ruggiero, ossia L'eroica gratitudine (libretto tratto da P. Metastasio, 4 nov. 1820); Antigono (28 ott. 1824); Il disertore, ossia L'eroismo dell'amor figliale (ottobre 1826, da una poesia giocosa di P. Cimbardi). Parti delle sue opere furono pubblicate a Milano da Ricordi.
Alessandro, figlio di Antonio e di Benedetta Fontana, nacque a Modena il 26 febbr. 1807. Educato nel locale collegio dei nobili, si distinse particolarmente nella musica, meritandosi il titolo di "principe d'arti". Nel 1826 fu ammesso all'Accademia nobile militare Estense; nel 1828, terminata l'Accademia, fu nominato guardia nobile d'onore di Modena. Nello stesso anno fu rappresentata al teatro di corte l'opera seria Demetrio (8 novembre), da lui composta sul testo di P. Metastasio. Il successo ottenuto gli valse la nomina di aggiunto al padre Antonio nella direzione della musica e della cappella di corte. Incoraggiato a proseguire nell'attività di compositore, in quello stesso anno compose Zaira, su testo di F. Romani (prima rappresentazione: 7 nov. 1829). Nel 1830, fu nominato socio onorario dell'Accademia filarmonica; nel 1833 anche la Società filarmonica lo elesse suo socio onorario.
Il successo che avevano riscosso anche le due opere successive, Isabella di Lara (17 ott. 1830) e Maria di Brabante (ottobre 1833, poesia di G. Rossi), indusse nel dicembre 1838 il podestà Livizzani a commissionargli, per inaugurare il nuovo teatro in Canalgrande, l'opera Adelaide di Borgogna al castello di Canossa, su libretto di C. Malmusi (2 ott. 1841). Alla morte del padre, il 30 dic. 1842 divenne direttore della musica e della cappella di corte.
Il prestigio da lui raggiunto aumentò ulteriormente quando nel marzo 1843 la Società filarmonica modenese fece eseguire lo Stabat Mater di Rossini; il G. si mostrò in quell'occasione valido concertatore e la Società filarmonica lo elesse suo presidente. Direttore degli spettacoli dal 1846, divenne socio dell'istituzione filodrammatico-armonica a totale beneficio dei poveri (1847). Nel 1858 fu nominato socio onorario della Società filodrammatica di Modena. Nel 1866 musicò per la Società operaia di Modena il coro Gli artigiani alla caccia (su testo di G. Pagani), molto apprezzato dal pubblico del teatro Aliprandi. Dopo l'Unità, e cessato il suo incarico alla direzione della cappella reale in Modena nel 1866, fu invitato, due anni dopo, a far parte della commissione per il riordinamento della scuola musicale, della banda della guardia nazionale e dell'orchestra del teatro Comunale; declinò tuttavia l'incarico e regalò molti suoi spartiti alla Biblioteca Estense. Nonostante ciò, la Società filodrammatica cittadina lo proclamò nel 1870 suo socio onorario e il Comune lo volle nella commissione consultiva musicale.
Il G. morì a Modena il 17 dic. 1871.
Oltre i melodrammi citati, l'Archivio musicale della Biblioteca Estense conserva varie sue cantate di circostanza quali La fedeltà (testo di P. Gandini, eseguita il 12 marzo 1832), La fata (testo di F. Peretti, eseguita il 17 apr. 1842 in onore del principe ereditario Francesco d'Este e della sua sposa Adelgonda di Baviera) e Il genio di Modena (eseguita il 20 febbr. 1857 in onore della coppia imperiale Francesco Giuseppe I ed Elisabetta). Il 18 giugno 1842, inoltre, per il passaggio del re di Baviera Luigi I, gli fu commissionato un inno su testo di F. Peretti.
Fu autore anche di musica sacra, pagine vocali da camera e di pezzi di circostanza, quali musica per balli, marce per bande e concerti musicali, oltre a graziosi e brillanti pezzi per harmonium, che egli stesso amava eseguire.
Corrispondente di vari periodici di musica italiani, fu apprezzato critico teatrale. Scrisse inoltre una storia dei teatri modenesi, pubblicata postuma a Modena, nel 1873, da L.F. Valdrighi e G. Ferrari-Moreni con il titolo di Cronistoria dei teatri di Modena dal 1539 al 1871.
Fonti e Bibl.: L.F. Valdrighi, Alcune ristrette biografie di musicisti modenesi e dell'antico dominio estense specie negli ultimi tempi, Modena 1886, pp. 14-20; Lettere inedite di celebri musicisti, a cura di G. Radiciotti, Milano 1892; F.-J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, III, p. 397; Supplément, I, p. 361; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 593; The International Encycl. of music and musicians edited by O. Thompson, p. 646; Enc. della musica Ricordi, II, p. 273; La Musica. Diz., I, p. 743; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, III, p. 112.