GANO da Siena
Scultore e architetto del sec. XIV, seguace di Agostino di Giovanni e Agnolo di Ventura. Rimangono di lui due sole opere sicure, che mostrano ardimento e forme che più lo avvicinano al grande maestro Pisano dal quale indirettamente discende: i due monumenti funebri nella propositura di S. Maria Assunta a Casole d'Elsa (Siena); quello del vescovo di Pistoia Tommaso Andrei, morto nel 1305, che porta l'iscrizione: Caelavit Ganus opus hoc insigne senensis - laudibus immensis et sua digna manus; l'altro monumento dedicato a Ranieri del Porrina, superiore al primo per novità di linee e studio veristico. La figura del giurista, resa più evidente dall'abito con mantellina corta e berretta a punta in testa, risulta viva e pensosa dall'atteggiamento del capo che si appoggia al petto, mentre la mano stringe un fibro.
Un altorilievo nella pieve di S. Lorenzo a Serre di Rapolano (figura giacente del sepolcro a Cacciaconte Cacciaconti) può essergli attribuito. A. Venturi riferisce a G. i bassorilievi di un frammento di altare del Beato Benizi, oggi nella Pinacoteca di Siena. L'attività di G., cui non mancarono seguaci, è forse un tramite per il passaggio dell'arte senese in Umbria.
Bibl.: E. Romagnoli, Biografia cronologica di Bellartisti Senesi (ms. donato dall'autore alla Bibliot. Com. di Siena, II, p. 15); I. Brogi, Inventario generale degli oggetti d'arte della prov. di Siena, Siena 1897, p. 462; A. Venturi, Storia dell'arte ital., VI, Milano 1906, p. 379 segg.; M. Cioni, La Valdelsa, Firenze 1911; Thieme-Becker, Künstl-Lex., XIII, Lipsia 1920 (s.v. Galgano, di Giovanni); G. Vitzthum e W.F. Voltbach, Die Malerei u. Plastik d. Mittelal. in Italien, Wildpark-Potsdam 1924, p. 151.