GANOIDI (dal gr. γάνος "splendore")
Ordine di Pesci stabilito da L. Agassiz nel 1835, che comprendeva, oltre agli Storioni (Acipenser), all'Amia e ai Lepidosteus, anche i Plettognati, i Lofobranchî e i Siluridi. G. Müller separò le tre ultime famiglie dai Ganoidi che restarono così ristretti nei limiti attuali.
L'ordine dei Ganoidi è stato successivamente diviso in Crossopterigi o Polipteri, Condrostei, Amioidei e Lepidosteidi, i primi dei quali, che constano di pochissime forme viventi e di parecchie fossili, benché provvisti di squamme smaltate, si distinguono dagli altri per avere le pinne pettorali lobate; hanno però lo scheletro ossificato, mentre i Condrostei lo hanno cartilagineo il che non si verifica negli altri due ordini. Questi sono spesso riuniti in uno solo gruppo col nome di Olostei.
Sono caratterizzati dalla natura delle squamme, rivestite di ganoidina, sostanza dura e splendente come smalto, che si ritiene costituita dalla fusione di squamme placoidi o dentelli cutanei. Queste squamme però mancano in alcune forme che tuttavia si devono riferire ai Ganoidi.
La cute è in poche specie nuda (Polyodon) o ricoperta di scudi ossei come negli Storioni o di grandi squamme ganoidi romboidali o rotonde (Lepidosteus e Amia). Lo scheletro in alcuni è osseo, in altri cartilagineo; nei Condrostei persiste la corda dorsale e le vertebre non si sviluppano completamente ma sono rappresentate nella regione dorsale e nella ventrale da anelli cartilaginei che circondano il midollo spinale e l'aorta, mentre negli Olostei sono del tutto ossificate, amficele nell'Amia e opistocele nel Lepidosteus. La capsula cranica è spesso cartilaginea, ma al disopra di essa si sviluppa una calotta di ossa dermiche, che però negli Olostei è sostituita da un cranio osseo. Coste generalmente ossificate.
Pinne generalmeme fornite di fulcri, specie di squamme biforcate sul margine anteriore delle pinne, in ispecie della codale; con tutti i raggi segmentati. I fulcri mancano nei Crossopterigi e nell'Amia, ma sono presenti nei Condrostei e nel Lepidosteus. Pinne ventrali addominali. Pinna codale nei Condrostei, marcatamente eterocerca, mentre negli Olostei la eterocerchia è molto ridotta, tanto che nell'Amia può quasi dirsi omocerca. Cavità branchiale chiusa da opercolo, spesso ossificato, e fornita di branchie accessorie. Spiracoli spesso presenti. Bulbo aortico muscolare con valvole disposte in parecchie serie, in numero sempre superiore a due. Vescica natatoria grande, con strozzature, fornita di dotto pneumatico. Valvola spirale generalmente presente, bene sviluppata nell'Acipenser, rudimentale nell'Amia e nel Lepidosteus.
I Condrostei comprendono due famiglie viventi e parecchie fossili. Le famiglie attualmente viventi sono i Polyodontidae con una specie dei fiumi dell'America settentrionale (Polyodon folium [Lacép.]) e un'altra di quelli della Cina (Psephurus gladium [Mart.]) con cute apparentemente liscia, benché comprenda squamme romboidali e gli Acipenseridae o Storioni dei fiumi dell'emisfero settentrionale, rivestiti di serie di grandi scudi ossei.
Gli Olostei sono per la massima parte estinti, mentre erano abbondantissimi nelle epoche geologiche passate. Non ne sopravvivono che due famiglie, gli Amiidae col solo genere Amia, rappresentato da una sola specie (Amia calva L.) delle acque dolci dell'America Settentrionale e i Lepidosteidae col solo genere Lepidosteus, con tre specie dei fiumi e laghi dell'America Settentrionale, una delle quali (L. tristoechus Bl. Schn.) raggiunge la lunghezza di più di 3 metri.
Nelle passate epoche geologiche, i Ganoidi erano molto più abbondanti che nel presente; hanno origine nel Devonico inferiore, sono frequenti nel Mesozoico a eccezione del Cretacico, si trovano ancora nell'Eocenico, riducendosi però alle forme attuali.