GAṆŚA
. Divinità della mitologia indiana. Il suo nome significa "capo delle schiere", cioè di una classe di genî che servono Śiva e abitano sul monte Kailāsa. È raffigurato con corpo d'uomo e testa d'elefante fornita di una sola zanna; ha quattro mani, che di solito reggono l'altra zanna, un rosario, un'ascia e un recipiente in cui è contenuto il suo cibo preferito; talvolta anche, invece d'uno di questi oggetti, reca un manoscritto. Gli si attribuisce il potere di rimuovere gli ostacoli e di assicurare il successo: perciò è invocato prima d'iniziare un'impresa e gli scrittori mettono a capo delle proprie opere la formula śrī-Gaṇeśāya namaḥ "onore al venerando Ganeśa". È quindi divenuto patrono delle lettere e delle arti. Sue mogli sono Siddhi (successo) e Buddhi (intelligenza). Sebbene sia fra le più recenti formazioni mitologiche brahmaniche, è tuttavia tra le più popolari divinità indiane e il culto ne è molto diffuso.
Bibl.: H. Jacobi, in Encycl. of Rel. and Ethics, II, pp. 807-808; H. von Glasenapp, Der Hinduismus, Monaco 1922, pp. 116-117.