GARAMANTI
. Con questo nome gli antichi scrittori greci e latini indicarono la popolazione indigena che abitava i territorî più interni della Tripolitania, la Phazania, l'odierno Fezzan (v.). Nomadi e razziatori famosi, furono, per la prima volta, sottomessi dal proconsole Cornelio Balbo nel 19 a. C., in seguito a un'ardita spedizione nelle loro sedi, per cui gli fu concesso l'onore del trionfo. Nel 69 d. C. furono ancora duramente puniti per un'incursione compiuta nel territorio di Leptis Magna, chiamativi dagli abitanti di Oea; fu allora scoperta una strada più breve verso l'interno, per Mizda. Pacificati e forse divenuti alleati dei Romani, facilitarono, concorrendovi anche con proprî armati, due famose spedizioni organizzate da ufficiali romani verso le più lontane regioni meridionali, al tempo di Domiziano: la prima di esse, diretta da Settimio Flacco, giunse fino nell'Etiopia con un viaggio di tre mesi verso sud, e l'altra, comandata da Giulio Materno, dopo quattro mesi di marcia, pervenne ad Agisymba, probabilmente nel Sudan, dal quale i Garamanti, situati a mezza strada, traevano le merci che inviavano poi alla costa. Costituiti forse in federazione, riconoscevano l'autorità di un re; capitale era Garama, odierna Germa, città situata a tre giornate a sud-ovest di Murzuk, presso la quale è tuttavia in piedi un mausoleo romano. Dei Garamanti si ha menzione ancora al principio del sec. V.
Bibl.: C. Tissot, Géographie de l'Afrique, II, Parigi 1888, p. 717; H. Dessau, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VII, col. 751 seg.; St. Gsell, Histoire ancienne de l'Afrique du Nord, V, Parigi 1927, p. 7 segg.