GARGALLO, Tommaso, marchese di Castellentini
Nato in Siracusa il 25 settembre 1760 e ivi morto il 15 febbraio 1842, fin dagli anni giovanili si dedicò con intelligenza e fervore agli studî classici, a cui lo incoraggiò il Pindemonte. Andato a Napoli, diede alle stampe le prime poesie italiane e latine (1782) e poi Memorie patrie sul ristoro di Siracusa (1791), dove è palese il culto per l'antichità, mentre componeva una novella pastorale (Engimo e Lucilla, 1792) in prosa e in verso, secondo il gusto del bucolicismo preromantico del secolo. Dopo la parentesi della sua nomina a ministro della Guerra presso il governo borbonico, rifugiatosi in Sicilia (1798), si diede tutto agli studî, prendendo parte alle polemiche letterarie del tempo. Gli fruttò speciale rinomanza la traduzione delle Odi di Orazio (Palermo 1809), in versi condotti con una certa bravura; seguirono le versioni degli Uffizi di Cicerone (1814) e poi delle Satire di Giovenale. Oltre a ditirambi, a epigrammi, a "poesie malinconiche", a epistole (le Veronesi) e a componimenti varî, il G. ha lasciato una traduzione delle elegie tedesche di "siciliano argomento" del re Ludovico di Baviera in stile sentimentale, alcuni discorsi (uno dei quali letto all'Accademia della Crusca, di cui era socio, contro il Romanticismo) e una copiosa corrispondenza coi letterati di tutta Italia.
Classicista per educazione e per principî, non diede requie al movimento romantico, e con altri intellettuali siciliani della sua generazione si schierò contro il Manzoni. L'ammirazione generale era pure rivolta all'arte e agli spiriti dell'Alfieri, del Parini e del Foscolo, e vive erano le simpatie per il Leopardi, che, auspice il G., si pensò di chiamare nell'università di Palermo. Tuttavia il G., che aveva incominciato da frugoniano e da arcade in poesia e tutta la vita spese a lavorare sui classici, pagò egli pure il suo tributo al sentimento romantico, che non mancò nei cuori di molti classicisti anche prima che si diffondesse come espressione di una scuola letteraria.
Opere: Prose italiane, Milano 1824; Poesie, Milano 1825; Lettere, Roma 1846; Bassano 1856; Firenze 1863; Opere edite e inedite (a cura del nipote marchese Filippo di Castellentini), Firenze 1925.
Bibl.: G. M. Mira, Bibl. Sicil., I, Palermo 1875; G. Curcio Bufardeci, Saggio su le poesie giovanili di T. G., Modica 1910; G. Gentile, Il tramonto della cultura siciliana (cap. III: "Antiromanticismo", Bologna 1917; C. Sgroi, Cultura e movimento d'idee in Noto nel sec. XIX, Catania 1930.