GARGIULO, Domenico, detto Micco Spadaro
Pittore, nato a Napoli circa il 1610, morto prima del 1675. Trattò ogni specie di soggetti, ma in particolare le scene di paese e gli episodî di storia napoletana. Si vuole che la sua prima opera fosse una Strage degl'Innocenti. Lasciò una Cena nella chiesa della Sapienza, e una Madonna coi Ss. Giovanni e Paolo nella chiesa di S. M. di Donnaromita, che è tra i migliori suoi dipinti di soggetto sacro. Molto affrescò nella certosa di S. Martino (1647-1654) per la quale dipinse il quadro, ora nella pinacoteca del Museo Nazionale, rappresentante quei monaci col card. Filomarino salvati dalla peste (1656). Tra i più noti suoi quadri sono: la Piazza del Mercato durante la rivoluzione del 1647, ov'è rappresentato due volte Masaniello; e la Piazza del Mercatello durante la peste del 1656. Strettamente legato alla scuola del Falcone e del Rosa, fu di non poco inferiore a quest'ultimo. Le sue scene di vita popolare sono più affollate che vivaci.
Bibl.: B. De Dominici, Vite dei pittori, scultori ed architetti napoletani, Napoli 1742-43, p. 192 segg.; C. Celano, Notizie del bello ecc. della città di Napoli, IV, Napoli 1859, p. 688; G. Filangieri di Satriano, Docum. per la storia, le arti ecc. delle prov. napolet., V, Napoli 1891, p. 278 segg.; N. F. Faraglia, Notizie di alcuni artisti che lavorarono nella chiesa di S. Martino e nel Tesoro di S. Gennaro, in Arch. stor. napol., X (1885), p. 446; id., Notizie di alcuni artisti che lavorarono nella chiesa di S. Martino sopra Napoli, in Arch. stor. napol., XVII (1892), p. 657 segg.; F. Bonazzi, Dei veri autori di alcuni dipinti della chiesa di S. M. della Sapienza, in Arch. stor. napol., XIII (1888), p. 119 segg.; B. Capasso, Masaniello ed alcuni di sua famiglia effigiati nei quadri e nelle stampe del tempo, in Arch. stor. napol., XXII (1897), p. 65; G. Ceci, D. G. detto Micco Spadaro, in Atti dell'Accad. Pontaniana, XXXII (1902), n. 4; B. C. K., in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XIII, Lipsia 1920 (con bibl.).