GARRINCHA (Manuel Francisco Dos Santos)
Brasile. Pau Grande, 28 ottobre 1933-Rio de Janeiro, 20 gennaio 1983 • Ruolo: ala destra • Squadre di appartenenza: 1948-52: Lec Pau Grande; 1953-64: Botafogo; 1965-68: Corinthians; 1968: Atlético Junior Barranquilla; 1969: Flamengo; 1970-71: Portuguesa; 1972: Olaria; Flamengo; Bangu. • In nazionale: 50 presenze e 13 reti (esordio: 18 settembre 1955, Brasile-Cile, 1-1) • Vittorie: 2 Campionati del Mondo (1958, 1962), 3 Campionati di Rio (1957, 1961, 1962), 1 Torneo Rio-São Paulo (1962)
Grandissimo campione, ha goduto di vastissima popolarità tra i tifosi: un amore senza confini che gli derivò certamente dalla sua tecnica straordinaria, dalle finte micidiali, dalla grandissima rapidità con cui eseguiva le sue giocate, ma anche dal suo vissuto, l'infanzia povera e infelice, la sensibilità e l'ingenuità che lo hanno accompagnato fino alla fine dei suoi giorni. 'Manu' Garrincha è stato la alegria do povo ("l'allegria della gente") come diceva il titolo di un lungometraggio dedicatogli negli anni Sessanta. Soprannominato fin da bambino con il nome di un uccello dei tropici, era nato nelle favelas di Pau Grande. Oltre a un'infanzia poverissima, dovette patire alcune malformazioni da cui non guarì mai del tutto: la curvatura irregolare di una gamba lo costringeva a una postura che rendeva l'arto leggermente più corto dell'altro. Tale difetto, conferendogli dei movimenti diversi da quelli naturali, rese probabilmente ancor più irresistibile il suo dribbling. Scartato dal Vasco da Gama, venne accolto dal Botafogo, diventando presto un idolo del Maracaná. La sua consacrazione avvenne ai Mondiali del 1958 in Svezia, dove partì da rincalzo, ma diventò ala destra titolare sin dalla terza partita. I suoi cross furono decisivi per Vavà, Pelé e compagni, fino alla finale contro la Svezia (5-2), nella quale si meritò l'appellativo di 're di Göteborg'. Partecipò anche ai Mondiali successivi, quelli del 1962 in Cile, e contribuì alla conquista del titolo con quattro gol. Un infortunio al ginocchio occorsogli nella fasi preliminari del torneo segnò tuttavia l'inizio del suo declino. Passato al Corinthians nel 1965, dopo aver preso parte, senza incidere, anche ai Mondiali del 1966, si trasferì in Colombia, al Barranquilla, per poi tornare in Brasile. Durante una tournée in Europa fu contattato dal Red Star di Parigi (1971), ma senza ulteriori sviluppi. Il resto della sua vita fu un calvario: caduto in preda all'alcol, passò gli ultimi anni in vani tentativi di disintossicarsi, finché l'ultimo eccesso, nel 1983, pose fine alla sua esistenza. Il suo ricordo, rimasto vivo in tutto il mondo, è sintetizzato da Pelé quando afferma: "Senza Manu non sarei mai stato tre volte campione del mondo".