GARSI (Garsi da Parma), Santino, detto anche Santino La Garsa e Valdes
Nacque a Parma il 22 febbr. 1542 da Nicola e Maria Caterina; si ignora la data del suo trasferimento a Roma, ove presumibilmente intraprese lo studio della musica rivelando assai presto ottime qualità di liutista e compositore.
La prima testimonianza certa della sua attività artistica risale al 1590, anno in cui diverse sue composizioni trovarono ospitalità in una raccolta manoscritta di intavolature italiane per liuto (ora conservata a Bruxelles presso la Bibliothèque du Conservatoire royale de musique, ms. II.275), ove figura come autore di danze (14 gagliarde, una moresca, una danza di corte intitolata Viva Don Giovanni e l'aria Ruggieri) accanto a nomi di fama quali O. Vecchi, C. Malvezzi e A. Striggio.
Abile compositore, il G. conquistò in breve tempo ampia notorietà per le speciali doti di virtuoso; nel 1594 fu richiamato nella città natale dal duca Ranuccio I Farnese come strumentista e insegnante di liuto.
Dai Ruoli farnesiani dell'Archivio di Stato di Parma apprendiamo che dal 1° dic. 1594 "Santino Garsi sta al servizio di S.A. per sonatore de leuto con obbligo d'insegnare alli paggi di S.A. et in altri luoghi dove comanderà l'Alt. S. con provvigione di scudi dodici di moneta il mese et gli comincia a correre al primo d'ottobre pross. pass.to" (cit. in Osthoff, p. 30).
Il G. continuò il suo servizio a corte fino alla morte, avvenuta a Parma il 17 genn. 1604.
L'ultima testimonianza nelle liste dei provvigionati risale al 1° genn. 1603, data in cui ne veniva confermato lo stipendio mensile di 12 scudi. In seguito, a dimostrazione del riconoscimento dimostratogli dal duca Ranuccio I, detta somma fu devoluta alla moglie Ottavia, che dal 25 genn. 1604 al 1619 ebbe modo di provvedere agevolmente all'educazione del figlio Ascanio e di Donino (figlio o nipote).
L'importanza del G. rimane legata all'attività svolta presso la corte parmense ove, sullo scorcio del secolo XVI, fu al servizio del duca Ranuccio Farnese, accanto a personaggi quali Orazio e Cesare Bassani, C. Merulo, G.B. Morlachino e F. Bramieri.
Didatta e virtuoso di grande valore, si dedicò, in veste di compositore, ai generi strumentali prescelti nell'ambiente di corte: danze per liuto, alcune delle quali dedicò a personaggi dell'aristocrazia parmense (Galliarda della marchesa di Sala, La Cesarina, Ballo del serenissimo duca di Parma) secondo una consuetudine già presente ne Il ballarino di F. Caroso.
Del G. ci sono pervenuti soltanto due manoscritti di intavolature per liuto, editi da H. Osthoff nel volume Der Lautenist S. G. da Parma del 1926 e contenenti forme di danza presentate per lo più singolarmente.
Sia la prima raccolta, già citata, sia la seconda (ora presso la Deutsche Staatsbibliothek di Berlino, ms. Mus. 40032, databile intorno all'anno 1620) mostrano una spiccata predilezione per la forma della gagliarda, cui il G. seppe conferire un carattere sempre più autonomo, in linea con il coevo sviluppo della musica strumentale. Questo spirito di modernità è soprattutto evidente nelle ultime opere, dove la tendenza ad allontanarsi dal principio della variazione e da una scrittura di tipo contrappuntistico-imitativo si congiunge all'esigenza di accogliere gli ideali del nascente stile monodico.
Inclusi nei medesimi volumi, oltre a balletti, correnti, balli, moresche, saltarelli, si ricordano in particolare il brano, già ricordato, dal titolo Ruggieri (variazioni sul noto tema Aria di Ruggiero), e l'Aria del gran duca, ove il G. si appropria di una melodia assai nota, utilizzata anche da J. Bull (pavana), J.P. Sweelinck (Balletto del granduca) e J.H. Schein (allemanda).
Nei Ruoli farnesiani appare il figlio del G., Ascanio, anch'egli attivo alla corte parmense in qualità di liutista e compositore. Nato a Parma il 12 marzo 1595, fu tenuto a battesimo dal conte Alberto Canossa, in rappresentanza di Ranuccio Farnese, e da Barbara Sanseverino (a quest'ultima, come marchesa della Sala, era dedicata una delle numerose gagliarde di Santino).
Piuttosto scarse le testimonianza sulla sua attività artistica; di lui ci è pervenuta soltanto una corrente, già inclusa nel ms. 40153 (perduto) della Deutsche Staatsbibliothek di Berlino e datata 1° febbr. 1621. Mancano da quella data ulteriori sue notizie.
Il nipote (o figlio) del G., Donino, fu anch'egli musico a Parma, ove risulta impegnato dal 7 sett. 1619, come si legge nei Ruoli farnesiani: "Il Sig. Donino Garsi serve S.A.S. per Musico et sonatore de leuto, con provvigione di scudi otto moneta il mese" (Osthoff, p. 39).
Attivo a corte fino alla sua morte (30 marzo 1630), fu allievo ed emulo del G., del quale valorizzò l'opera curando la stesura del già citato ms. di Berlino.
Accanto alle danze del maestro, Donino inserì 13 sue composizioni (6 gagliarde oltre a: Battalia, Balletto, Pavana in soprano, Toccata, Preludio, Folia e Sopra il ballo del ser. duca). Dedicata al principe polacco K.S.R. Dusiacki, suo allievo a Padova, la raccolta mostra un'evidente dipendenza stilistica dal modello, anche se non riuscì a uguagliarne la spontaneità e l'originalità dell'ispirazione.
Fonti e Bibl.: H. Osthoff, Der Lautenist S. G. da Parma, Leipzig 1926 (2ª ed. riveduta, Wiesbaden 1973); N. Pelicelli, Musicisti in Parma nei secoli XV-XVI, in Note d'archivio, IX (1932), 2, pp. 3, 125 s.; X (1933), 3, pp. 235 s., 320; 4, p. 320; H. Osthoff, Gedichte von Tommaso Stigliani auf Giulio Caccini, Claudio Monteverdi, S. G. da Parma und Claudio Merulo, in Miscelánea en homenaje a monseñor Higinio Anglés, Barcelona 1958-61, p. 615; F. Testi, Storia della musica italiana da s. Ambrogio a noi, Milano 1969, pp. 614, 617; W. Kirkendale, L'aria di Fiorenza, id est Il ballo del gran duca, Firenze 1972, pp. 16 s., 29, 53, 66, 70; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, IV, p. 159; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 598; Suppl., p. 335; Die Musik in Gesch. und Gegenwart, IV, coll. 1398 s.; F. Michel, Encyclopédie de la musique, II, Paris 1959, p. 230; Riemann Musik Lexikon, I, p. 587; Encicl. della musica Ricordi, II, p. 278; Nuovo Diz. Ricordi della musica e dei musicisti, Milano 1976, p. 284; The New Grove Dictionary of music and musicians, VII, p. 170; M. Honegger, Dict. de la musique, I, Paris 1986, p. 450; Diz. encicl. universale della musica e dei musicisti, Le biografie, III, p. 125.