Becker, Gary Stanley
Economista statunitense (Potsville, Pennsylvania, 1930), tra i più importanti del secondo dopoguerra. Vincitore del Nobel nel 1992, ha dedicato la sua Lecture, in quell’occasione, al tema The economic way of looking at behavior, un titolo che riassume la sua impostazione. Secondo B., il principio di massimizzazione autointeressata vale in ogni settore della vita umana e non soltanto nella sfera tradizionalmente considerata economica. B. ha articolato l’applicazione del principio in un’ampia serie di contributi. Inizialmente, negli anni 1960, si è occupato di economia della discriminazione, di capitale umano e di economia del crimine. Ma l’aspetto che forse lo ha reso più noto è stato lo studio teorico dell’allocazione del tempo (1965), che è all’origine della sua economia della famiglia, sviluppata con grandissimo successo sulla base del medesimo principio dell’agire autointeressato. Se la sua produzione ha smitizzato ambiti ritenuti a priori estranei alla logica economica, come l’etica o l’amore, essa ha d’altra parte contribuito a costruire una teoria economica totalizzante, che gli ha attirato elogi e critiche, le quali si sono espresse nel qualificare l’economia come «scienza imperialista». Fra le sue opere: Human capital (1964); A treatise on the family (1980); The economics of life (1997); Social economics. Market behavior in a social environment (in collab. con K.M. Murphy, 2001).