GASOMETRO (fr. gazomètre; sp. gasómetro; ted. Gasbehälter; ingl. gas holder)
Apparecchio o costruzione per raccogliere e immagazzinare del gas e per misurarne contemporaneamente il volume. I gasometri utilizzati nei laboratorî sono costituiti da un recipiente in vetro o in metallo (fig. 1 a e b) pieno d'acqua nel quale il gas entrando sposta l'acqua che esce all'esterno, viceversa tornando ad introdurre l'acqua nell'apparecchio, questa sposta il gas. L'acqua può essere sostituita in casi speciali da un altro liquido avente tensione di vapore trascurabile, o nel quale il gas abbia una solubilità trascurabile (mercurio, olio di vaselina, soluzione satura di cloruro sodico, ecc.). I gasometri utilizzati nell'industria sono in generale formati da grandi campane di lamiera metallica, che si immergono più o meno in una vasca d'acqua. Essi possono raggiungere la capacità di varie decine di migliaia di metri cubi.
Le vasche nelle quali si trovano immerse le campane gasometriche possono essere in muratura o in cemento armato o in ferro. Le vasche in muratura sono in generale costruite in tutto o in parte interrate. Per gasometri di grandi dimensioni (fig. 4) si preferiscono vasche metalliche, in lamiera di ferro chiodata, costruite sopra il livello del suolo e col fondo poggiante su una piattaforma orizzontale in muratura o in calcestruzzo, con uno strato intermedio di sabbia o di asfalto. Per ridurre il volume dell'acqua necessaria e l'importanza delle fondazioni si costruiscono anche delle vasche metalliche anulari. Nell'interno delle vasche, poco sopra il livello dell'acqua, arrivano le condutture per l'immissione e lo smaltimento del gas. Nei gasometri di minore capacità la campana mobile è semplice, costituita da una parete cilindrica in lamiera chiodata, riunita superiormente, per mezzo di una corona anulare molto robusta, a una calotta sferica. In generale il raggio di curvatura della calotta sferica è circa due volte il diametro della campana. Per ridurre le dimensioni delle vasche e avere gasometri di grande capacità, le campane si costruiscono in più sezioni: gasometri telescopici (fig. 2). La campana gasometrica propriamente detta, raggiunta la massima altezza, prima di uscire dalla vasca, s'innesta automaticamente per mezzo di giunti anulari idraulici a una corona anulare che ha la stessa altezza della campana. Sono stati costruiti gasometri anche con cinque di queste corone che s'innestano successivamente una dopo l'altra. Le campane gasometriche semplici o a telescopio vengono sempre guidate nei loro movimenti di ascesa e discesa da carrucole fissate sull'orlo superiore e che poggiano lungo montanti esterni verticali collegati fra loro in modo rigido e disposti secondo i vertici di un poligono regolare, nel quale è inscritto il diametro massimo della campana gasometrica.
I gasometri industriali del tipo descritto presentano l'inconveniente che la pressione del gas (data dal peso della campana diviso per la sezione orizzontale) varia bruscamente all'atto dell'attacco o del distacco di un anello telescopico. Inoltre nei paesi freddi occorrono precauzioni speciali per impedire il congelamento dell'acqua nella vasca o nei giunti idraulici delle campane a telescopio. A questi inconvenienti si ovvia coi moderni gasometri a secco (fig. 3), i quali attualmente vanno acquistando grande diffusione nelle officine per la produzione del gas illuminante.
In essi la campana mobile è sostituita da una specie di pistone o disco in lamiera che scorre lungo le pareti di un serbatoio verticale a sezione poligonale, pure in lamiera. Per assicurare la perfetta tenuta del pistone, all'orlo di questo è adattata una specie di grondaia, col bordo di cuoio, nella quale si trova del catrame che bagna le pareti interne del serbatoio. Il poco di catrame che sempre vi scorre, si raccoglie alla base del gasometro, in una piccola vasca, dove viene periodicamente ripreso da una pompa e rinviato all'orlo del pistone.