FANTUZZI, Gaspare
Nacque a Bologna intorno al 1470 da Carlantonio e da Elena degli Usberti. Insieme con i fratelli Francesco, Rodolfo e Pasotto fu educato alle lettere da Giovanni Luca da Pontremoli, allora precettore della potente famiglia bolognese ed in seguito vescovo di Reggio e consigliere del duca di Ferrara.
Di parte bentivoliesca, come tutta la sua famiglia, il F. ebbe un ruolo di secondo piano nella vita politica della città, all'ombra del più anziano ed avveduto fratello Francesco. Dei suoi primi anni di attività si ricorda solo un anzianato, ricoperto nel 1502, pur essendo il F. annoverato fra i maggiori proprietari di Bologna. In questo periodo il F. sposò Dorotea di Niccolò Castelli, proveniente da una famiglia sostenitrice dei Bentivoglio ed alleata dei Fantuzzi.
Il passaggio di Bologna al dominio diretto della Chiesa non nocque al F., almeno fino a quando egli non partecipò nel 1508 al tentativo di rivolta teso a riportare i Bentivoglio al potere. Fallita la rivolta, il F. lasciò Bologna e raggiunse Francesco presso gli esuli Bentivoglio; entrambi i fratelli furono dichiarati ribelli ed i loro beni sottoposti a confisca.
Nel maggio del 1511, ristabilita la signoria bentivogliesca, il F. rientrava a Bologna, ma il nuovo regime era destinato a vita breve. Lo stesso F. collaborò al ripristino del potere del papa così come gli richiedeva un breve pontificio indirizzatogli unitamente ai suoi fratelli e ad altri membri dell'oligarchia locale. Tuttavia l'esosità dei collettori del duca d'Urbino lo costrinse a lasciare nuovamente la città, insieme con i fratelli, nel settembre del 1512. Catturati dal cardinale d'Este, i tre furono condotti prigionieri a Ferrara; il F. fu liberato nel gennaio dell'anno successivo, dietro pagamento di una taglia.
Dopo il ritorno a Bologna, ormai rientrata definitivamente sotto il dominio pontificio, il F. partecipò al governo della città, pur senza assurgere alla posizione preminente del fratello Francesco: nel 1514 fu inviato come ambasciatore presso Leone X a Cafaggiolo per chiedere che ai Bentivoglio fosse impedito di tornare a stabilirsi a Bologna; fra il 1520 ed il 1530 ricoprì più volte le cariche di anziano e di tribuno della plebe; nel 1528 il Senato lo nominò commissario di Castelfranco.
Poco versato nell'arte della politica, il F. venne ricordato da Leandro Alberti come cultore di antiquaria, mentre Giovanni Antonio Flaminio, tutore dei suoi figli, gli dedicò due trattatelli, ne fece l'interlocutore dell'Alberti nel Dialogus de educatione et institutione liberorum (Bononiae 1524) ed incluse alcune lettere latine del F. nel proprio epistolario. Tuttavia lo spazio che Giovanni Fantuzzi gli dedica nei suoi Scrittori bolognesi è da attribuire più al desiderio di moltiplicare le glorie della propria famiglia che agli effettivi meriti letterari del Fantuzzi.
Il F. morì a Bologna nel 1536.
Dal matrimonio con Dorotea Castelli erano nate tre figlie, Lucia, Giulia e Lucrezia, e quattro figli, Alfonso, Federico (il futuro vescovo di Cariati e Cerenza), Alberto e Rodolfo. Alfonso sposò Violante Ghislieri e nel 1554 ottenne il seggio senatorio, che fino a quel momento era stato tenuto dal ramo di Francesco.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Bologna, Comune, Partitorum libri reg. 13-14; ibid., Bolle, brevi e diplomi, b. 3; Senato, Partiti, vol. 4; ibid., Lettere dell'ambasciatore, vol. I (1512- 1513); Arch. Fantuzzi Ceratoli, Memorie di scritture, b. II; Bologna, Bibl. com. dell'Archiginnasio, ms. B. 1094: Cronaca di Bologna di Friano degli Ubaldini, II, cc. 543, 727; Ibid., Bibl. univ., Ins. 559 (770): A. F. Ghiselli, Memorie antiche manoscritte di Bologna, X-XIV, ad Indices; G. A. Flaminio, Grammaticae institutiones, Bononiae 1522, cc. [2]r.[3]v.; Id., Epistolae familiares, a cura di F.D.G. Capponi, Bononiae 1744, pp. 271-374; L. Alberti, Historie di Bologna, Bologna 1541, deca I, lib. I, pp. n. num. [c. XXVIr]; P. Dolfi, Cronologia delle famiglie nobili di Bologna, Bologna 1670, p. 303; G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, Bologna 1783, t. III, pp. 288-292; B. Farolfi, Strutture agrarie e crisi cittadina nel primo Cinquecento bolognese, Bologna 1977, p. 15.