GABELLONE (Caballone, Cabalone, Cabelone, Gabaldone), Gaspare
Nato a Napoli il 12 apr. 1727 da Michele Caballone (cognome che il G. preferì mutare in Gabellone) e Teresa Muscettola, intraprese la carriera di compositore come il padre, che gli trasmise probabilmente i primi insegnamenti musicali. Dal 1738 fino al 1748, comunque, il G. compì, sotto la guida di F. Durante, regolari studi di contrappunto e composizione nel conservatorio napoletano di S. Maria di Loreto, dove sembra che più tardi (anche se mancano prove certe) abbia insegnato, almeno per qualche tempo, canto e composizione.
Iniziò la propria carriera come compositore di opere buffe; esordì infatti, con l'opera La sposa bizzarra (libr. di P. Squalletti, Napoli, teatro Nuovo, autunno 1757) e, in collaborazione con G. Insanguine, La giocatrice bizzarra (libr. di A. Palomba, ibid., primavera 1764), due partiture entrambe andate perdute. La sua notorietà non è però legata all'attività operistica, che abbandonò ben presto, quanto alle sue composizioni di musica sacra, per le quali venne assai stimato dai suoi contemporanei, al punto che - pare - G. Paisiello considerasse quale modello la grande Messa da requiem (perduta).
Tra le sue composizioni, in gran parte giunte fino a noi, si ricordano: l'oratorio Gesù deposto dalla Croce (Roma 1786, e Bologna, S. Maria della Morte, 1787); una Messa in la magg., per voci e orchestra; due Passioni per il venerdì santo, una datata 1756, l'altra priva di data; parte di una Passione per la domenica delle Palme; un Christus e Miserere; tre Tantum ergo (in sol min., in do min., in si bem. magg.), per voce solista variamente accompagnata; un Inno per il glorioso patriarca s. Giuseppe; la cantata Qui del Sebeto in riva, per soprano solista, scritta nel 1769 su commissione della corte per celebrare il compleanno della regina Maria Carolina d'Austria; tre arie (Se il tenero mio core, Temea Licida amante, Aria di soprano con oboe e voce obbligata); una ouverture; una sinfonia; un concerto per mandolino e orchestra in fa magg.; dodici fughe a due voci datate 1785, più altre due non datate.
La produzione del G. è in parte conservata a Napoli, nella Biblioteca del Conservatorio S. Pietro a Majella e nella Biblioteca oratoriana dei filippini, nonché a Milano, nella Biblioteca del Conservatorio Giuseppe Verdi.
Il G. morì a Napoli il 22 marzo 1796.
Il padre, Michele Caballone, nato a Napoli nel novembre 1692 da Vito Cesare e Antonia Ricca, studiò presso il conservatorio di S. Maria di Loreto con G. Veneziano e G. Perugino. Nel 1716 sposò Teresa Muscettola, da cui ebbe sei figli.
Il matrimonio imparentò Michele con un'altra famiglia di musicisti. La sorella di Teresa, Antonia, aveva infatti sposato il violinista Francesco Barbella, ed era madre di Emanuele Barbella, compositore e violinista, amico e confidente di Charles Burney.
Michele fu soprattutto compositore di opere buffe, anzi uno dei primissimi compositori a coltivare il genere dell'opera comica in dialetto napoletano, reazione alle ridondanze e alle verbosità dell'opera seria. Tra le sue opere di genere comico si ricordano: La Ciulla, o puro Chi ha fremma arriva a tutto (libr. di C. di Palma, Napoli, teatro dei Fiorentini, primavera 1728), La fenta schiava (libr. di anonimo, ibid., 1728), Ammore vo' speranza (libr. di anonimo, ibid., carnevale 1729), Li dispiette amoruse (libr. di A. Palomba, Napoli, teatro Nuovo, autunno 1731). Altre opere sono state scritte in collaborazione con C. Roberto: La cantarina (libr. di A. Piscopo, Napoli, teatro dei Fiorentini, carnevale 1728, I atto di Michele, II e III di C. Roberto), Lo cicisbeo cuffeato (ibid., carnevale 1728), La Zita (ibid., autunno 1731) e Il Filippo (Napoli, teatro Nuovo, estate 1735), più alcune opere serie, come Adone re di Cipro (libr. di F. Vanstryp, Roma, teatro Capranica, 28 dic. 1730), Cecilia (Napoli, teatro dei Fiorentini, 1728), Adriano in Siria e Alessandro nelle Indie (entrambe su libretto di P. Metastasio, Napoli, 1740 circa, oggi conservate nella Biblioteca del Conservatorio di Parigi).
Michele scrisse molta altra musica di cui rimangono arie staccate, alcuni Salve Regina, un Kirie, un Dixit (1737), un Laudate (1739). Lasciò anche un apprezzato manuale di contrappunto di cui sono conservate due copie nella Biblioteca del Conservatorio S. Pietro a Majella, a Napoli, e una nella Biblioteca del Civico Museo bibliografico musicale di Bologna.
Dalla sua attività di compositore e didatta Michele non riuscì a ricavare grandi benefici economici. Alla sua morte, infatti, avvenuta a Napoli dopo una lunga malattia il 19 genn. 1740, la famiglia non poté sostenere le spese per il funerale e la sepoltura, di cui si fece carico la Congregazione dei musici di Napoli.
Fonti e Bibl.: C. Burney, A general history of music…, III, London 1789, p. 570; C.A. De Rosa, marchese di Villarosa, Mem. dei compositori di musica del Regno di Napoli, Napoli 1840, p. 8; F. Florimo, La scuola musicale di Napoli e i suoi conservatori, II, Napoli 1882, p. 351; M. Scherillo, L'opera buffa napol. durante il Settecento, Napoli 1883, pp. 175 s., 282; B. Croce, I teatri di Napoli dal Rinascimento alla fine del secolo decimottavo, Napoli 1891, pp. 143 s. (per Michele); U. Prota Giurleo, Nicola Logroscino, Napoli 1927, pp. 54 s.; F. De Filippis - M. Mangini, Il teatro Nuovo di Napoli, Napoli 1967, p. 19 (per Michele); R. Zanetti, La musica ital. nel Settecento, I, Busto Arsizio 1978, pp. 371 s., 491; F.J. Fétis, Biographie univers. des musiciens, II, p. 138 (per Michele); III, p. 363; R. Eitner, Quellen Lex. der Musiker, II, p. 261 (per Michele); IV, pp. 110 s.; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, pp. 576 s.; Enc. dello spettacolo, II, coll. 1427 s. (per Michele); V, col. 797; Enc. della musica Rizzoli-Ricordi, I, p. 428; Storia dell'Opera, Torino 1977, I, 1, p. 287 (per Michele); The New Grove Dict. of music and musicians, I, pp. 38 s.; III, p. 569 (per Michele); Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, II, pp. 38 s.