VINCI, Gaspare
– Nacque a Napoli il 24 dicembre 1780. Dalle fonti non si hanno notizie sui genitori.
Mancano anche le notizie sulla sua formazione, ma sappiamo che il 16 agosto 1799 fu nominato ‘soprannumero’ nel Real Albergo dei poveri, segno di una formazione professionale già avvenuta. Rimase con tale incarico fino al gennaio del 1806, quando passò in qualità di alunno nel Gabinetto topografico di Napoli. Gli alunni erano operatori già formati che venivano addestrati alle tecniche del rilevamento topografico. Il 18 febbraio 1809 fu nominato aspirante ingegnere nel corpo reale di ponti e strade, istituito da Gioacchino Murat nel 1808 sul modello dell’analoga istituzione francese. Nella Scuola politecnica, fondata nel 1811, fu nominato professore di topografia, materia che per la prima volta diventava autonoma disciplina d’insegnamento (Russo, 1967, p. 69). A seguito di tale incarico gli venne commissionata dal generale Francesco di Costanzo, direttore della Scuola, una Carta topografica ideale de’ segni convenzionali topografici (in Cartografia Napoletana, 1983, pp. 142 s.), incisa da Domenico Guerra nel 1814. I modelli si rifacevano a quelli stabiliti nel Dépôt de la guerre francese nel 1802 e in seguito adottati in tutte le nazioni europee soggette al dominio francese. La carta dei segni convenzionali di Vinci divenne il modello per tutte le operazioni topografiche che si eseguirono nel Regno di Napoli.
Nel 1813 ebbe l’incarico dal ministro della Guerra di eseguire operazioni geodetiche per il rilevamento delle alture a nord di Napoli, propedeutiche alla formazione della pianta della città, che fu terminata e incisa nel 1828. Al decennio francese risale certamente la Pianta topografica delle isole Tremiti, manoscritto acquarellato in scala 1:10.000 conservato nell’Archivio dell’Istituto geografico militare (Catalogo ragionato..., 1934, II, p. 411). Il 29 settembre 1814 venne nominato disegnatore di seconda classe nel Deposito generale della guerra, in seguito Reale Officio topografico, presso il quale prestò servizio fino al 1839. Pur ricoprendo il ruolo di rilevatore e di disegnatore nell’Officio topografico, Vinci non abbandonò i suoi interessi didattici, continuando a insegnare nella scuola militare; nel 1817 realizzò il primo moderno trattato di topografia a Napoli, e uno tra i primi in Italia, dal titolo Elementi di topografia per uso del collegio militare.
L’opera doveva contenere tre parti ma ne furono stampate solo due poiché, come è scritto in un Avviso al lettore, «siccome l’autore di questi Elementi è incaricato per la ristrettezza del tempo ad istruire i giovani nelle prime due parti solamente, perciò non ha curato per ora pubblicare la terza parte». L’opera si compone di 28 pagine più 12 tavole incise da Vincenzo Aloja, suo compagno di lavoro presso l’Officio topografico.
Nel 1828 portò a compimento l’opera con la pubblicazione a Napoli degli Elementi di topografia, e geodesia teoretica e pratica.
Alla prima e seconda parte, relative alla topografia e al rilevamento di dettaglio, nella quale ampliava e aggiornava quanto già scritto nel 1817, fu aggiunta un terza parte relativa alla geodesia e alla strumentistica. L’opera si compone di 2 volumi con 14 tavole di figure incise su rame.
Tra il 1817 e il 1823 svolse soprattutto lavori di copia e di messa in pulito dei rilievi di campagna effettuati dagli ingegneri geografi dell’Officio topografico; nell’aprile del 1818 fu impegnato nell’esecuzione di copie delle carte del mare Adriatico da consegnare all’Austria e all’Inghilterra (Valerio, 2002, p. 205) a seguito di accordi di cooperazione internazionale per il rilevamento di quel mare (Valerio, 2006). Nel 1823 fu impiegato presso lo stato maggiore dell’armata austriaca, di stanza a Napoli, per preparare i lucidi della carta del Regno di Napoli di Antonio Rizzi Zannoni, terminata nel 1812 e rettificata dagli ufficiali austriaci.
La sua formazione di architetto e le tecniche della topografia lo portarono a realizzare vedute di Napoli e dei suoi dintorni. Nel 1822 pubblicò una Raccolta delle vedute di Napoli e sue vicinanze composta di 24 tavole incise in rame. Nel 1823 lavorò anche alla litografia, da poco introdotta nel Regno di Napoli, pubblicando con la Litografia della guerra, stabilimento annesso all’Officio topografico, una Veduta dell’antico ponte sopra l’Aniene e nel 1824 una raccolta di vedute di Napoli Pozzuoli e loro contorni composta di 7 tavole litografate da Salvatore Fergola, con testi illustrativi (Vedute, ritratti, scene popolari, 1999, pp. 85, 114). Nel 1824 pubblicò a Napoli I cinque ordini d’architettura trattati dal cavaliere Ignazio Stile, ispettore del corpo di ponti e strade, con 6 tavole, per uso della scuola militare. Nel 1827 compare a Napoli la prima edizione di una sua fortunata guida di Pompei dal titolo Descrizione delle Ruine di Pompei.
L’opera fu ristampata nel 1830 con l’aggiunta di 4 tavole di piante architettoniche; una terza edizione fu pubblicata nel 1831. Nel 1840 fu pubblicata la sesta edizione a Milano, da Vallardi, mentre la settima edizione fu pubblicata nello stesso anno a Napoli con 17 tavole. L’ottava e ultima edizione vide la luce nel 1846.
Negli ultimi anni di servizio nell’Officio topografico, tra il 1837 e il 1839, lavorò al disegno dei fogli del mare Adriatico in scala 1:20.000 (Catalogo ragionato, 1934, II p. 417). Nel 1839 lavorò come topografo in una delle sezioni di lavoro destinate al rilevamento della frontiera del Regno: in circa sette mesi di campagna eseguì la triangolazione e il rilievo di 22 miglia quadrate nel comune di San Giovanni Incarico (Valerio, 2002, p. 205).
Aveva sposato Maria Carlevale da cui ebbe una figlia, Maria Giovanna. Da un precedente matrimonio con Maddalena Ricci era nato, il 2 luglio 1816, Leopoldo, che lavorò come ingegnere geografo nell’Officio topografico fino al 1867. Vinci ottenne il pensionamento nel 1839, dedicandosi da lì in poi soprattutto alle sue pubblicazioni.
Morì intorno al 1855, come si deduce dalla pensione concessa nel 1856 alla vedova e all’orfana.
Fonti e Bibl.: Catalogo ragionato delle carte esistenti nella cartoteca dell’Istituto geografico militare, I-III, Firenze 1934; G. Russo, La scuola di ingegneria in Napoli, 1811-1967, Napoli 1967; Cartografia napoletana dal 1781 al 1889, a cura di G. Alisio - V. Valerio, Napoli 1983; Vedute, ritratti, scene popolari. Gli esordi della litografia a Napoli (catal.), Napoli 1999; V. Valerio, Costruttori di immagini. Disegnatori, incisori e litografi nell’Officio topografico di Napoli (1781-1879), Napoli 2002; Id., Landscapes and charting in the nineteenth century: neapolitan-austrian and english cooperation in the Adriatic Sea, in Mappae Antiquae. Liber amicorum Günter Schilder, a cura di P. van Gestel-van het Schip - P. van der Krogt, ‘t Goy-Houten 2006, pp. 465-478.