BORRO (Boro), Gasparino (Gasparino da Venezia)
Nacque probabilmente a Venezia nella prima metà del sec. XV, ed entrò nell'Ordine dei servi di Maria.
Una ricostruzione certa dei suoi dati biografici è ostacolata dalla presenza di omonimi nello stesso Ordine. Un fra' Gasparino da Venezia compare più volte a Bologna, fra il 1410 e il 1428 (cfr. C. Piana, Ricerche su le Università di Bologna e di Parma nel sec. XIV, Quaracchi 1963, adIndicem): probabilmente lo stesso che ricopriva la carica di provinciale nel 1438 (Piermei, II, p. 35 n.); mentre un certo Gasparino "filius quondam Ambrosii de Mediolano sacrae theologiae lector", che risulta presente al capitolo generale di Ferrara nel maggio 1458 (cfr. C. Piana, Nuove ricerche..., Quaracchi 1966, p. 211 n.), ha probabilmente determinato la confusione per cui il Giani (Annales ordinis servorum, 2 ediz., II, Lucae 1721, p. 4) e altri dicono il B. nativo di Milano anche se professo a Venezia.
Non abbiamo documenti precisi sugli studi universitari del Borro. Si dedicò agli studi filosofici e teologici sotto la guida del teologo servita Paolo Albertini, che egli ricorda, nell'introduzione al Commentum super tractatum spherae del Sacrobosco, come suo precettore; studiò però anche - sembra - astronomia e matematica, raggiungendo una certa notorietà per la sua vasta dottrina. Secondo i biografi conseguì la laurea in teologia a Ferrara intorno al 1460 (cfr. F. Borsetti, Historia almi Ferrariae Gymnasii, II, Ferrariae 1735, p. 480).
Un "magister Gasparinus de Venetiis" servita appare nella matricola degli addottorati della facoltà teologica di Bologna (cfr. F. Ehrle, I più antichi statuti della facoltà teologica..., Bologna 1932, p. 112 n. 200, che rimanda in nota appunto al B.): ma è verosimile che si tratti del già menzionato omonimo, la cui presenza è documentata a Bologna (cfr. R. Taucci, I maestri della facoltà teologica di Bologna, in Studi stor. sull'Ordine dei servi di Maria, I [1933], p. 35).
A Venezia si dedicò all'insegnamento di filosofia e teologia nelle scuole dell'Ordine; ma la sua influenza si estese anche al di fuori, come risulta dall'introduzione al Commentum sulSacrobosco, e come ugualmente testimoniano le lettere di Cassandra Fedele, che più volte ricorda con affetto e stima il B. suo precettore (e da lei sappiamo anche di rapporti di amicizia fra questo e Bonifacio Bembo). Più tardi fu chiamato a insegnare in diverse università: anche qui ci mancano dati cronologici e documenti precisi, ma sappiamo che fu a Perugia, a Ferrara (dove, secondo Simone Pellati [in Vangelisti], tenne un corso di teologia leggendo il primo libro di Scoto), a Padova.
Partecipò, talvolta in posizione di prestigio, a diversi capitoli generali del suo Ordine: nel 1482 a Viterbo, nel 1485 a Vetralla, nel 1488 a Bologna. Si dedicava inoltre alla predicazione e alle discussioni pubbliche, oltre che a Venezia, anche a Mantova, Cremona, Bologna. Il prestigio di cui godeva nell'Ordine gli fece attribuire cariche di una certa importanza: una volta fu nominato dal cardinale protettore dell'Ordine visitatore della provincia trivigiana; nel 1485 era reggente a Perugia; nel 1488 viene attestata per la prima volta la sua nomina a priore del convento di S. Maria dei Servi di Venezia, che nel 1476 era passato alla Congregazione dell'Osservanza (Vicentini, II, p. 78). Nel 1490 era socio del vicario generale (come risulta da un contratto tra il convento di Venezia e la "scuola dei barbieri" conservato nell'archivio dello stesso convento, secondo G. Degli Agostini, Scrittori viniziani, II, Venezia 1764, pp. 602 s.). Nel 1494 era di nuovo priore, e tale risulta ancora in un documento del 25 marzo 1495 riguardante la confraternita del beato Simone da Trento (cfr. Vicentini, I, p. 404 n. K).
Morì anteriormente al 22 giugno 1498: in quella data, infatti, in un inventario di arredi della chiesa di S. Maria dei Servi vengono descritte suppellettili appartenute al "fu Maestro Gasperino" (Degli Agostini, II, p. 603).
Del B. ci rimangono due opere a stampa: il Commentum electum et pretiosum super tractatum spherae mundi, raro incunabolo uscito a Venezia nel 1490 (Gesamtkatalog der Wiegendrucke, 4941), che è un commento del Tractatus di Giovanni da Sacrobosco, preceduto da una lettera di dedica al patrizio veneziano Girolamo Donato, dottore in diritto e filosofia.
Alquanto posteriore alla morte del B. è l'edizione della raccolta dei suoi versi (composti in periodi diversi), stampata a Brescia in data 23 ott. 1498 (Gesamtkatalog, 4942), sotto il titolo Triumphi,sonetti,canzon e laude de la Gloriosa Madre de Dio Vergine Maria, con la revisione del servita Simone Pellati da Castellazzo (che ne scrisse anche la lettera di dedica - ristampata in Vangelisti, pp. 131 s. - al vicario generale Filippo Cavazza e a Benedetto Mariano, fornendo utili notizie sulla vita e le opere del B.) e del letterato G. B. Boneto.
La raccolta (anch'essa rara: alcuni excerpta - i versi riguardanti i serviti - si trovano ristampati in Mon. Ord. servorum, XI, pp. 131-158) comprende sei Trionfi per venti canti complessivi in terzine dantesche, dedicati prevalentemente alla Vergine, della cui vita si celebrano i momenti più significativi per l'edificazione dei cristiani; ma vi si inseriscono anche trattazioni di temi filosofici e morali. Nell'ultimo Trionfo si espone una visione del paradiso (con tentativi di riprendere schemi danteschi, ma in forma impacciata ed elementare), che dà occasione a una rassegna di santi e beati serviti. Segue nella raccolta un lamento per la morte del beato Bonaventura da Forlì (avvenuta nel 1491), anch'esso in terzine dantesche; e quindi numerosi sonetti, canzoni, laudi, inni, epigrammi. Su un tessuto linguistico fortemente influenzato dal veneziano, si sovrappongono espressioni auliche e crudi latinismi. Prevale generalmente la tendenza ad effetti di eloquenza predicatoria, tranne le parentesi in cui la riflessione morale si fa più discorsiva e distesa, e soccorre il repertorio petrarchesco.
Non tutti i versi del B. furono inclusi nella raccolta data alle stampe: si ha notizia infatti di una raccolta inedita di versi (comprendente, fra l'altro, l'esposizione di alcuni salmi, canzoni, ottave) contenuta in un manoscritto che si conservava presso l'archivio del convento dei serviti a Venezia, distrutto da un incendio nel 1769; la notizia e la descrizione di tale manoscritto (che sarebbe stato autografo) proviene da G. G. Bergantini, ed è annotata nell'opera del Palombella (p. 848; cfr. Vangelisti, pp. 127 s.).
Si hanno ancora menzioni di tutta una serie di opere inedite del B., senza peraltro alcun dato preciso in proposito: si tratterebbe di un commento alle Sentenze, di un quaresimale, di una raccolta di prediche de sanctis, di orationes latinae, di un sermo de astrologia (ma per questo potrebbe trattarsi del già menzionato commento al Sacrobosco, dato alle stampe).
Si può infine ricordare che l'edizione veneziana del 1490 dei Sermones de laudibus sanctorum del francescano Roberto Caracciolo (Gesamtkatalog, 6059) porta nell'explicit la dichiarazione che il libro era stato "examinatus" da Gasparino Borro.
Fonti eBibl.: C. M. Palombella, Cathalogus scriptorum antiquorum O.S. b. M.V. (1750), ms. nell'Archivio generalizio dell'Ordine dei servi di Maria, pp. 841-855; C. Fedele, Epistulae, Patavii 1636, pp. 24 s., 66, 127; A. Giani-L. M. Garbi, Annales Ordinis servorum, 2 ediz., I, Lucae 1719, pp. 571, 586, 611; II, ibid. 1721, p. 4; G. Degli Agostini, Notizie istorico-critiche intorno... gli scrittori viniziani, II, Venezia 1754, pp. 600-606; G. Vangelisti, Frate G. B., in Monumenta Ordinis servorum, XI, Roulers 1910, pp. 122-158 (pp. 131-158 excerpta dai Triumphi; pp. 128 s. elenco della letteratura precedente); A. M. Vicentini, I servi di Maria nei documenti e codici veneziani, I, Treviglio 1922, pp. 90, 166, 400, 404; II, Vicenza s.d. (ma 1932), pp. 5, 34 s., 78, 90 n. 3, 92 s., 94, 102, 119, 140 s., 145, 178, 194, 195; A. Ph. Piermeius (Piermei), Memorabilium sacri Ordinis servorum b. M. V. breviarium, a cura di A. M. Vicentini, Roma 1927-29, I, pp. 119 ss.; II, p. 35; A. M. Rossi, L'ideale mariano per i servi di Maria, Roma 1954, ad Indicem; P. Lustrissimi, Saggio di bibliografia mariano-servitana, in append. a Studi storici dell'Ordine dei servi di Maria, VI (1954), p. 75; Contributi di storiografia servitana, a cura di D. M. Montagna, Vicenza 1964, ad Indicem;Suor Ileana Veronese, tesi di laurea inedita sul B. (1970) presso l'istituto universitario pareggiato di magistero Maria SS.ma Assunta (consultabile presso la Biblioteca della facoltà teologica "Marianum" di Roma).