BARZIZZA, Gasparino e Guiniforte
Gasparino di Pietrobono (oriundo di Barzizza, paesello del Bergamasco, donde il suo doppio cognome, ora Barzizius, ora Bergomensis o Pergamensis) era, nel 1430, senio iam confectus; perciò la sua nascita, anziché nel 1370, andrà collocata nel 1360. Morì a Milano al principio del 1431. Mancano notizie dei primi suoi anni. Studiò tardi a Pavia, dove si addottorò (13 luglio 1392) in grammatica e rettorica, le due discipline che poi ivi professò nel 1403 per quattr'anni. Nel marzo 1407 si trasferì a Venezia e di là subito a Padova, iniziandovi quella gloriosa carriera didattica e scientifica, che fu tanto feconda per l'umanesimo. Il 16 settembre 1413 ottenne la laurea in arti e posteriormente la cittadinanza padovana e veneziana. Nel 1417 fu a Costanza come segretario apostolico. Il 19 agosto 1420 fu confermato nello Studio per un quinquennio, ma egli aspirava già a Milano, dove insegnò dal novembre 1421 fino alla morte.
Compose un modello di epistolografia con proposte e risposte, orazioni per sé e per altri, un trattatello di rettorica; scrisse moltissime lettere (la massima parte ancora inedite) le quali nonostante la forbitezza della forma, lasciano freddo il lettore e hanno in generale scarsa importanza storica. Compilò inoltre un utile manuale d'ortografia latina in doppia redazione per correggere le gravi deformazioni dell'uso medievale, e un curioso lessico etimologico del dialetto bergamasco. Commentò le epistole di Seneca a Lucilio, le supposte epistole a S. Paolo e il De officiis di Cicerone; ma le maggiori cure, che resero popolare il suo nome, dedicò all'emendamento delle opere retoriche mutile di Cicerone e alla trascrizione e divulgazione del testo integro di Lodi, quando fu scoperto nel 1421.
Guiniforte, il prediletto dei figli di Gasparino, nacque a Pavia nel 1406; morì a Milano nel 1463. Cominciati gli studî a Padova col padre, li proseguì a Pavia, dove si addottorò in arti il 30 marzo 1422; ivi stesso poi s'iscrisse ai corsi di legge, e nel biennio 1425-27 vi professò filosofia morale. Nel 1431, morto il padre, impartì alcune lezioni private a Milano, e, chiamato dal vescovo Bartolomeo della Capra, tenne un corso a Novara su Terenzio e sul De officiis di Cicerone. Nel 1432 prese servizio in Catalogna presso il re Alfonso di Sicilia, che accompagnò all'impresa di Gerba, da lui descritta in una lettera al Capra. Nel 1433, già di ritorno a Milano con un messaggio del re, fu dal Visconti creato suo vicario generale. Il 17 gennaio 1435 inaugurò, come successore del padre, l'insegnamento ufficiale con una prolusione sulle Epistole di Seneca e le opere retoriche di Cicerone. Tenne la cattedra fino al 1447, nel quale anno, morto Filippo Maria Visconti, riparò alla corte di Monferrato e poco dopo (1448) alla corte d'Este, dove rimase a lungo, finché nel 1457 il duca Francesco Sforza lo richiamò a Milano per affidargli l'educazione del primogenito Galeazzo Maria.
La produzione di Guiniforte non è molto ricca: orazioni ed epistole; epistole a stampa e manoscritte; vi si risente lo stile del padre, ma esse hanno maggiore importanza storica. Per assecondare un desiderio di F. M. Visconti, che prediligeva gli autori volgari, commentò l'Inferno di Dante, servendosi delle note di suo padre, e alcuni sonetti del Petrarca.
L'edizione degli scritti in Gasparini Barzizii et Guiniforti Opera, ed. I. A. Furiettus, Roma 1723.
Bibl.: G. M. Mazzuchelli, Scrittori d'Italia, II, i, pp. 504-509; R. Sabbadini, Lettere e orazioni edite e inedite di Gasparino Barzizza, in Arch. stor. lombardo, XIII (1886), pp. 363-78, 563-83, 825-36; id., Guiniforte Barzizza, in Giornale stor. letter. ital., VI (1885), pp. 170-76; id., Storia e critica di testi latini, Catania 1914 (cfr. l'indice); id., Spogli Ambrosiani latini, in Studi ital. filol. class., XI, 1903 (cfr. l'indice); id., Epistolario di Guarino Veronese, Venezia 1915-19 (confrontare l'indice); A. Cappelli, Guiniforte Barzizza maestro di Galeazzo M. Sforza, in Arch. stor. lomb., XXI (1894), pp. 399-442, 498; R. Cessi e B. Cestaro, Spigolature barzizziane, per Nozze Fumagalli-Guttmann, Padova 1907. È in corso di stampa un lavoro di L. Bertalot, contenente lettere inedite di Gasparino, che illustrano molti punti oscuri della sua vita e operosità letteraria.