DELLA PORTA, Gasparo
Non si hanno notizie riguardanti la vita di questo musicista, ma possiamo supporre che la sua opera si sia svolta nell'ambito napoletano del primo Seicento ed in un ambiente probabilmente vicino a quello di uno tra i più illustri madrigalisti suoi contemporanei: Carlo Gesualdo principe di Venosa.
È noto, infatti, che nel 1597 Gesualdo, al ritorno da Ferrara a Napoli, raccolse intorno a sé (come aveva fatto in gioventù) un cenacolo di "compositori, sonatori e cantori eccellentissirni" fra i quali possiamo annoverare musicisti come P. Nenna, S. Dentice e J. Macque. Com'era sua consuetudine, Gesualdo operò nei loro confronti da vero mecenate, curandone le pubblicazioni e trattenendoli a corte a proprie spese. Inoltre egli fu uno dei pochissimi musicisti la cui opera sopravvisse alla crisi editoriale che in quel periodo colpì i centri italiani, e in particolare Napoli; questo fu possibile perché Gesualdo organizzo in modo autonomo la pubblicazione della propria opera, facendo venire nel suo castello nei pressi di Avellino lo stampatore G. Giacomo Carlino, uno dei più autorevoli del Napoletano.
Quest'ultimo stampò anche l'unica opera che ci rimane del D.: Ilprimo libro delle canzonette a tre voci,conservato in parti separate (la parte del basso nella Biblioteca del Civico Museo bibliografico musicale di Bologna, la parte del primo soprano nella Bodleian Library di Oxford, la terza parte è smarrita) e stampato a Napoli nel 1613.
Nella dedica del libraio G. B. Cimmino viene citato il principe Gesualdo (probabilmente parente del mons. Ascanio Gesualdo destinatario della dedica stessa): "La famiglia Gesoalda ... ch'anno tenuta in grandissimo preggio la musica, e tanti Cavalieri, e Principi, de' quali è stata ogni etade arricchita, c'hanno spesso cambiata la spada in penna, e la penna in strumenti canori, del che ne potrà far testimonianza à tempi nostri l'Eccellentissimo Principe di Venosa ...". La produzione musicale del D. non ha alcuna affinità con quella ben più significativa del principe Gesualdo; nella dedica del libro di canzonette il Cimmino reputa il D. "persona di molto grido nella musica", attestandone quindi una certa considerazione da parte dei contemporanei. Tuttavia l'opera giunta sino a noi non giustifica tale fama: la personalità del D. viene a collocarsi nella schiera dei musicisti "minori" del primo Seicento, e si può assegnare la sua opera al dominio del mestiere piuttosto che a quello dell'arte. Infatti, si tiene generalmente a sottolineare il carattere stereotipato delle ventuno canzonette a tema prevalentemente amoroso contenute nel libro; queste sono per lo più bipartite con le voci condotte a lungo parallelamente, con stilemi riproposti spesso e senza cromatismi. Ciò testimonia un numero limitato di idee musicali usate e riutilizzate più e più volte, anche se la tecnica rivela una certa abilità di scrittura e la capacità di far aderire il testo alla musica con buona sensibilità poetica.
Bibl.: U.Prota Giurleo, La musica a Napoli nel Seicento,in Samnium, I (1928), p. 67;E.Vogel, Bibliothek der gedruckten weltlichen Vocalmusik Italiens aus den Jahren 1500-1700, II, Berlin 1892, p. 92; The British Union catalogue of early music printed before the year 1801, II, London 1957, p. 803; Répertoire intern. des sources musicales, Einzeldrucke vor 1800, VII, Kassel 1978, p.116;R. Eitner, Quellen-Lex. der Musiker, VIII, p. 29; The New Grove dict. of music and musicians, V, p. 347.