Broaspini, Gasparo Squaro de'
Le notizie sulla vita e sull'attività letteraria del B., nonostante gli stretti rapporti che lo legarono al Salutati, al Petrarca e ai maggiori umanisti del XIV secolo, risultano, nei documenti a noi pervenuti, scarne e spesso contraddittorie. Pare che la sua famiglia sia stata veronese e che a Verona egli abbia compiuto i suoi studi sotto la guida di Rinaldo Cavalchini. Dotato di ingegno versatile, coltivò non solo la poesia, ma anche la pittura (v. Marzagaia De Modernis gestis IV 301 " antequam sacerrimo musarum ocio daretur, incassum armorum picturis arrogabat "). Unico documento della sua produzione letteraria è un'epistola metrica indirizzata a Niccolò Beccari, riportata alla c. 125 r del codice Lat. XIV 127 della biblioteca Marciana di Venezia e pubblicata da C. Garibotto.
L'epistola è molto importante anche perché ci informa sugli autentici dati onomastici del B.; il Veronese così si sottoscrive: " Gaspar Scuarius de Broaspinis ". Una prova indiretta del suo notevole grado di cultura ci viene offerta da una lunga lettera filologica inviatagli da Giovanni Dondi, nella quale viene chiesta la sua opinione su di un minuzioso commento a una delle epistole Ad Lucilium (Marciano lat. XIV 223, cc. 50r-51v.). Il B. incontrò a Roma nella primavera del 1369 Coluccio Salutati, di cui divenne ben presto intimo amico e con cui intrecciò un'affettuosa corrispondenza, dalla quale si ricavano le più interessanti notizie sulla sua vita. Il Salutati lo fornì nel giugno del 1369 di una lettera di presentazione al Petrarca che fu dal Broaspini avvicinato a Padova nel luglio dello stesso anno. Il Petrarca apprezzò subito la qualità letteraria dello studioso segnalatogli e affidò al B. il compito di trascrivere i quattro libri finali, XXXXIII, delle Rerum Familiarium nel Marciano Latino XIII 70; la sua riconoscenza è espressa nella lettera LVIII delle Variae, dedicata all'erudito veronese.
Gasparo lesse e interpretò pubblicamente la Commedia a Venezia prima del 1380 - come è testimoniato anche dalla Leandreide ai vv. 215-217: " Gasparo Schuaro, la chuj lingua bona / già lesse in tua citade il libro mio / che via più piace quando più si espone " - e, dopo questa data, fu esegeta dell'opera di D. nella sua città natale. Nel 1381 figura ancora iscritto come affittuale nei registri di S. Giacomo e Lazzaro alla Tomba (Verona), ma alla fine dell'anno concluse tragicamente i suoi giorni, pugnalato da un congiunto. La sua morte violenta non è ricordata nelle cronache veronesi; essa è descritta tuttavia con dovizia di particolari in una lettera inviata nel 1382 a Lombardo della Seta da Coluccio Salutati, il quale esprime tutto il dolore provato per la triste scomparsa dell'amico.
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