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GASTEIN

di Antonio Renato TONIOLO - Francesco TOMMASINI - - Enciclopedia Italiana (1932)
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GASTEIN (Gasteiner Tal; A. T., 17-18-19)

Antonio Renato TONIOLO
Francesco TOMMASINI

Valle settentrionale degli Alti Tauri, affluente di destra della valle del Salzach (Pongau), che dal Passo di Nieder Tauern (m. 2441) scende con direzione N. fino a Lend. Scavata tutta entro gli scisti cristallini, parallelamente alle altre valli penniformi dei Tauri, è fra le più ampie del versante settentrionale, e si apre a ventaglio fra le alte cime dell'Hochnarr (m. 3253) a ovest e dell'Ankogel (m. 3253) a est. Con netta morfologia glaciale ben conservata, al suo sbocco presenta una profonda gola di erosione postglaciale incisa nei calcescisti. A clima alpino con freddi intensi, con piogge estive, battuta dal Föhn (Tauernwind), questa valle ha economia agricolo-pastorale; il bosco di abeti copre il 24% dell'area totale e il 77% del suo territorio è disabitato. Era quasi completamente isolata prima dell'apertura (1908) della ferrovia dei Tauri (St. Johann-Spittal-Villaco), che l'attraversa per tutta la sua lunghezza (galleria di km. 8,5 a m. 1225, fra la Gasteiner Tal e la Möll Tal; oggi è assai nota, perché sono largamente sfruttate sull'alta valle le sorgenti termali radioattive (45°-49°) già conosciute nel Medioevo. I centri principali della valle sono Hof Gastein (m. 869), con 1040 abitanti (1923), già principale centro, quando si scavava, nel sec. XVI, il minerale aurifero del vicino Radhausberg; Bad Gastein (m. 991), con 2670 ab., ai due lati di una stretta gola del Gasteiner Ache, centro balneare, che accoglie annualmente fino a 23.000 forestieri; Bockstein (m. 1149), all'ingresso della Galleria dei Tauri e centro turistico estivo.

La convenzione del 14 agosto 1865. - Con la pace di Vienna (30 ottobre 1864), Cristiano IX, re di Danimarca, aveva rinunziato, a favore dell'Austria e della Prussia, a tutti i suoi diritti sui tre ducati di Schleswig, di Holstein e del Lauenburg. Ma su di essi accampava pretese il duca Federico di Augustenburg, sostenuto dagli stati meridionali tedeschi, specialmente dalla Baviera e dalla Sassonia, e, fino a un certo punto, dalla stessa Austria. Invece Bismarck intendeva annettere i ducati alla Prussia, ma comprendeva che questa soluzione avrebbe esposto la Prussia a un conflitto con l'Austria e vi si preparava. La convenzione di Gastein conclusa dall'Austria e dalla Prussia fu una tappa su questa via: Bismarck vi si indusse perché l'attitudine di Napoleone III era infida, perché l'Italia non si decideva ancora a stipulare con la Prussia un trattato d'alleanza diretto contro l'Austria, perché verso quest'ultima propendevano gli altri stati della Confederazione germanica. La convenzione riconfermando i diritti comuni dei due stati sullo Schleswig e il Holstein, affidava l'amministrazione del primo alla Prussia e quella del secondo all'Austria, riconosceva la sovranità sul Lauenkurg alla Prussia, la quale pagava all'Austria un'indennità di 2.500.000 talleri danesi; dichiarava Rendsburg fortezza comune, mentre Kiel aveva soltanto una guarnigione prussiana. L'importanza principale della convenzione consisteva nel fatto che l'Austria abbandonava completamente la causa del duca d'Augustenburg e, non avendo la libera disponibilità del Holstein, non poteva cederlo senza il consenso della Prussia.

Bibl.: Sybel, Die Begründung d. deutschen Reiches durch Wilhelm I., Monaco e Lipsia 1892-95, IV; Débidour, Hist. dipl. de l'Europe depuis l'ouvert. du Congrès de Vienne jusqu'à la clôture du Congrès de Berlin, Parigi 1891, II.

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