Epistemologo e storico della scienza (Nîmes 1858 - Parigi 1918). Sulla scia di Ch.-B. Renouvier e di É.-É.-M. Boutroux, sviluppò, contemporaneamente a P.-M. Duhem, J.-H. Poincaré e É. Le Roy, una rigorosa critica dello scientismo. Pur non aderendo apertamente alle tesi convenzionalistiche di Poincaré, M. nei suoi scritti sottolinea di continuo il ruolo della creatività e della "spontaneità" della ragione nell'ambito della ricerca scientifica, pervenendo a considerare le creazioni scientifiche come riusciti compromessi tra esigenze logiche, pratiche ed estetiche in un continuo contatto con l'esperienza. Notevole anche la sua attività di storico della scienza (in cui risentì l'influenza di P. Tannery). Opere principali: Leçons sur l'origine de la science grecque (1893); Essai sur les conditions et les limites de la certitude logique (1894); Les philosophes-géomètres de la Grèce. Platon et ses prédécesseurs (1900); Le positivisme et le progrès de l'esprit: étude critique sur A. Comte (1902); Études sur la pensée scientifique chez les Grecs et chez les modernes (1906); Nouvelles études sur l'histoire de la pensée scientifique (1911); Descartes savant (post., 1921).