GATT
(General Agreement on Tariffs and Trade, Accordo generale sulle tariffe e il commercio; App. III, I, p. 711; IV, I, p. 900)
Una delle istituzioni che ha permesso lo sviluppo e, per molti anni, la stabilità delle relazioni economiche nel dopoguerra. Il funzionamento del GATT viene analizzato durante le sessioni annuali. Oltre a queste ultime, si tengono occasionalmente conferenze (rounds negoziali) aventi lo scopo di revisionare le concessioni fatte nell'ambito dell'Accordo.
I primi quattro rounds negoziali sono stati incentrati sulle tariffe, nel senso che gli obiettivi principali erano la trasformazione delle restrizioni quantitative in tariffe e l'abbassamento delle tariffe già esistenti, che all'epoca risultavano assai elevate. Le trattative permisero di raggiungere gran parte degli obiettivi proposti. Il Dillon Round (1961-62) rappresentò un momento di transizione e fu caratterizzato dal riconoscimento di fatto degli obiettivi cui era legata la nascita della Comunità Europea e degli aggiustamenti tariffari a essa collegati. Assai più rilevante fu invece il round successivo (Kennedy Round, 1963-67), quando furono concordate importanti riduzioni tariffarie per le quali venne adottata, per la prima volta, una formula di riduzione pari al 50%. In quell'occasione l'agricoltura, la chimica e la siderurgia formarono oggetto di negoziati separati all'interno del negoziato globale.
Il Tokyo Round (1973-79) portò a un notevole cambiamento istituzionale: venne concessa ai paesi in via di sviluppo una deroga decennale (in seguito rinnovata) rispetto all'art. 1 (clausola della nazione più favorita) al fine di consentire l'attuazione del Sistema di preferenze generalizzate che prevede l'adozione di dazi preferenziali non reciproci sulle esportazioni dei paesi in via di sviluppo.
In quegli anni fu anche sottoscritto l'Accordo multifibre che prevedeva, tra l'altro, l'utilizzazione di restrizioni quantitative concordate a livello bilaterale (1974). La riduzione delle tariffe fu di circa un terzo sul livello generale e l'accordo fu raggiunto su una formula che prevedeva un abbassamento proporzionale all'altezza del dazio originario. A differenza dei rounds precedenti, però, la caratteristica principale del Tokyo Round non è stata la riduzione tariffaria, ma l'adozione di una serie di accordi multilaterali sulle barriere non tariffarie (i cosiddetti ''Codici'').
Nel 1986, con la Dichiarazione di Punta del Este, si è avviato un nuovo ciclo di negoziati (l'Uruguay Round) caratterizzato da tre principi: bilanciamento delle concessioni nell'ambito dei vari temi del negoziato; deroga all'obbligo di reciprocità da parte dei paesi in via di sviluppo riguardo le concessioni che verranno fatte nel corso del round; ''graduazione delle preferenze'' in base alla quale i paesi in via di sviluppo, man mano che migliorano la propria condizione economica, dovranno rispettare una parte crescente di regole del GATT.
L'Uruguay Round, tuttora in corso, ha incontrato difficoltà notevoli riconducibili ad alcuni elementi che lo differenziano dai rounds precedenti. In particolare va ricordato che i paesi partecipanti sono più numerosi e comprendono molti paesi in via di sviluppo, e che gli argomenti in discussione sono più numerosi e più complessi in quanto a Punta del Este è stato possibile raggiungere un accordo sull'avvio del negoziato solo soddisfacendo le richieste di ciascun paese (ciò ha dato vita a ben 15 ''gruppi negoziali'').
Il negoziato è iniziato senza l'indicazione di quali siano gli obiettivi più importanti da conseguire, mentre il proseguimento della trattativa richiede il raggiungimento di un accordo preliminare su un quadro di compatibilità tra i vari obiettivi e su un'agenda che definisca i tempi del negoziato stesso. Il fallimento del vertice ministeriale di Montreal del dicembre 1988 e i progressi solo parziali conseguiti successivamente testimoniano la difficoltà dell'attuale fase dei negoziati.
Ancora a metà 1992 il negoziato GATT non ha trovato una soluzione. Al centro del contenzioso rimangono i problemi connessi con la liberalizzazione degli scambi agricoli che vedono fronteggiarsi soprattutto CEE e USA. All'interno della CEE, però, la Germania ha progressivamente assunto una posizione maggiormente favorevole alla liberalizzazione − contrastata in ciò soprattutto dalla Francia − che dovrebbe portare a una conclusione positiva del negoziato.
Bibl.: Unctad, Uruguay round of multilateral trade negotiations: papers on selected issues, Ginevra 1989; J. Bhagwati, The world trading system at risk, Brighton 1991; The multilateral trading system, a cura di R. Stern, ivi 1992.