GAUGAMELA (Γαυγάμηλα, Gaugamēla)
Antico villaggio assiro a circa 100 km. a N. di Arbela (odierno Gōmel-Suyu).
La battaglia di Gaugamela. - Alessandro Magno (v.) deciso a misurarsi in uno scontro decisivo con Dario, messosi in marcia dall'Egitto nella primavera del 331 a. C., valicati l'Eufrate e il Tigri, avanzava in direzione sud-est, seguendo il corso del fiume. Dario prese posizione presso Gaugamela con un esercito di circa 30 o 40 mila cavalieri e qualche centinaio di migliaia di fanti (le fonti antiche danno cifre varianti da 200 mila a 1 milione di soldati), con circa 200 carri falcati e alcuni elefanti.
Alessandro, coi suoi 40 mila fanti e 7 mila cavalieri, entrò in contatto con le avanguardie del re agli ultimi giorni di settembre. Concessi quattro giorni di riposo alle truppe e lasciati in un campo fortificato i bagagli e gl'invalidi, avanzò per circa altri 20 km.; e i due eserciti restarono, per un giorno, di fronte, senza impegnarsi. Tenuto un consiglio coi suoi generali, Alessandro decise di schierare, dietro il fronte di battaglia, una seconda linea, destinata a rintuzzare i tentativi di aggiramento del nemico. Come già al Granico e a Isso (v.), Alessandro si collocò all'ala destra coi suoi cavalieri della guardia, e pose la cavalleria tessala all'ala sinistra, di cui prese il comando Parmenione, restando il centro formato dalle falangi della fanteria pesante. Della linea dei Persiani, comandava il centro Dario, l'ala sinistra Besso e Arsine, la destra Mazeo: dinnanzi al fronte delle truppe erano schierati i carri falcati e gli elefanti.
Alessandro, ripetendo la stessa tattica insegnata da Parmenione a Cheronea e ripetuta già a Isso, portò la sua cavalleria e una parte delle falangi all'attacco della sinistra nemica, proteggendosi con i cavalieri della seconda linea contro il movimento aggirante dei nemici. L'ala sinistra persiana volse in fuga trascinando seco il centro e lo stesso Dario. Frattanto però Parmenione, assalito dalla cavalleria persiana dell'ala destra, a stento si sosteneva né aveva potuto seguire l'avanzata del suo re. Nel fronte macedone venne così a prodursi una falla, nella quale si precipitarono i reparti ancora efficienti del centro persiano. In quel critico momento, la giornata si sarebbe decisa forse in favore di Dario, se le truppe persiane penetrate dietro le linee dei Macedoni, non si fossero subito sparpagliate a saccheggiare le retrovie e se Mazeo, alla notizia della fuga di Dario, non avesse anch'egli sospeso il combattimento. D'altra parte Alessandro tornò indietro in soccorso di Parmenione e riuscì, con una dura lotta, a sbaragliare ciò che restava dei nemici.
La mattina seguente, i Macedoni occupavano Arbela, da cui era già fuggito Dario, e s'impadronivano dei magazzini e del tesoro del re.
Bibl.: Fr. Hackmann, Die Schlacht bei Gaugamela, Halle a. S. 1902; H. Delbrück, Geschichte der Kriegskunst, 3ª ed., Berlino 1920, p. 207 segg.; J. Beloch, Griech. Geschichte, 2ª ed., III, i, Berlino 1922, p. 642 segg.; W. Judeich, in Kromayer, Antike Schlachtfelder, IV, Berlino 1929, p. 372 segg. Per la topografia, vedi Streck, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VII, col. 861 segg.; Kromayer-Veith, Schlachtenatlas, Griech. Abt., tav. 7.