GAZNEVIDI
. Nome (di conio europeo) di una dinastia turca che dal sec. X al XII d. C. ebbe per capitale Ghaznah, nell'Afghānistān, e il cui dominio si estese, per breve tempo, dalle rive meridionali del Mar Caspio al bacino dell'indo. Suo fondatore fu Sabuktighīn, uno schiavo dell'emiro Alptighīn; questi, vassallo dei Samānidi (v.) si era impadronito di Ghaznah, aprendo la via al successo del nuovo stato. Sabuktighīn (366-397 èg., 976-997 d. C.) estese i suoi possedimenti nell'Asia Centrale e nell'Afghānistān, togliendo Kābul a una dinastia locale; poi compì grandi conquiste a nord-ovest, occupando il Khurāsān. Suo figlio Maḥmūd si sciolse dal vincolo di vassallaggio verso i Sāmānidi e ricevette direttamente l'investitura dal califfo di Baghdād; egli intraprese la conquista dell'India settentrionale, donde trasse sterminate ricchezze, mentre acquistava la fama (cui egli, sinceramente devoto, teneva in sommo grado) di campione dell'Islām contro il politeismo. Sotto di lui Ghaznah divenne uno dei più importanti centri culturali dell'islamismo orientale, e in essa, benché il sovrano fosse di stirpe turca, ricevette vigoroso impulso il rinnovamento della letteratura persiana. Ma già sotto il figlio di Maḥmūd, Mas‛ūd (421-432 èg., 1030-1040 d. C.), una parte del vasto dominio si staccò specialmente per l'ingrandirsi della potenza dei Selgiūqidi. I successivi sovrani videro ridursi sempre più i loro possedimenti occidentali, e il centro del regno si spostò verso l'India (nell'ultimo periodo la capitale fu trasportata a Lahore), finché nel 582 (1186) la dinastia dei Ghōr distrusse lo stato gaznevida.