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gazza

di Bruno Basile - Enciclopedia Dantesca (1970)
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gazza

Bruno Basile

L'uccello appare citato in Cv III VII 9 E se alcuno volesse dire contra, dicendo che alcuno uccello parli, sì come pare di certi, massimamente de la gazza e del pappagallo... rispondo che non è vero che parlino, in un passo che forma un dittico con quanto leggiamo in VE I II 7 si dicatur quod picae adhuc et aliae aves locuntur, dicimus quod falsum est; quia talis actus locutio non est, sed quaedam imitatio soni nostrae vocis; videlicet quod nituntur imitari nos in quantum sonamus, sed non in quantum loquimur. Unde si expresse dicenti ‛ pica ' resonaret etiam ‛ pica ', non esset hoc nisi repraesentatio vel imitatio soni illius qui prius dixisset.

In entrambi i casi il Pica corvus degli zoologi viene addotto come exemplum di un problema assai dibattutto dalla cultura medievale (soprattutto da Alberto Magno in vari passi del De Animalibus), che perveniva a D. attraverso l'enciclopedismo di Brunetto Latini (cfr. I libri naturali del Tesoro, ediz. G. Battelli, Firenze 1917, 131 e 185) e di s. Tommaso, che nel De Potentia (VI 5 ad 3) negava alle bestie la " virtutem loquendi ".

Vocabolario
gażża
gazza gażża s. f. [prob. lat. gaia, nome proprio (Gaia) dato scherz. alla gazza]. – 1. Uccello della famiglia corvidi (lat. scient. Pica pica), di media statura, che abita le località alberate, ma vive bene anche in cattività, si ciba di...
gażżarro
gazzarro gażżarro s. m. [der. di gazza]. – Altro nome, usato nell’Italia centr., dell’uccello tordela.
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