(ebr. gē ben Hinnōm) Nell’apocalittica giudaica e nel Nuovo Testamento, luogo di eterna dannazione, inferno. Prende nome da una valle a SO delle porte di Gerusalemme, oggi detta Wādī er-Rabābī, che fu segnata di anatema dal re Giosia per essere divenuta sede del culto di Moloch, che imponeva la pratica di bruciare in olocausto i bimbi dopo averli sgozzati. La valle fu quindi adibita a scarico dei rifiuti della città e a luogo dove gettare le carogne delle bestie e i cadaveri insepolti dei delinquenti, che venivano bruciati per distruggere i resti e come elementare provvedimento d’igiene.