CAETANI, Gelasio
Nacque a Roma il 7 marzo del 1877 da Onorato, principe di Teano, e da Ada Bootle Wilbraham. Mostrò molto presto tendenze per la meccanica: iscrittosi alla scuola d'ingegneria dell'università di Roma, si laureò in ingegneria civile nel 1901. I suoi interessi si erano volti intanto verso la metallurgia, e subito dopo la laurea egli si recò a perfezionarsi presso l'Ecole des mines di Liegi e quindi alla: School of mines della Columbia University, New York, dove poté compiere in un solo anno il corso di perfezionamento, la cui durata era prevista di quattro anni, grazie alla sua eccezionale preparazione.
Ottenuto il diploma della Columbia University, si impiegò presso una grande società mineraria dell'Idaho, la Bunker Hill and Sullivan Co., per la quale viaggiò in molti Stati dell'Unione con incarichi di sempre maggiore responsabilità; contemporaneamente, proseguiva i suoi studi teorici sull'ingegneria mineraria pubblicando numerosi lavori. Licenziatosi dalla Bunker Hill nel 1910, aprì insieme con altri due ingegneri una ditta di consulenza in materia di ingegneria metallurgica e mineraria, la Burch, Caetani and Hearsley, con sede a San Francisco; la nuova impresa godette di buon successo, grazie anche alle vaste relazioni sociali del C., tanto che nel 1914 fu decisa l'apertura di un ufficio anche a New York. Nel frattempo il C. era stato invitato per tre anni consecutivi (1912-14) dalla scuola di ingegneria della Harvard University a tenere corsi estivi sulla sua materia.
Scoppiata la guerra 1914-18, il C. rientrò in patria: nell'inverno del 1914 fece parte del Comitato per gli aiuti alle vittime di guerra del Belgio e l'anno dopo del Comitato per gli aiuti ai terremotati della Marsica. Entrata l'Italia in guerra, si arruolò come volontario e venne destinato come tenente al 1ºreggimento zappatori e minatori. Distintosi in molte azioni, compì la più nota delle sue imprese belliche il 17 apr. 1916, quando fece brillare la mina del Col di Lana. Insignito di numerose decorazioni al valor militare e promosso colonnello, nel maggio 1916 fu inviato prima in Macedonia e poi in Serbia (un racconto particolareggiato delle sue esperienze belliche si ha nelle Lettere di guerra, Roma 1919).
Nazionalista convinto, il C. aderì ben presto al fascismo e fu tra i partecipanti alla marcia su Roma. Nel novembre 1922 Mussolini lo nominava ambasciatore negli Stati Uniti, carica che tenne fino al 1925.Il C. sembrò subito al neopresidente del Consiglio l'uomo adatto ad acquisire al nuovo governo le simpatie della classe politica statunitense per le vaste relazioni che egli aveva con gli ambienti culturali e finanziari del New England, il che aveva un rilievo non trascurabile, dovendo il C. tra l'altro trattare l'estinzione del debito di guerra contratto dall'Italia con gli Stati Uniti.
Un altro problema era quello costituito dallo stabilimento di buone relazioni con la comunità italo-americana, di cui Mussolini temeva le reazioni negative dopo la marcia su Roma, specie per il peso rilevante che le rimesse degli emigrati italiani negli Stati Uniti avevano sull'equilibrio della bilancia dei pagamenti. Compiti a cui il C. si applicò con dedizione conseguendo indubbi successi.
Prese anche l'iniziativa di far costruire, con la consulenza dell'architetto W. Warren, una nuova residenza per l'ambasciata italiana. Prima del suo ritorno, nell'estate 1925, la Società italo-americana di New York fondò la "Gelasio Caetani scholarship" per giovani ingegneri italiani che volevano specializzarsi in America.
Finita la guerra, il C. si era dedicato alla rivalorizzazione del patrimonio familiare e, dal 1919, aveva concentrato la sua attenzione sui possessi nelle paludi Pontine, nei dintorni di Ninfa, facendo anche restaurare (1922) il castello di Sermoneta; dal 1926, sotto gli auspici e con l'aiuto finanziario del governo, insieme con N. Prampolini, diresse come consulente la bonifica delle paludi Pontine, mediante un sistema di canalizzazione che venne terminato nel 1934.
Il C. ricoprì una serie di cariche nei più vari rami: vicepresidente dell'Azienda generale italiana petroli (1922-28), membro della Società romana di storia patria, socio corrispondente della R. Accademia dei Lincei, consigliere del Consiglio nazionale delle ricerche e membro della Consulta araldica, fu inoltre, nel 1931, eletto vicepresidente del Consiglio superiore delle antichità e belle arti e consulente della Società naz. ingegneri chimici e rappresentante per l'Italia dell'Alluminium Ltd. Prestava inoltre servizio presso il ministero degli Esteri, come ambasciatore onorario, dirigendo l'ufficio che si occupava delle residenze delle ambasciate italiane all'estero.
L'opera di maggiore rilievo culturale rimane tuttavia il suo monumentale lavoro di curatore-editore delle carte familiari. L'archivio dei Caetani di Sermoneta, ricchissimo di documenti dall'alto Medioevo sino ai tempi moderni, fu riordinato per impulso del C., che ne diresse personalmente i lavori, e decise di pubblicare la maggior parte dei manoscritti, in una collana intitolata Documenti dell'Archivio Caetani.Per prima uscì la Caietanorum genealogia (Perugia 1920), cioè tutta la genealogia familiare corredata dalle tavole genealogiche delle più importanti famiglie romane e napoletane imparentate con i Caetani; seguirono i Regesta chartarum (6 voll., Perugia 1925-32), in cui il C. pubblicò i principali documenti dell'archivio dal 954 al 1522, integrandoli con documenti dell'archivio Colonna; l'Epistolarium Honorati Caietani (San Casciano Val di Pesa 1926), contenente le lettere di Onorato (III) e la corrispondenza relativa alla guerra angioina; la Domus Caietana (San Casciano Val di Pesa 1927-33), storia della famiglia dalle origini a tutto il sec. XVI e, nello stesso periodo, il codice della Divina Commedia di proprietà Caetani, Comedia Dantis Aldigherii poetae fiorentini (San Casciano Val di Pesa 1930). Postumo, uscì un volume intitolato Varia. Raccolta delle carte più antiche dell'Archivio Caetani e regesto delle pergamene del Fondo Pisano, con introduzione di C. Ramadori (Città del Vaticano 1936). Le edizioni documentarie del C., non prive di lacune e di difetti dovuti a imperizia filologica ed erudita, rimangono tuttavia una fonte importante di storia medievale per la mole immensa dei documenti di cui si dà conto.
Il B. morì a Roma il 23 ott. 1934.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio Caetani, Carte G. C.; necrologi in New York Times, 28 ott.1934; Il Piccolo, 24 ott. 1934; P. Fedele, G. C., in Arch. d. R. Soc. rom. di st. patria, XXX (1935), pp. 221-225; R. Peele, G. C., an appreciation, in Columbia University Quarterly, XXVII (1935), 4, pp. 431-435; G. Tanso, G. C., in La pedagogia italiana, III (1936), n. 3 (estr.); F. Gabrieli, Gli ultimi Caetani, in NuovaAntologia, maggio 1969, pp. 48-57; G. Migone, Il regime fascista e le comunità italo americane: la missione di G. C. (1922-25), in Problemi di storia nei rapporti tra Italia e Stati Uniti, Torino 1971, pp. 25-42.