Bordin, Gelindo
Italia • Longare (Vicenza), 2 aprile 1959 • Specialità: Maratona
È stato uno dei più grandi maratoneti di sempre e in Italia il portabandiera di una scuola ammirata e rispettata in tutto il mondo. Iniziò l'attività sportiva nel cross country e nelle corse di mezzofondo in pista, per passare poi assai presto anche alle gare su strada. Ripresosi dalle conseguenze di un grave incidente (nel 1981 fu investito mentre si allenava sulle strade attorno a Verona), allenato da Luciano Gigliotti, ebbe una rapida evoluzione come maratoneta (dopo un quinto posto ai Mondiali universitari sui 10.000 m): esordì a Milano, nel 1984, in 2h13′20″ e nel 1986 fu campione europeo di maratona a Stoccarda, dopo un arrivo allo sprint con Orlando Pizzolato, in 2h10′54″. Nel 1987, ai Campionati del Mondo di Roma fu terzo, alle spalle del keniota Douglas Wakiihuri e del gibutiano Ahmed Saleh. Nel 1988 si laureò campione olimpico a Seul in 2h10′32″, unico italiano ad aver conquistato questo prestigioso titolo, esattamente ottant'anni dopo che Dorando Pietri si era visto negare la medaglia d'oro a Londra. La gara di Seul, disputata in condizioni atmosferiche di grande umidità, fu il capolavoro di Bordin, paziente nell'attesa, attento nel controllo degli avversari, determinato nel momento dell'accelerazione finale: il tanzaniano Juma Ikangaa condusse per lungo tratto la corsa, mentre Bordin restava in un gruppo di tredici corridori per non consumare energie; attorno al 30° chilometro Bordin, Saleh e Wakiihuri passarono in testa; al 37° chilometro Saleh attaccò guadagnando alcune decine di metri, poi si fece sotto Wakiihuri; Bordin negli ultimi 2 km riprese il keniota e a 1 km dal traguardo superò Saleh, staccandolo di poche decine di metri; l'arrivo dei tre fu in rapida successione, il più ravvicinato mai registrato nella storia olimpica. Nel 1990 Bordin vinse la maratona di Boston in 2h08′19″ e si aggiudicò di nuovo il titolo europeo a Spalato. Nel 1991 arrivò ottavo ai Mondiali di Tokyo.