gelosia
Il termine, nel significato proprio, ricorre due volte solamente, e in un passo metaforico del Convivio in cui D. difende il volgare del suo trattato: Mossimi secondamente per gelosia di lui. La gelosia de l'amico fa l'uomo sollicito a lunga provedenza. Onde pensando che lo desiderio d'intendere queste canzoni, a alcuno illetterato avrebbe fatto lo comento latino transmutare in volgare... e temendo che 'l volgare... l'avesse laido fatto parere... providi a ponere lui, fidandomi di me di più che d'un altro (I X 10).
La comune accezione amorosa e cortese della parola (vulgatissima nell'epoca), compare solo in Fiore III 6. Tipica di questo poemetto appare la personificazione allegorica della Gelosia ch'è si spietata, / che degli amanti vuole il fior guardare (CCXXXII 5), elevata a rango di protagonista in molti passi: XIX 9, XXI 6, XXII 2, XXIII 1, XXIV 6 e 11, XXV 8, XXVII 1, XXVIII 1, XXIX 1, XXXI 2, XXXII 1, XLVIII 10, LII 5, LXXVI 11, LXXVIII 7 e 12, LXXXII 4, CXXVIII 3, CXLIII 1, CXCIV 6 e 13, CXCVI 10, CXCVII 5, CCXVI 4 e 12, CCXXVI 10, CCXXXII 5. Il medesimo caso, di gusto tutto medievale, in Detto 271 e 301.