GEMDET NAṢR
R Complesso di alcuni tell a N-E di Kish (v.) che ha dato il nome a un periodo protostorico della Mesopotamia (circa 2800-2700 a. C.). Vi sorgeva forse la città di Kidnun. Scavi vi sono stati eseguiti da S. Langdon e Ch. Watelin negli anni 1925-1926 e 1928. Vi si sono trovati resti di edifici, ceramica, cilindri, tavolette ed altri oggetti; la ceramica è monocroma, rossa o nera, o policroma, rossa, nera, gialla; le sue decorazioni, disposte sulla parte superiore dei vasi, sono geometriche e lineari, sul tipo di quelle del periodo di el-῾Ubaid (v.); rari sono gli animali e le piante, gli scorpioni, gli uccelli, i pesci e le gazzelle, però in combinazioni particolari; sono caratteristiche di questo periodo le scene ritratte nei cilindri, animali in fila, cerimonie religiose connesse al culto di Inanna (dea della fecondità). La scrittura delle tavolette è ancora pittografica. Le opere più significative di questo periodo provengono però da altre località, segnatamente Uruk (v. warka).
Bibl.: E. Mackay, Report o Excavations at Jemdet Nasr, Iraq, Field Museum Anthropological Memoirs, I, n. 3, Chicago 1931; H. Field, Human Remains from Jemdet Nasr, Mesopotamia, in Journal of the Royal Asicati Society, 1932, pp. 967-970; H. Field- A. Martin, Painted Pottery from Jemdet Nasr, in Am. Jour. Arch., XXXIV, 1935, pp. 310-320; S. Langdon, Pictographic Inscriptions from Jemdet Nasr Excavated by the Oxford and Field Museum Expedition, in Oxford Editions of Cuneiform Texts, VII, Oxford 1938; V. Christian, Altertumskunde des Zweiströmlandes, I, Lipsia 1940, pp. 131-169; A. Parrot, Archéologie mésopotamienne, I, Parigi 1946, pp. 322-326; II, 1953, pp. 245-78.