MONTANARI, Geminiano
Ingegnere e astronomo, nato a Modena il 1° giugno 1633, morto a Padova il 13 ottobre 1687. S'addottorò dapprima in leggi, poi si diede agli studî fisici e matematici di cui sempre era stato appassionato. Stipendiato a Modena (1661) dal duca Alfonso IV, collaborò col marchese Cornelio Malvasia a ricerche astronomiche, nell'osservatorio che questi aveva impiantato nella sua villa di Panzano. Morto il duca nel 1662, seguì il marchese Malvasia a Bologna, continuando nella specola della villa di Panzano osservazioni astronomiche che vennero interrotte nel 1664 per la morte del Malvasia. Verso la fine del medesimo anno, gli venne affidata la cattedra di matematica nell'università bolognese e la coprì per 14 anni. Abile costruttore di strumenti astronomici e matematici, ne fornì a specole pubbliche e private. Diede qualche opera anche allo studio dell'anatomia; fu tra i primi a praticare la trasfusione del sangue negli animali. Per breve tempo si occupò anche di controversie religiose. Abbandonò Bologna per Padova, dove venne per lui rinnovata la cattedra di astronomia e di meteore; eresse la specola del seminario di Padova, gli fu commesso di regolare il Piave e altri fiumi ed espose a questo riguardo teorie ardite che, combattute prima aspramente, vennero difese assai più tardi da P. Paleocapa. Si occupò ancora di miniere, di fortezze, di altri argomenti d'ingegneria e di monete.
La sua attività nel campo astronomico si esercitò in molti rami diversi: effemeridi, osservazioni di comete, di stelle variabili, teorie planetarie e solari. Scoperse una cometa e per il primo segnalò nel 1668 la variabilità di Algol, memorabile inizio del moderno studio sistematico delle variazioni di splendore delle stelle. Nelle sue frequenti polemiche demolì con vigore parecchie dottrine antiquate: prima tra tutte quella delle influenze astrologiche.
Le sue pubblicazioni sono ricordate nella Biblioteca matematica del Riccardi e trattano argomenti svariatissimi. Un cenno particolare merita quella dal titolo: La livella diottrica, nuova invenzione per livellare col cannocchiale con maggior esattezza e facilità che per l'addietro non s'è fatto, aggiuntovi il modo di misurare una distanza incognita con una sola stazione guardando nel cannocchiale (Bologna 1674) dove, tra l'altro, è la prima descrizione di un cannocchiale distanziometrico.
Bibl.: G. Tiraboschi, Biblioteca modenese, III, Modena 1783; G. Campori, Notizie e lettere inedite di G. M., Modena 1876.