GEMINO (Γεμῖνος, Gemĭnus) di Rodi
Matematico, astronomo, commentatore, fiorì verso il 70 a. C. Fu stoico e visse probabilmente al tempo di Posidonio, le cui dottrine meteorologiche cercò di volgarizzare in un Compendio della meteorologia di Posidonio. Compose inoltre un'opera matematica e un'altra, superstite, di astronomia: Εἰσαγωγὴ εἰς τὰ ϕαινόμενας (ed. a cura di K. Manitius, Lipsia 1898), fonte storica importantissima, in cui si sente l'influenza d'Ipparco. G. è stato anche la fonte principale di Proclo per il suo commento a Euclide. A lui risalgono la prima critica dei principî delle matematiche e la divisione organica delle scienze matematiche in pure (aritmetica e geometria) e applicate (logistica, armonia, ottica, meccanica, astronomia).
Bibl.: Tittel, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VII, col. 1026 segg.; F. Enriques e G. Diaz de Santillana, Storia del pensiero scientifico, Milano 1932; H Diels, Doxographi Graeci, 2ª ed., Berlino 1929; Fr. Malchin, De auctoribus quibusdam qui Poseidonii libros meteorologicos adhibuerunt, Rostock 1893; F. Pfeiffer, Studien zur antiken Sternglaube, Lipsia 1916, p. 54 segg.