BELLINCIONI, Gemma
Figlia d'arte (il padre, Cesare, era un basso, la madre, Carlotta Soroldoni, un contralto), la B. nacque a Monza il 17 ag. 1864. Esordì, bambina prodigio, il 6 ott. 1876 a Milano, al Teatro dei Filodrammatici., cantando un'arietta scritta espressamente per lei dal giovane compositore Luigi Rossi nello scherzo comico di A. Salvini Richelieu a sei anni. Educata la voce sotto la guida materna prima, quindi alla scuola di L. Ponti Dell'Armi e del celebre baritono verdiano G. Corsi, sostituì, sedicenne, la primadonna nell'opera di C. Pedrotti Tutti in maschera, rappresentata nell'autunno 1880 al Teatro Nuovo di Napoli, riportandovi un, lusinghiero successo. Due anni dopo (1882-1883) la B. si produsse in Spagna e in Portogallo (Lisbona), accanto, al celeberrimo, ma ormai declinante tenore Enrico Tamberlick che l'aveva scritturata, in opere del repertorio leggero (Rigoletto, Puritani, Dinorah, ecc.), riscuotendo calorosi consensi di pubblico e di critica. Nel 1886 trionfò alla Scala di Milano nella verdiana Traviata, interpretazione stupenda alla quale, in seguito, doveva rimanere indissolubilmente legata la sua fama di cantanteattrice d'eccezione. La B., infatti, pur con audace modernità di accenti, restituiva alla patetica creatura di A. Dumas la sua priniitiva essenza umana, in virtù di una totale e penetrante partecipazione emotiva al personaggio. Memorabile, qualche anno dopo (17 maggio 1890), la sua creazione del ruolo di Santuzza nella Cavalleria rusticana di P. Mascagni, accanto al tenore Roberto Stagno, al Teatro Costanzi di Roma. La così detta "opera verista" aveva trovato in lei (e se ne ebbe conferma, più tardi, nelle opere Malavita e Fedora di U. Giordano, A Santa Lucia, di P. A. Tasca ed altre) l'interprete più efficace, sia per l'impeto e la dovizia del temperamento, sia per la voce di intensa vibrazione, anche se di limitato volume. Tra il 1891 e il 1898 la B. ormai celebre, prese parte alle prime dell'Amico Fritz di P. Mascagni, Sapho di J. Massenet, di Moina e Messalina di I. De Lara, di Lorenza di E. Mascheroni e, infine, di Fedora, quest'ultima al teatro Lirico di Milano (17 nov. 1898) accanto al giovane Enrico Caruso. Scrisse anche i libretti di due opere, di cui fu la prima interprete: Eros di N. Massa (Teatro, alla Pergola di Firenze, 1895) e La sorella di Mark di G. Setaccioli (Roma, Teatro Costanzi, 1896). Oltreché in patria, la B. ebbe accoglienze entusiastiche in tutta Europa e nel Sud America (particolarmente nell'opera Romeo e Giulietta di Ch. Gounod, insieme con R. Stagno); speciale ammirazione le tributarono, tra i sovrani, Guglielmo II, che la chiamò a Potsdam, per farle eseguire la Cavalleria rusticana, e la regina Elisabetta di Romania.
Ritiratasi dalle scene nel 1911 dopo un'ultima rappresentazione, all'Opéra di Parigi, della Salomè di R. Strauss, la B. insegnò canto a Berlino, fino allo scoppio del conflitto mondiale 1915-18, poi, per due anni, al conservatorio di S. Cecilia in Roma. È da ricordare una sua opera didattica, Scuola di canto (edita a Parigi da A. Fürstner nel 1912, con testo ital., francese, inglese e tedesco). Nel 1930, instancabilmente operosa, istituì anche una scuola di canto a Vienna; rientrata in Italia nel 1932, insegnò arte scenica nell'Accadernia Chigiana di Siena (1933); infine - e per lunghi anni - tenne la medesima cattedra a Napoli nel conservatorio di S. Pietro a Majella. La B. s'interessò anche al cinema, tra il 1916 e il 1919: come produttrice fondò nel 1918 la "Gemma Film" (poi "Bianca Gemma Film" nel 1921) e come attrice interpretò Suor Teresa (1916), Cavalleria rusticana (1917) Vita traviata (1918-1919) e altri film. Aveva sposato il tenore siciliano R. Stagno e dal suo matrimonio ebbe una figlia, Bianca, che divenne anch'essa soprano lirico. La B. morì a Napoli il 24 apr. 1950. Ha lasciato memorie, pubblicate a Milano nel 1920 con il titolo Io e il palcoscenico (Trenta e un anno di vita artistica).
Bibl.: G. B. Baccioni, G. B., Palermo 1902; G. Monaldi, Cantanti cel. del sec.XIX, Roma s.d., pp. 266-273; Cart. verdiani, a c. di A. Luzio, II, Roma 1935, pp. 128 s.; B. Stagno Bellincioni, Roberto Stagno e G. B. intimi, Firenze 1943; E. Gara, Giardino di bel canto. G. B., in La Scala. Rivista dell'Opera, Milano, marzo 1953, n. 40, pp. 29-34; G. Lauri-Volpi, Voci parallele, Milano 1955, pp. 65 s., 67 s.; "Ricordanze" di Guido Chigi Saracini, a cura di O. Rudge, in Quaderni dell'Accademia Chigiana, XXXVIII, Siena 1958, pp. 24-27; Encicl. dello Spettacolo, II, coll. 199-202 (con bibl.); Diz. Ricordi della musica e dei musicisti, Milano 1959, p. 131.