gene-editing
(gene editing), loc. s.le m. inv. Modificazione delle carattestiche genetiche.
• l’ultima innovazione si chiama «gene editing» consiste nello sviluppo di enzimi con l’ingegneria genetica capaci di riconoscere le sequenze alterate del fattore VIII, tagliarle e sostituirle con la sequenza sana. (Maria Paola Salmi, Repubblica, 15 aprile 2014, p. 39, R2 Salute) • L’ultima frontiera ora è il gene editing: l’inserimento, la sostituzione o la rimozione di porzioni del Dna dal patrimonio genetico di un essere vivente. Una tecnica già sperimentata in Cina su embrioni, eliminati dopo le ricerche, e sulla quale molte nubi si addensano per le conseguenze ignote sulla persona e i suoi discendenti. Il divieto del «gene editing», auspicato anche da autorevoli scienziati, stenta a trovare consenso unanime. (Lorenzo Schoepflin, Avvenire, 28 aprile 2016, p. 16, è Vita) • Il primo embrione umano modificato geneticamente negli Stati Uniti è stato prodotto in Oregon. Finora questa pratica era stata documentata ufficialmente solo in Cina, [...] La tecnica utilizzata è quella del Crispr, seguendo un processo di gene-editing chiamato «germline engineering», che rende permanenti le modifiche al codice del Dna e automatica la loro trasmissione ai figli di chi le ha subite. (Secolo XIX, 28 luglio 2017, p. 8, Italia Mondo).
- Espressione inglese composta dal s. gene ‘gene’ e dal p. pres. e s. editing ‘revisione, modificazione’.
> genome editing.