Tierney, Gene (propr. Eugenia Angela Eliza)
Attrice cinematografica statunitense, nata a New York il 19 novembre 1920 e morta a Houston (Texas) il 6 novembre 1991. Divenne poco più che ventenne una delle dive hollywoodiane più apprezzate degli anni Quaranta, soprattutto grazie alla sua particolare bellezza e alla capacità di adattarla a ruoli di diverso tipo. Fu interprete di alcuni film diretti dai maggiori registi del periodo che ottennero un notevole successo, come Heaven can wait (1943; Il cielo può attendere) di Ernst Lubitsch e Laura (1944; Vertigine) di Otto Preminger.
Figlia di un ricco assicuratore di origine irlandese e di un'insegnante di ginnastica, trascorse la sua infanzia a New York e poi nel Connecticut. Nel 1936 si trasferì per due anni in Europa, dove continuò gli studi in Svizzera. Nel 1938, su consiglio di Anatole Litvak, prese la decisione di intraprendere la carriera di attrice. Dopo il debutto a Broadway in What a life di C. Goldsmith, alternò l'attività teatrale a quella di fotomodella fino al suo esordio nel cinema, grazie a Darryl F. Zanuck che decise di metterla sotto contratto con la 20th Century-Fox, dove rimase per quasi tutta la sua carriera. Il suo primo film fu un western diretto da Fritz Lang, The return of Frank James (1940; Il vendicatore di Jess il bandito).
Dotata di un fisico snello ma forte e atletico (in diverse occasioni appare in costume da bagno come abile nuotatrice), la singolarità della T. è rintracciabile nel suo volto particolarissimo, che alla classe e all'eleganza dei lineamenti associava un'asimmetria del movimento della bocca, quasi impercettibile. Tali caratteristiche che accentuano i tratti di una bellezza disorientante, risultarono soprattutto adatte per ricoprire il ruolo di isterica o addirittura di folle, come quello sostenuto in una delle sue interpretazioni più note, Leave her to heaven (1945; Femmina folle) di John M. Stahl, dove recita la parte di una donna che lascia annegare il cognato handicappato e poi uccide il figlio che ha in grembo, due eventi ferocemente singolari resi con estrema partecipazione emotiva. Dimostrando evidenti doti di versatilità interpretò in varie occasioni la figura dell'orientale o della mezzosangue (ruoli in cui veniva valorizzato il taglio a mandorla dei suoi occhi secondo quanto voluto da Zanuck), riuscendo a essere credibile come borghese viziata e capricciosa in The Shanghai gesture (1941; I misteri di Shanghai) di Joseph von Sternberg, come modesta maestrina in China girl (1942; Ragazza cinese) di Henry Hathaway, come seducente indigena che impara i costumi della civiltà in Son of fury (1942; Il figlio della furia) di John Cromwell, ma anche come ideale donna dei sogni e al contempo compagna di una vita in Heaven can wait. Un altro ruolo riproposto dalla T. fu quello della ragazza di buona famiglia, o comunque determinata a elevarsi socialmente, un po' misteriosa e a volte glaciale e spietata, tipico di alcuni film noir. Estremamente convincente risultò infatti in Laura di Preminger, dove interpreta un'arrampicatrice sociale, torbida e innocente al contempo, che sfrutta il suo fascino per manovrare gli uomini. Riuscì comunque a non rimanere intrappolata in questi personaggi e ad affrontare generi diversi. Recitò quindi nel melodramma The razor's edge (1946; Il filo del rasoio) di Edmund Goulding, nel film di ambientazione gotica Dragonwyck (1946; Il castello di Dragonwyck) di Joseph L. Mankiewicz, e nella commedia fantastica The ghost and Mrs. Muir (1947; Il fantasma e la signora Muir), ancora per la regia di Mankiewicz, in cui rende con grazia la giovane vedova destinata a innamorarsi del fantasma di un burbero, ma affascinante capitano (Rex Harrison). Di minor rilievo, ma comunque asciutta e avvincente, fu la sua presenza in Night and the city (1950; I trafficanti della notte) di Jules Dassin e in Where the sidewalk ends (1950; Sui marciapiedi) ancora di Preminger. Più anonime invece le sue interpretazioni sia nei film western, di cui si ricorda The secret of Convict Lake (1951; Il segreto del lago) di Michael Gordon, sia nel musical, come nel caso di On the riviera (1951; Divertiamoci stanotte) diretto da Walter Lang.
Profondamente influenzata dal mondo del cinema hollywoodiano così claustrofobicamente e tragicamente totalizzante, risultò fragilissima di fronte all'avanzare del tempo. La sua vita fu infatti violentemente sconvolta nel 1954 a causa di una forte crisi depressiva che la costrinse a pesanti terapie e a otto anni di assenza dal set. Al suo rientro, nel film di Preminger Advise and consent (1962; Tempesta su Washington), era quasi irriconoscibile: una distinta signora di mezz'età dai lineamenti segnati e dal volto ormai sfiorito.
Già a partire dal 1944 si era impegnata nel volontariato a favore degli handicappati, attività che continuò per alcuni decenni. Ormai lontana dalla vita mondana e dalle scene (l'ultima apparizione cinematografica risale al 1964, in The pleasure seekers, Mentre Adamo dorme, di Jean Negulesco) scrisse l'autobiografia Self-portrait (1979), in cui con grande sincerità racconta la sua non facile vita di donna e di attrice.
M. Devillers, Gene Tierney, Paris 1987; P. Mérigeau, Gene Tierney, Paris 1987.